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    di Michela De Rosa | 01 Novembre 2009 | in categoria/e attualita benessere ecologia edizione cartacea itinerari salute sport

    Turisti in ‘carriola' avvistati in Fontanabuona

    Due curiosi individui si rivelano stranieri appassionati di un originale modo di viaggiare
    Turisti in ‘carriola' avvistati in Fontanabuona

    Domenica 18 ottobre stavamo percorrendo la Provinciale 225 della Fontanabuona, quando abbiamo visto due persone che camminavano sul ciglio della strada trasportando qualcosa. Lì per lì sembrava una coppia impegnata in un trasloco fai da te, ma la stranezza del ‘mezzo’ su cui viaggiava la roba, la lontananza dalle case, la palese provenienza estera e - elemento cruciale - l’abbigliamento molto tecnico, diciamo da trekking, ci hanno indotti a fermare l’auto e chiedere se per caso fossero dei turisti.
    A una prima reazione stranita abbiamo spiegato, un po’ in inglese e un po’ in francese, che eravamo giornalisti e che la loro situazione ci incuriosiva, per cui ci faceva piacere ascoltare la loro storia.
    Ci danno appuntamento ‘al bar aperto più vicino’, così ci ritroviamo ad attenderli all’Ostaia dei Sorti dell’amico Claudio.
    L’attesa è stata un po’ lunga, d’altronde ci ervamo lasciati a qualche chilometro e loro dovevano procedere a piedi trainando una sorta di ‘carriola’. Quando arrivano, all’ora di pranzo, sono affamati e ci chiedono di indirizzarli su piatti tipici della zona. Così, tra ravioli fatti a mano che si sciolgono in bocca e un vero fritto misto all’italiana, dorato e croccante, Jeanne e Arthur ci spiegano deliziati che arrivano dalla Francia e che quello è il loro modo di viaggiare, in verità piuttosto in voga all’estero. Questo turismo prevede lo spostarsi per lo più a piedi, portando l’occorrente su una sorta di carrello (www.carrix.ch), appositamente creato, sul quale trasportare lo stretto necessario: viveri, vestiario e l’indispensabile tenda per le soste d’urgenza.
    Alla domanda d’obbligo su cosa li spinga a viaggiare così ci rispondono con una vera e propria filosofia di vita “Sai, è troppo facile stare seduti in poltrona, davanti alla TV e farsi servire un mondo precucinato da altri... noi preferiamo uscire e vederlo con i nostri occhi.”
    Di certo ci vuole uno spirito ecologico, la capacità di selezionare cosa è davvero indispensabile e tanta voglia di camminare. Come ci spiega Arthur “In cambio si ottiene molto. Al di là della forma fisica, ci si guadagna nel poter contemplare i panorami da ogni angolazione, nel godere dei mutamenti della natura, nel rapportarsi con la gente in modo più stretto, perché la si incontra sul proprio cammino. E anche la fatica è una conquista perché fa assaporare ogni meta raggiunta.”
    E di mete ne hanno raggiunte in questo viaggio a tappe partito due anni fa: in pratica per sei mesi viaggiano - a piedi - e gli altri sei mesi (autunno e inverno) stanno a casa loro a Bordeaux (Francia). In questi due anni hanno così visitato il Portogallo, la Spagna e ora l’Italia arrivando a Ventimiglia in treno due settimane fa. “La cosa incredibile è come cambia tutto passando il confine tra la Costa Azzurra e la costa italiana.. qui c’è ancora tanto verde e i paesaggi sono stupendi... in Francia è tutto cementificato ed è una tristezza visitare la costa. Ci auguriamo vivamente che l’Italia non faccia lo stesso errore!
    “Infatti - incalza Arthur - la cosa più bella che abbiamo visto qui in Liguria è il panorama che si vede dalle alture della Fontanabuona verso il mare.. stare lassù e vedere davanti a sé quella distesa di verdi e di blu è stato bellissimo.. sembrava di essere in Paradiso.”
    Parlando con questa originale coppia ri-scopriamo così quanto l’Italia sia un Paese meraviglioso e gli italiani - nonostante tutto- un bel popolo “Qui sono tutti gentilissimi! - ci dice Jeanne - Quando chiediamo informazioni anche se non parliamo italiano la gente si adopera per aiutarci. Un atteggiamento che altrove non si trova facilmente.” Capiamo anche quanto siamo ben abituati perché quello che per noi è pessimo per altri pare essere ottimo, a cominciare dai treni che, ci dicono entusiasti “Sono belli, puliti e soprattutto economici! L’unico episodio spiacevole - dice rammaricata Jeanne - è stato quando abbiamo preso un treno quasi in corsa e non abbiamo potuto - unica volta! - timbrare prima di salire. Il controllore ci ha detto sprezzante che è tipico dei francesi. Davvero spiacevole.”
    “Beh, sarà stata un piccola vendetta post-Mondiali”, replico e tra le risate e un brindisi finisce la nostra intervista.



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