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12 Dicembre 2011 | in categoria/e attualita

Susanne: la fidanzata del mare prima tra gli italiani nella traversata in solitaria Francia-Brasile

E’ arrivata prima tra gli italiani al termine di una gara che per i più sarebbe un’avventura estrema e impossibile. Susanne Beyer, velista d’altura di Zoagli, è tornata vincente dalla 18^ edizione della Transat, regata biennale che si disputa tra la Francia e il Brasile in solitaria su barche di sei metri e mezzo. Con la sua ‘Penelope’ ha navigato completamente sola in mezzo all'oceano per oltre un mese. Un’impresa tutt’altro che facile, a cui i velisti accedono solo tramite qualificazioni e per la quale occorrono un forte impegno e una lunga preparazione: “Per affrontare la regata ho impiegato due anni - racconta - bisogna avere tante miglia sulle spalle: io con la mia Penelope ne ho percorse più di 10mila, partecipando a diverse regate, sia in coppia che in solitario”.
Ma per quanto ci si possa preparare, la Transat, con la sua unica tappa a Madeira fra il porto di La Rochelle in Francia e quello di Baya in Brasile, di certo può riservare sorprese: lo testimonia il fatto che, degli otto italiani in gara, solo due l’hanno completata, mentre gli altri hanno dovuto abbandonare per una serie di imprevisti tecnici o meteorologici. E anche Susanne se l’è vista brutta: “Certo non me la sognavo così la mia Transat – scrive sulla sua pagina di Facebook - Apprendo ora che stavo facendo una bella regata e infatti mi stavo divertendo un mondo. Poi è stata la galera. L'Atlantico è troppo lungo anche per un’ottimista indefessa come me”. Ciò che più temeva infatti è accaduto il 18 ottobre, appena un quarto d'ora dopo la partenza da Madeira, quando il pilota automatico è andato in panne.
Appena cinque giorni dopo è stata la volta di quello secondario: “Così ho passato ore e ore alla barra del timone, con l'unico obiettivo di arrivare”. Isolata dal resto del mondo, appena arrivata Susanne ha chiesto: “Sono l'ultima?”, e solo dopo un po' la fatica e lo stress hanno lasciato spazio all'orgoglio per avercela fatta, seppur con una punta di amarezza: “Abbiamo trovato condizioni rare e particolarmente dure e vengo a sapere ora che la flotta è stata decimata. Di sicuro è stata un'esperienza incredibile, troppo, troppo dura”. Le impressioni a caldo hanno poi però lasciato spazio al fuoco che la anima da quando era bambina e già pensa alle prossime imprese: “La mia passione resta la vela d’altura – dice - vorrei gareggiare con una barca più grande, in un'altra classe”. Intanto però, finalmente tornata dal Brasile, si gode un'inaspettata, ma giustificata, calda accoglienza, che l'ha portata tra l’altro anche a essere scelta come testimonial del Festival dell'Eccellenza al Femminile di Genova svoltosi a novembre.
Francesca Vulpani
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Fonte: Francesca Vulpani © Riproduzione vietata

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