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attualità
13 Luglio 2023 | in categoria/e attualita
VADEMECUM TRUFFE: impara a riconoscerle e a reagire
Vestiti appropriati, modi gentili, sorriso, buona parlantina e magari un “cartellino di riconoscimento”, ovviamente falso. Sono questi alcuni tipici tratti distintivi dei malintenzionati.
In ogni caso, prendi tempo, chiama un vicino o telefona a un parente. Al minimo dubbio chiama il 112. Denuncia l’accaduto, anche se la truffa non è andata in porto perché servirà ad evitare che altri ci caschino
Sono innumerevoli le strategie adottate dai malviventi: fanno leva sulla fragilità fisica, sull’affanno di un momento concitato ma anche sull’amore per i figli e sull’umanità di persone a cui può bastare un sorriso, un'attenzione, per concedere la propria fiducia. Ci sono però schemi ricorrenti: conoscerli è il primo passo per difendersi. Il secondo è prendere tempo e chiamare un vicino o un parente al telefono. Il terzo è denunciare l’accaduto, anche se la truffa non è andata in porto, in modo da evitarla ad altri.
L'INCIDENTE E LA CAUZIONE
Rosa è a casa a preparare il pranzo, il pensiero costante ai tre figli, tutti impegnati con lavoro e famiglie. Le è sufficiente sapere che stanno bene. Ecco perché, quando una mattina riceve la telefonata di un Maresciallo dei Carabinieri, la terra frana sotto i suoi piedi. La voce del militare è gentile ma ferma, mentre spiega che suo figlio è rimasto coinvolto in un incidente. Nulla di grave, ma qualcosa è andato storto con l'assicurazione e potrebbe trovarsi nei guai con la giustizia. Per Rosa è panico. Ripensa all'ultima volta che ha sentito il figlio: sembrava stanco, magari non riesce a far quadrare i conti. Il (finto) Maresciallo la rassicura: “Basterà pagare una piccola cauzione di tremila euro e sarà libero, altrimenti non resterà che trattenerlo in camera di sicurezza. Se è disponibile a pagare per suo figlio, l’avvocato verrà a ritirare personalmente il denaro". Il linguaggio è da cinema, ma Rosa non lo sa. Sa solo che suo figlio ha bisogno di aiuto e si precipita in Posta a prelevare i soldi.
In questi casi la prima cosa da fare è chiamare i propri famigliari e raccontare l’accaduto. Scoprendo facilmente la truffa, andare subito dai Carabinieri, così all’appuntamento di consegna dei soldi ci saranno loro a dare il benvenuto ai truffatori...
L'AMICO DEI FIGLI “SENZA SOLDI”
Giuseppe passa ogni mattina fuori per le varie commissioni. Un giorno, mentre sta per imboccare la via di casa, si sente chiamare: «Signor Giuseppe, che piacere vederla, si ricorda di me?». Il pensionato non ha il coraggio di ammettere che non si ricorda affatto. Ma quando dice di essere un vecchio compagno di scuola di Silvia, sua figlia, rievocando i pomeriggi a studiare insieme, non ha difficoltà a crederci, anche perché ha un'aria per bene. E sincero sembra essere il suo imbarazzo quando Giuseppe gli chiede cosa faccia nella vita: “Beh, le cose, a dire il vero, non vanno tanto bene. Ho perso il lavoro e tirare avanti non è facile, con un mutuo e un figlio malato. Mi arrangio vendendo abbigliamento porta a porta. Se anzi volesse dare un'occhiata alla merce nel portabagagli...“. Non passa mezz'ora che Giuseppe si ritrova con due dozzinali giacconi, 250 euro in meno e una certezza: quell'uomo sua figlia non l'ha mai conosciuta, e lui non si capacita della facilità con cui si è fatto prendere in giro. Non faranno nessuna fatica a crederci i Carabinieri cui si rivolge subito dopo e sarà grazie alla memoria di Giuseppe, che ricorda in parte la targa dell'auto, che riusciranno a incastrare il responsabile di tanti raggiri. Anche in questi casi, la prima cosa da fare è chiamare la persona tirata in ballo - come Silvia -: davanti a questa prospettiva probabilmente il malintenzionato sparirà con una scusa.
LA FUGA DI GAS... E DEI GIOIELLI
Suona il campanello: dallo spioncino, Marisa vede due uomini con casacca arancione e l'aria impaziente di chi non può perder tempo. Nel condominio ci sono lavori in corso e potrebbero aver bisogno di qualcosa. “Siamo tecnici del gas. È stata segnalata una fuga dal suo appartamento”, le spiegano. Marisa non stenta a crederci, accorgendosi ora di un odore pungente di gas. Non può sapere che i due hanno vaporizzato il contenuto di una bomboletta per la ricarica degli accendini. Perché l'odore di gas fa paura e la paura abbassa le difese, permettendo a quei due uomini di perlustrare ogni angolo della tua casa e mettere le mani anche in cassetti, scrigni e barattoli. Dopo che se ne sono andati in fretta e furia, millantando un falso allarme o una riparazione ben riuscita, rimasta sola Marisa si rende conto che con la loro cassetta degli attrezzi si sono portati via anche tutto quel che aveva valore.
UN INSPERATO RIMBORSO
Un giorno, a casa di Tina arriva una signora distinta che si presenta come addetta al controllo delle dichiarazioni dei redditi: “Pare che nell'ultimo 730 ci sia stato un errore e per questo potrebbe significare un rimborso consistente a suo favore” le spiega. Per verificarlo, però, ha bisogno di controllare non solo le ricevute dei versamenti effettuati, ma anche di visionare eventuali oggetti preziosi, così da poterli valutare e "portare in detrazione". Tina è concentrata sull'insperata occasione ed è così ansiosa di collaborare che quando l'impiegata, dopo aver soppesato un bracciale e un paio di orecchini d'oro, le chiede se non abbia qualche altro monile, le viene spontaneo telefonare alla figlia per consultarsi su cosa sia il caso di mostrare alla brava funzionaria. Tina non ha nemmeno il tempo di rendersi conto che la funzionaria è già fuori dalla porta... con i gioielli.
IL CONTO CHE NON TORNA
Umberto ha l’abitudine di ritirare la pensione, a fine mese. Dopo pochi passi, gli si avvicina un ragazzo, esibendo un tesserino della banca: “C'è stato un errore nel conteggio delle banconote che ha prelevato, dobbiamo fare una verifica”, gli spiega. Umberto esita. Ricorda una truffa che si svolgeva proprio così. A quel punto, finge di aprire il borsello per prendere le banconote, ma estrae il telefonino e chiama i Carabinieri.
C'E' “UN PACCO” PER SUO FIGLIO
Il figlio di Giovanna fa acquisti on line facendoli poi recapitare dalla madre che sta in casa gran parte della giornata. Per questo lei non si sorprende più di tanto il giorno in cui, mentre rientra dopo aver prelevato la pensione, un uomo le si avvicina dicendole che ha “una consegna urgente per suo figlio". Così Giovanna non ci pensa due volte a farsi lasciare quel pacco che però va pagato: 500 euro a cui si aggiungono i 25 della consegna. Per fortuna ho appena preso la pensione, si dice Giovanna, prima di lasciare andare via il corriere. Una telefonata al figlio chiarirà i fatti e la truffa. La rabbia che prova si placherà solo quando saprà che, dopo la denuncia sporta ai Carabinieri e grazie alla descrizione che ha saputo fare del "corriere" e del suo aspetto, il truffatore è stato arrestato.
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