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attualita, edizione cartacea
di Giansandro Rosasco | 01 Ottobre 2008 | in categoria/e attualita edizione cartacea
Personaggi del territorio: Marco, il re dei cuculli
Da Castagnelo di Lorsica una di quelle piccole storie che rendono grande la bellezza dei paesini
Parte con questo numero una nuova rubrica che parla di personaggi di costa ed entroterra. Diversamente dai tanti libri dove si cerca con affanno il ricordo di quelli scomparsi, abbiamo voluto porre l'accento - e in qualche modo gratificare, perchè no? - sulle persone che in un modo o nell'altro contribuiscono a rendere il nostro territorio così unico. Crediamo che la cronaca dei giorni nostri ripresa fedelmente dalle voci dei protagonisti potrà facilitare il compito dei futuri cultori di storia locale.
Cominciamo con una storia semplice, di quelle che hanno il sapore - è il caso di dirlo - della genuinità e di un modo gioioso di portare avanti le tradizioni. E infatti incontriamo il simpatico protagonista alla bella festa di San Michele a Soglio di Orero. Già il suo aspetto rubicondo “alla Aldo Fabrizi” sa di cibo e di gioviale abbondanza, con il grembiulone e le mani letteralmente in pasta. E se non sta impastando sta cuocendo, scolando, salando, servendo. Il suo nome è Marco De Benedetti, classe ‘47, e da oltre dieci anni ha fatto riscoprire alla popolazione del Levante, e non solo, un piatto tipico della cucina ligure dal nome curioso: i cuculli. Probabilmente l'etimologia deriva dal nome popolare dei bozzoli del baco da seta, di cui ricordano la forma.
Non vogliamo però soffermarci sulle particolari varianti delle ricette o sull'originalità della stessa (anche perchè ci confida molto prosaicamente che ha preso spunto da un libro di cucina) ma descriviamo la persona nell'habitat che lo ha portato a diventare personaggio: il re dei cuculli per l'appunto.
Marco è di Castagnelo di Lorsica ma il suo regno sono le feste di paese, il palazzo è la “cucina”, lo scettro è il mestolo bucato che serve a far sgocciolare bene l'olio. L’ingresso in questo mondo e segnato da un colorito cartello che recita a grandi lettere “Marco e suoi angeli”.
Tra un preparativo e l’altro gli rivolgiamo qualche domanda a cui risponde rigorosamente in dialetto genovese...
Come è nata l'idea dei Cuculli?
E' molto semplice, oltre 12 anni fa io e un mio amico che abita a Genova, Giacomo Retighieri, abbiamo deciso di punto in bianco di riassaporare il gusto dei cuculli, degustato in gioventù, e ci siamo appassionati talmente tanto che a forza di cucinarli ci siamo specializzati
La fama si è sparsa “oltre confine” (n.d.r. la Fontanabuona)
Certo! Da allora che eravamo a Castagnelo ci chiamano da tutte le parti. Siamo stati ultimamente anche a La Spezia e persino a Garbagna in provincia di Alessandria.
Ma di cosa sono fatti i cuculli?
Farina, acqua, olio ed erba cipollina.
Sì però ci deve essere qualche segreto...
Certamente. L'eiu de gommiu! - l'olio di gomito, commenta sornione. Ma poi diventa serio: “Occorre che i cuculli siano non troppo umidi se no si appiccicano e non troppo secchi se no cuociono male. Bisogna che sia una via di mezzo, quindi la lievitazione è importantissima. Poi bisogna stare attenti allo strappo, ovvero al taglio della pasta che deve essere fatta unicamente con la punta delle dita e non coltelli o altri attrezzi”.
Ma per te è diventato un lavoro?
Ma che travaggiu l'è na demua, mi faggu u massacan (Ma che lavoro, questo è un divertimento, io faccio il muratore). E se la ride.
Vedo che sopra il tuo “regno” c'è un cartello; segna il confine?
Esattamente. Quando trovate questo cartello trovate i cuculli. I miei angeli sono questi due figuri al mio fianco. Uno è Giovanni Solari di Leivi e l'altro è Vittorio Lavezzo di Soglio. Giovanni è un ex-alpino come me e Vittorio invece è un ex-marinaio. Insieme passiamo un po' di tempo in allegria e la trasmettiamo alla gente che viene ad assaggiare i nostri manicaretti. L'insegna invece me l'ha fatta una mia parente, anche lei è di Castagnelo e c'ha il bar, scrivilo nell'articolo che la pubblicità fa sempre bene.
E quel fantastico fiocco argentato che hai sulla camicia? Dì la verità, l’hai staccato a un uovo di Pasqua...
Questo è un segno distintivo dei cuculli fatti con i “fiocchi”!
Poi ci confida che l'ha vinto alla lotteria della parrocchia di Ognio - frazione del Comune di Neirone e si sa i genovesi non buttano mai via niente.
Agli amici chiediamo qualche aneddoto e, mentre gli passano un po' di benzina (un bicchierino di vino rosso), ci raccontano gli scherzi che gli combinano. Da quelli più innocui, come spegnergli il fuoco mentre i cuculli sono a friggere per vederlo agitarsi a chiedere “cos’è successo”, a quelli più pestiferi come mettere piccoli ricci di castagna nella madia assieme ai cuculli, cosicché appena li prende per buttarli nell'olio si punge. Il racconto va avanti a grandi risate e si capisce bene l’alto tasso di burla che gira tra i fornelli. E l'intervista si chiude con una voce dal fondo che ancora una volta scherzosamente gli chiede “Marco fammi due cuculli alla piastra” e lui con un gesto di stizza alza gli occhi al cielo e immerge, con la sua manona, un gruzzolo di dorata croccantezza nell'olio caldo che, come per magia, trasformerà questo semplice impasto in tanti piccoli “dobloni” golosi, pronti per le orde fameliche arrivate puntuali alla sua Corte. L’orchestrina intanto ha iniziato a suonare, il vino inebria gli spiriti, i piatti sono pieni e iniziano anche i fuochi di artificio...
Ti è piaciuta questa storia? Segnalaci altri personaggi che meritano di essere intervistati! Scrivi a redazione@corfole.com oppure chiama 0185.938009
I commenti dei lettori
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