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    golosovagando

    01 Luglio 2008 | in categoria/e itinerari locali uscire

    Tomarlo e Monte Penna: dal mare ai 1500 in un'ora. Gita fuori porta tra trattorie e rifugi alla ricerca della buona cucina

    Tomarlo e Monte Penna: dal mare ai 1500 in un'ora. Gita fuori porta tra trattorie e rifugi alla ricerca della buona cucina

    Estate… sole, mare e ombrelloni, fiumi di sabbia e bambini armati di paletta e secchiello, odore di salino e l’accompagnamento sonoro delle onde.
    Beh, un bel programma non c’è da aggiungere altro, sembra l’estate perfetta ma … avete mai sentito parlare del Passo del Tomarlo?
    Situato sopra S.Stefano d’Aveto a quota 1500m. è il passo più elevato della provincia di Genova , e se volete passare una giornata estiva un po’ diversa, all’insegna del fresco e del refrigerio seguitemi in questo itinerario. La meta di oggi è la splendida Val d’Aveto, che amo definire un angolo di Trentino caduto in Liguria, con le sue vette caratteristiche come il monte Maggiorasca, che con i suoi 1804m. è anche la cima più elevata dell’Appennino Ligure, o il monte Penna (1735m.) che visto da certe angolazioni sembra un Cervino in miniatura, per poi passare ad altre splendide vette come il Groppo Rosso (1594m.) che insieme al monte Bue (1777m.) sovrastano e caratterizzano il paesaggio di S.Stefano d’Aveto.
    Si parte da Chiavari e si segue per Carasco in direzione Val Fontanabuona; arrivati a Monleone girate a destra per Favale di Malvaro, da qui inizia la salita che vi porterà al Passo della Scoglina (922m.) .
    Arrivati in cima potrete godervi un panorama incredibile, da qui si vedono le cime del Ramaceto (1345m.) che si mischiano all’azzurro intenso del mare, dinanzi al Golfo del Tigullio.
    Ma noi siamo sotto le pendici del monte Caucaso (1245m.); è da qui che sgorgano le fonti dell’Aveto. Infatti superato il passo della Scoglina abbandoniamo la Valfontanabuona per entrare in Val d’Aveto e si prosegue in direzione di Rezzoaglio dove troverete oltre a splendidi paesaggi bucolici (foto) e anche una chiesa molto antica ma completamente restaurata e piena di ornamenti sulle facciate.
    Oltrepassate Rezzoaglio tenendovi sulla sinistra e dopo circa 2 o 3 km. troverete le indicazioni per S.Stefano; continuate questa salita finché non vedrete un altro bivio dove svolterete verso sinistra e dopo poco siete già nello splendido borgo di Santo Stefano d’Aveto, un anfiteatro in mezzo alle vette più elevate dell’Appennino Ligure arricchito dalla presenza di un castello fortezza (dei Fieschi) e dalla splendida chiesa dedicata alla Madonna del Guadalupe.
    Per gli amanti dello shopping e dei prodotti locali ci sono anche vari negozi oltre all’utile area di rifornimento per fare benzina. Qui a S. Stè (bandiera arancione del Touring Club Italiano e uno dei primi comuni europei a fregiarsi del marchio di qualità ambientale (ISO 14001)si è a ben 1000m. di quota l’aria è fresca e pulita, ma noi non siamo ancora arrivati.
    Pensate un po’, per arrivare fino a questo punto ci sono voluti solo 45minuti! E siete in alta montagna!
    Ma adesso dobbiamo salire ancora per conquistare i 1500m. di altezza del Passo del Tomarlo, il più alto della provincia di Genova. Vi basterà meno di un quarto d’ora per raggiungerlo, a meno che non decidiate di soffermarvi nelle frequenti aree di sosta a bordo strada (opportunamente attrezzate per i turisti) per godervi il panorama mozzafiato del nostro Appennino Ligure, mai cosi bello come in queste zone, e sono veramente orgoglioso di potervelo dire.
    Ma potrebbe anche vincere la fame e così poco prima di arrivare sul passo noterete sulla sinistra un cartello giallo e rosso: siete arrivati al ristorante del Tomarlo meglio conosciuto come Ape Regina.
    Circa un’ora di viaggio a partire da Chiavari, non è molto e vi ritrovate (affamati) a pranzare nell’unico luogo in provincia genovese dove potete assaggiare i pizzarei (foto), un tipico piatto piacentino, gnocchetti di mollica di pane accompagnati da sugo di fagioli (da film western di Bud Spencer e Terence Hill!)
    Qui conoscerete l’accoglienza di Placida (foto), cuoca sopraffina, Bruno e Giovanni che da anni lavorano in questo luogo stupendo. Il ristorante da fuori si presenta molto bene, c’è una scalinata che porta alla terrazza d’entrata e qui potete anche notare una veranda coperta dove si può pranzare guardando il panorama offerto dall’Appennino.
    Una volta entrati vedrete l’abbondanza di utilizzo di legno per la creazione degli interni, che dona al luogo un aspetto rustico veramente piacevole in un contesto del genere (siamo in montagna a 1500m.) e poi l’enorme camino in pietra ornato di funghi scolpiti così bene da sembrare quasi veri e accanto tutta la luce che entra dalla zona veranda regalano un’atmosfera di accoglienza da vero rifugio di alta montagna , poi il bancone in legno e pietra dove alla fine delle mangiate vi potete gustare l’amaro della casa per aiutare la digestione.
    Adesso che vi siete gustati i manicaretti della Placida non c’è niente di meglio per smaltire che fare una passeggiata per i verdi prati del Tomarlo oppure … siete appassionati di ballo, magari di liscio, o di bocce? Potete fare anche questo! Basta proseguire verso il Rifugio del Monte Penna!
    Qui dal pomeriggio fino alla sera ci si può abbandonare alle braccia del liscio in compagnia di orchestre dal vivo. Per raggiungerlo basta proseguire la strada carrabile fino al passo del Tomarlo, 100m. prima dello scollinamento vedrete una strada sulla destra con cartello che indica “Foresta del Penna”, seguite per quella direzione e dopo circa 7-8 km. arrivate sul passo del Chiodo a quota 1400m. circa (questa strada d’inverno viene utilizzata come pista da sci di fondo), lì vi trovate davanti ad un incrocio, a destra si prosegue in discesa per l’anello della Val d’Aveto, a sinistra si scende in direzione Val di Taro ed è questa la strada che dovete percorrere.
    Comunque c’è tanto di cartello che vi indica la strada per il Rifugio del Penna, indi per cui è molto facile. Dal Passo del Chiodo ci vorranno ancora 5min. per arrivare al Rifugio del Penna situato a 1300m. di altezza, in una spianata in mezzo a prati e boschi di faggio.
    Entrati nel rifugio che è molto spazioso farete la conoscenza di Claudio e Cristina, i titolari, mentre all’esterno noterete la balera del liscio… lì potrete sfogarvi nelle danze (foto) e quando vi serve qualcosa al bancone esterno troverete la proverbiale cortesia del buon Fabio (detto il Paride) che saluto con affetto. Tra balli e brindisi arriverà l’ora di cena: non potrete resistere al profumino di piatti tipici, asado, porchetta e grigliate a tutto spiano! (foto)
    Un’altra cosa che noterete di sicuro sono le foto di cani da slitta. Il motivo è fonte dell’ennesima sorpresa che vi riserva questo posto: Claudio è Campione Mondiale di sleddog! (foto)
    Potrete quindi conoscere i suoi fantastici husky e farvi raccontare tutte le sue imprese.
    Insomma, riepilogando...
    Partite la mattina e in tre quarti d’ora siete ai 1000 metri si Santo Stefano d’Aveto, dove potete visitare il borgo, acquistare prodotti locali e ammirare il paesaggio. Poi con calma proseguite e in un quarto d’ora siete al Passo del Tomarlo. A questo punto la fame si farà sentire e non c’è di meglio che soddisfare il palato dalla mitica Placida del Ristorante del Tomarlo, l’Ape Maia. Ve ne state in panciolle per un po’ e poi andate a smaltire al Rifugio del Monte Penna, dove potrete scatenarvi in balli e partite di bocce, al fresco dei 1300 metri. Pensate, siete in alta montagna, a solo un’ora dal caldo e dagli schiamazzi del mare! Tirate sera tra balli e brindisi in compagnia, conoscete il Campione Mondiale di sleddog (in Liguria non è male visto che in queste specialità i paesi più titolati sono Norvegia e dintorni) poi... una succulenta cena! E la sera ve ne tornate tranquilli a casa, appagati dalal belal giornata.
    La via più veloce per tornare in riviera è farsi tutta la discesa, arrivati a fondo valle svoltate a destra per il passo del Bocco da dove potrete scendere e raggiungere in poco tempo Borgonovo e da qui girate a sinistra in direzione Chiavari. Arrivederci!


     


    I commenti dei lettori
    anonimo:

    ieri sono stata al Passo del Tomarlo, su alle cascate a pescare. E' bellissimo!!! immagino da dove lo vedi tu. ciao bell'articolo !!!


    Stefano di Ferrara:

    Compimenti!!!Ottima cucina,cani stupendi,bellissimo posto!!!


    Chemi da Taormina:

    Siamo stati oggi 22 settembte 2011 al rifugio Penna e siamo rimasti piacevolmente sorpresi di tanta gentilezza e della squisitezza delle portate e in particolare dello spezzatino di cinghiale da 5 stelle che mi ha fatto fare il bis e portarne a casa due porzioni ,
    A presto cordiali saluti.


    barchi marco:

    zia sono tuo nipote marco dato che ci siamo gia' sentiti per telefono ti rifaccio le mie condoglianze per lo zio bruno da parte mia e parte di mia moglie


    barchi marco:

    ciao zia placida sono tuo nipote marco ,lo zio bruno come sta' appena posso vi vengo a trovare con mia moglie


    Sunta:

    Ciao Albe! Complimenti per l'articolo, ti fa proprio venire voglia di godersi una bella giornata all'insegna di un pò di relax e buona cucina, e, perchè no, anche di un pò di liscio!
    A presto.


    anonimo:

    Grande cugio! Bell'articolo davvero... andremo a testare con mano... magari nsieme?! Complimenti x la poesia!!! Roby


    anonimo:

    io ci sono stato al Rifugio del Penna.. in effetto è un bel posto...


    anonimo:

    nnnooooo.. la mitica Placida!!! troppo cuoca! ma non vi sembra proprio l'immagine perfetta della cuoca genuina?? è proprio così. Ciao Placida! Fabio e Laura


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