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    vergogna

    05 Novembre 2013 | in categoria/e attualita edizione cartacea lettere vergogna

    Il crollo del ponte, i furbetti dei funghi, la piazza della discordia, il blues melanconico e... qualcuno d amandare "a quel paese": All'estero, si intende.

    Il crollo del ponte, i furbetti dei funghi, la piazza della discordia, il blues melanconico e... qualcuno d amandare "a quel paese": All'estero, si intende.

    Ponte di Carasco e viabilita’ da terzo mondo
    Possiamo anche nasconderci ma prima o poi i nodi vengono sempre al pettine. Lo sviluppo è legato a doppio filo alla tecnologia e alle infrastrutture. Dalle nostre parti da anni si sente parlare dell’una e dell’altra. Parlare appunto. Con l’unico risultato che l’unica strada percorribile è stata anni addietro devastata per far passare la fibra ottica (da cui non abbiamo tratto alcun beneficio) che ora si vede amabilmente penzolare dall’unico ponte che “figurati se puo’ succedere...” Non e’ che le opere faraoniche non sono realizzabili... neanche allargare di un paio di metri una strada nei campi di Carasco e’ stato possibile nonostante se ne parli da anni! Col risultato che oggi abbiamo un budello da terzo mondo (con tanto di auto abbandonate e baracche fatiscenti che ti minacciano sui cigli) da percorrere a senso unico alternato, per fortuna ringraziando i soliti volontari! Immobilismo burocratico totale mi pare la definizione piu’ politicamente opportuna.
    Auguri Liguria! A. De Benedetti , Chiavari

    Funghi: i ‘furbetti’ del tesserino colpiscono ancora
    Sono andata a funghi con alcuni amici in un posto nuovo. Abbiamo sbagliato a fare il tesserino (alta valle sturla al posto di rezzoaglio). Al nostro rientro alla macchina abbiamo trovato due guardie baldanzose pronte a farci la multa come se non avessimo fatto alcun biglietto... ora ho in mano un bel verbale, secondo voi cosa dovrei farci?
    Daniela

    E’ una situazione veramente imbarazzante e che anche le persone oneste che pagano il tesserino ad un consorzio subiscono per sconfinamento, diversità’ dei giorni di raccolta. Francamente non si possono pagare 3 tesserini al giorno per poter essere tranquilli di non incorrere in sanzioni. Forse meglio non andare più, ci stanno togliendo anche le nostre passioni per qualche migliaio di euro di multe. Per chiarezza stessa situazione di Daniela a consorzi invertiti con il problema dei giorni diversi. Cosa dovrei fare?
    Piero

    Risponde la redazione
    Il consiglio per i due lettori (ma anche a tutti gli altri che ci hanno telefonato o che avranno problemi in futuro) è di rivolgersi al Giudice di Pace (con o senza l’ausilio di un avvocato) indicando negli atti che i funghi sono stati effettivamente colti in territorio non coperto da Consorzio (se così è stato). Consigliamo inoltre di allegare stralci del nostro articolo dove vengono denunciate palesi irregolarità nei vari regolamenti in contrasto con le leggi pubbliche. Va da sé che bisogna sempre rispettare i limiti imposti dalla legge regionale (es. massimo quantitativo di funghi) perchè a volte riceviamo messaggi da chi ha raccolto dieci chili di porcini e si lamenta di esser stato comminato con una sanzione. Il nostro articolo non era volto a infrangere la legge ma a far capire che una modifica sostanziale dei Consorzi con una legge regionale ad hoc potrebbe 1) tutelare i terreni dei consorziati 2) aumentare gli introiti di chi vende tesserini 3) permettere alle persone di pagare un solo tesserino 4) rispettare il “periodo consecutivo” per la salvaguardia dell’ecosistema 5) che i denari ad esso legati possano essere investiti in tutela del territorio tramite un monitoraggio pubblico così come avviene ad esempio nel vicino Piemonte. E’ tutta una questione di ragionevolezza e buon senso ma come al solito duole constatare come la politica sia sempre sorda.

    Cambiamo il nome a piazza innocenzo iv!
    Gentile redazione, prendo spunto dal vostro articolo sulle vie intitolate a Vittorio
    Veneto per segnalare ai lettori che Lavagna e Cogorno hanno una piazza dedicata a papa Innocenzo IV. Ciò che pochi sanno è che Sinibaldo Fieschi autorizzò, con la Bolla papale ”Ad extirpanda” del 1252, l’utilizzo della tortura come strumento “per portare alla luce la verità” durante i processi per eresia della Santa Inquisizione. Propongo ai VOSTRI LETTORI di domandare -tramite mail o lettera- ai Sindaci dei due comuni di cambiare intestazione, magari S.Francesco d’Assisi o Martin Luther King.
    Roberto Simoncini

    GLI imprenditori scappano all’estero? Mandiamoci i burocrati “a quel paese”, a imparare come si lavora
    In molte sciagure c’é un lato positivo.  Per esempio quelle aziende che si trasferiscono in Svizzera, forse per l’aria di quei posti, forse per la necessità di acquisire nuova clientela o adeguarsi all’ambiente che hanno trovato, si spera che prestino molta piu attenzione alla qualità.  Da tempo, infatti, si notava che anche le aziende italiane, forse per la concorrenza cinese, lasciavano un po’ a desiderare su quel piano. O per compensare troppe tasse ed i costi folli della mano d’opera in Italia. Sarà un ritorno al passato che, di riflesso, farà certamente del bene anche alle aziende rimaste qui. A proposito di aziende e di qualità, si lamenta la colossale burocrazia che soffoca le iniziative italiane.  Come per tenerle oppresse quasi in una situazione di sudditanza medioevale. Se un Governo volesse davvero il bene dell’Italia, dovrebbe, oltre alle nostre aziende, mandare all’estero anche un certo numero di burocrati ad imparare  come si facilita, (invece che ostacolare)  l’apertura di nuove aziende e facilitarne i rapporti con gli enti pubblici. Pare che per bravi burocrati desiderosi di servire bene il Paese, ci sarebbe molto da imparare. Con tante “missioni” parassitarie che gli enti pubblici mandano all’estero, questo sarebbero davvero un buon investimento.  Tanto per cambiare.
    Saluti,  Gianni Oneto - Rapallo

    QUELLI CHE... e’ proprio un melancholy blues (n.d.r in riferimento a L’AIUOLA di ottobre)
    Ciao Giansandro, secondo me il tuo articolo ha tanti elementi in comune con quello di Maura Bregante sull’”uomo comune”: tanti, troppi comportamenti molto, molto diffusi sono nocivi per tutti e, a lungo andare, potrebbero diventare irreversibili, (vedi l’altro articolo, quello di Michela De Rosa sul tappiro al nostro pianeta). Contrariamente a te che hai una visione molto reale dei nostri tempi, l’uomo comune, purtoppo, non vede al di là del proprio naso e non fa nulla per cambiare ciò che non funziona ma, al contrario, fa il possibile per fare “parte del sistema” scimmiottando ogni brutto comportamento pur di non fare il proprio dovere. E’ triste dirlo ma, in questo momento, in ogni campo (a partire dalla politica, dalla medicina, l’editoria, ecc.) chi fa bene il proprio dovere è un’eccezione, una persona speciale, e non un uomo (o donna, ovviamente) comune. Bene, mi sono immolato anch’io: potete sparare anche a me, adesso.
    Corrado Sanguineti

    Caro Gian, e te lo dice uno che si chiama Gian, oggi come oggi se dici ”ai miei tempi era diverso” ti accusano di retorica, se dici “io lavoravo come un negro” ti accusano di razzismo, se dici “noi non avevamo i telefonini che fanno i ravioli” ti accusano di di essere anti progressista. Quindi ti dirò: ai miei tempi era diverso, io lavoravo come un negro e quando mi davano lo stipendio dicevo “grazie” e quando uscivo guardavo la cifra, non avevo il telefonino che fa i ravioli, avevo un telefono a ruota che la sera ci contendevamo io e mio fratello con spintoni e minacce per chiamare la ragazza o gli amici. In discoteca si andava alle 22 e si usciva all’una di notte, perchè sennò i genitori di lei ti aspettavano fuori casa col bastone. Ora li vedo, la domenica mattina, distrutti e assonnati, con i postumi della sbornia e senza un programma, né per la vita né, più semplicemente, per la Domenica pomeriggio. Coraggio, ora sparate anche a me, tanto io vado a dormire sereno.
    Gian Domenico Solari

    Tratto da CORFOLE! del 11/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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