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    tempo libero

    23 Novembre 2012 | in categoria/e agenda attualita cultura tempo libero uscire

    Un viaggio alla scoperta del bello e del buono, da ovest a est, da nord a sud a Genova in Fiera dal 23 al 25 novembre

    Un viaggio alla scoperta del bello e del buono, da ovest a est, da nord a sud a Genova in Fiera dal 23 al 25 novembre

    La Cucina Bianca della Valle Arroscia

    Nell’estremo Ponente Ligure si innalza la vetta più elevata della Liguria, il Monte Saccarello (2.200 m s.l.m.), su una terra straordinaria per la sua elevatissima biodiversità e per il clima favorito dalla vicinanza con il Mar Ligure, divisa dal 1947 tra Francia, Piemonte e Liguria. Tracce di un antico legame culturale rimangono nei dialetti e nella toponomastica, nonché nelle tradizioni legate alla pastorizia e alla gastronomia, che ancora oggi mostrano interessanti elementi in comune. Fra questi, la vita di transumanza e i piatti della cosiddetta cucina “bianca”, che utilizza ingredienti poco colorati come farine, latticini, patate, castagne, cavoli, porri e aglio si ritrovano, pur se con qualche variante, nei tre territori che si estendono alle falde del Saccarello. Il senso di fratellanza di queste popolazioni viene celebrato ancora oggi con la tradizionale festa che si svolge ogni anno, la prima domenica di agosto, ai piedi della statua del Redentore posta a quota 2164 m, a poca distanza dalla vetta.

    Nonostante la relativa vicinanza al mare, nel territorio della Cucina Bianca la cultura mediterranea appare distante: l’olio è considerato una medicina piuttosto che un condimento, un bene prezioso da usare con parsimonia (o, come si usava dire qui, cu u truncu, perché la dose si otteneva intingendo un rametto nella bottiglia). In Liguria è la Valle Arroscia, nell’entroterra di Imperia, ad avere il primato di questa tradizione, con i Comuni di Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pornassio e Armo: la “Strada della Cucina Bianca” si snoda idealmente attraverso questi territori montani del Ponente e nelle loro malghe, minuscoli centri abitati dall’architettura in pietra dove per secoli si è svolta la transumanza agricola e pastorale.

    Anche oggi gli ingredienti della Cucina Bianca sono esclusivamente autoctoni: sfruttando metodi di produzione tradizionali, garantiscono al consumatore prodotti sani e naturali, nonché prospettive di sviluppo sostenibile e di mantenimento delle tradizioni del territorio di origine. I formaggi di malga (la Toma di Pecora Brigasca è uno dei Presidi Slow Food), il brusso (tipica ricotta di capra dal gusto piccante), e poi castagne, miele, patate, porri e farine sono solamente alcuni dei componenti locali che grazie all’esperienza degli abitanti e delle aziende si trasformano in autentiche prelibatezze, le cui dosi e fasi di preparazione sono custodite dalle famiglie dei singoli borghi e tramandate oralmente di generazione in generazione. Ecco allora che in Valle Arroscia anche il visitatore più curioso ed esigente in fatto di gastronomia può trovare soddisfazione, gustando rajore d’erbe di Cosio, raviore di Montegrosso, streppa e caccia là di Mendatica, pan fritu di Armo. Il tutto annaffiato con ottimo vino Ormeasco o Sciac-Trà Doc di Pornassio.

    Un fitto calendario di eventi si dipana lungo il percorso della valle per valorizzarne le tradizioni e le caratteristiche. Ogni annoad agosto sui prati del Colle di San Bernardo d’Armo si svolge la tradizionale Sagra del Pan Fritto, con convegni, stand gastronomici e serate danzanti. A settembre Armo la manifestazione culturale “Le Veglie d’Armo”, che ha come finalità quella di recuperare, conservare e valorizzare la memoria orale e materiale delle tradizioni locali, attraverso documentari in forma audiovisiva e poesia in dialetto. La manifestazione comprende anche  un concorso di poesia dialettale e una rassegna di video-documentari.

    A Cosio d’Arrosciatra febbraio e marzo si organizza il “Carnevale delle Sentenze”, una tradizione nata nel periodo medioevale ed in uso ancora oggi, consistente nella lettura su pubblica piazza di fatti e vicende curiose accadute alla comunità durante tutto l’anno. Il terzo finesettimana di luglio si svolge nel centro storico la “Festa delle Erbe”, che si apre il sabato pomeriggio con un convegno a tema; la domenica si aprono gli stand per il percorso gastronomico itinerante, con i piatti tipici del borgo, rigorosamente preparati a mano con prodotti ed erbe del territorio. La notte di Natale rappresentazione del Presepe vivente e degli antichi mestieri; l’albero adiacente la chiesa patronale, alto circa 25 metri, viene ancora addobbato manualmente, senza l’ausilio di autogru o supporti meccanici.

    Ogni anno, il penultimo sabato del mese di agosto, il borgo di Mendatica ospita una rassegna gastronomica dedicata alla “Cucina Bianca”: un itinerario che si snoda lungo le vie del paese, dove, è possibile degustare i piatti tipici della tradizione pastorale, passeggiando per aie e carruggi, mentre ad ogni angolo gruppi musicali intrattengono i visitatori. A settembre, in coincidenza con le celebrazioni dedicate a San Matteo (ultimo o penultimo weekend del mese), Mendatica rievoca l’antica transumanza dei pastori con una giornata didattica per le scuole e la discesa delle greggi in paese, la Fiera di S. Matteo, il corteo storico e il caratteristico Palio delle Capre.

    AMontegrosso Pan Latte, la Festa della Castagna celebra da quarant’ani l’elemento centrale dell'economia locale: tre giorni durante il secondo finesettimana di ottobre, a partire dal venerdì dedicato alle scuole e proseguendo con il sabato, giornata dedicata alla cultura, per poi terminare la domenica con percorso gastronomico, mercatino e musica.

    La prima domenica di luglio il Colle di Nava ospita il Raduno Nazionale Alpino, organizzato dall'Associazione nazionale Alpini, sezione provinciale di Imperia, mentre nel penultimo finesettimana dello stesso mese sempre sul valico si svolge la tradizionale Festa della Lavanda. La Festa dell’Uva e del vino Ormeasco si svolge invece l’ultimo weekend di agosto a Villa di Pornassio, nei pressi del Castello, con convegni e serate di promozione dei prodotti tipici, stand gastronomici e serate danzanti.

     

    Sanremo

    Sanremo ha scelto di  presentarsi al Salone delle Identità Territoriali di Genovavalorizzando e facendo conoscere meglio al pubblico due simboli cittadini che la contraddistinguono ovunque: i fiori e il Casinò

    Sanremo è conosciuta in tutto il mondo per il suo fiorente commercio di fiori, soprattutto quello legato alle rose e ai garofani, da cui il nome di Città dei Fiori. Altra voce importante è quella del turismo internazionale e sicuramente quella legata al gioco e al lusso. Il Casinò di Sanremo, simbolo di eleganza costruito nei primi anni del Novecento, ha attratto personaggi celebri in tutto il mondo ed ha contribuito molto alla fama di città costiera della Riviera di Ponente. Anche oggi, i suoi ambienti raffinati, aldilà degli amanti dell’azzardo, restano uno dei punti focali della città e motivo di attrattiva turistica, con eventi di arte e teatro e con un’orchestra sinfonica stabile.

     

    Il Golfo Dianese

    Il Golfo Dianese è situato in un bacino naturale, una vallata delimitata ad Est da Capo Mele e ad Ovest da Capo Berta, ben conosciuti ai corridori della Milano – Sanremo, ed ospita tre comuni costieri (Cervo, Diano Marina e San Bartolomeo al mare) e quattro dell’entroterra (Diano Arentino, Diano Castello, Diano San Pietro, Villa Faraldi). Il territorio è costellato di uliveti e vigneti, da serre coltivate a basilico, pomodori e fiori. Lavorare insieme è una realtà che contraddistingue da tempo i sette Comuni del Golfo Dianese, che gestiscono in accordo servizi e iniziative, in modo che i Comuni dell’entroterra da svantaggiati diventino un punto forte del territorio ed una ricchezza per tutti, senza sperequazioni dovute alla diversa economia costa – entroterra. Al Sit i sette Comuni del Golfo Dianese presentano le ricchezze del loro territorio e le numerose iniziative che organizzano per renderlo ancora più attraente ai turisti, nel tentativo ben riuscito di scavalcare i campanilismi e trasformare le differenze in “specialità” da evidenziare, promuovere ed offrire.

     

    Val Merula , essenza di Liguria.

    La Val Merula è un luogo votato al turismo che riesce ad offrire nel giro pochi chilometri, l’essenza vera della Liguria, con un mare limpidissimo e spiagge di sabbia finissima al suo immediato entroterra con panorami mozzafiato tra fasce di ulivi antichi che producono olio extravergine d’oliva di alta qualità. I comuni di Andora, Stellanello e Testico si presentano al Salone delle Identità Territoriali, uniti per la prima volta sotto un unico simbolo: il nuovo logo della Val Merula. Creato dalla Cooperativa Ortofrutticola Andorese, a garanzia della provenienza a “chilometri zero” dei prodotti tipici e ortofrutticoli del territorio - la sua piana è la seconda in regione per produzione di basilico, ma non mancano le tradizionali coltivazioni degli aromi quali salvia , timo e rosmarino. La Val Merula è una zona che offre attività balneari, svaghi nel verde, ludici e sportivi 365 giorni all’anno, non solo quindi come sinonimo di spiagge dorate di Andora, ma anche di sentieri trekking e mountain bike, di passeggiate fra gli uliveti, di prodotti tipici conun ricco mercato del pesce, ma anche la cucina tradizionale dell’entroterra. Una zona fra turismo tradizionale ed impegno per l’ambiente che offre al turista anche l’emozione di scoprire le meravigliose creature del “Santuario dei cetacei”. Per chi vuole conoscere aspetti più tradizionali di questo bellissimo territorio, sarà allestita, all’interno de Salone, una vera e propria Scuola del pesto al mortaio (con di banchi da scuola, cattedra e lavagna) in cui i visitatori potranno imparare a fare il pesto in maniera tradizionale. Sarà l’occasione per degustare anche i vini locali. All’interno dell’area, poi, verrà ricostruito un sentiero con un muretto a secco che degraderà verso una piccola spiaggia dove un totem riporterà le immagini e degli sport di mare praticabili ad Andora come la vela, il surf e il kite surf. Inoltre, sempre sul sentiero, sarà sistemata la bicicletta del Campione Mirko Celestino che al Salone presenta i sentieri per la Mountain Bike.

     

    Emozione autentica: il progetto Quattro Borghi di Borgio Verezzi, Finale Ligure, Noli e Varigotti

    Alcuni dei borghi più belli d'Italia insieme per proporre un esclusivo "prodotto territoriale", senza tralasciare l'importante cornice dell'entroterra con i comuni di Calice, Orco Feglino, Rialto e Vezzi Portio.
    Solo a immaginare questi luoghi incantati viene voglia di vacanza. Ce n'è per tutti i gusti: arte e spettacolo, musei di importanza internazionale, attività outdoor come Mountain Bike, arrampicata, escursioni a piedi, degustazione di prodotti sani e genuini, borghi medievali e luoghi magici dove si respira ancora l'aria di un tempo, dove la storia è ancora intatta e viene curata e preservata da chi la abita e la vive, week end all'aria aperta, equitazione, attività con gli asini, profumi e colori mediterranei che nelle botteghe artigiane si trasformano in oggetti e prodotti unici ai quali non si può resistere e poi c’è anche il mare.

    Il progetto "Quattro Borghi" è un progetto di rete, di energie e sinergie, di progetti condivisi per un futuro migliore, una sfida di diversi chilometri quadrati. L’obiettivo delle attività produttive di questo vasto territorio (promotrici del progetto) è quello di creare un turismo sostenibile e nuove proposte di destagionalizzazione, a "misura d'uomo" emozionanti e che riescano a catturare la curiosità e l'interesse di un pubblico molto vasto e diversificato.


    Valbormida (Altare, Osiglia)

    La Valbormida, a cavallo tra la più conosciuta Riviera Ligure e il basso Piemonte, per la sua localizzazione e posizione geografica, ospita numerose aree di rilevante interesse naturalistico, molte delle quali caratterizzate da valori ambientali unici ed irripetibili. Ad esse si accompagna un ricchissimo patrimonio paesaggistico, archeologico, storico ed umano, vanto delle popolazioni comunitarie, che merita di essere ulteriormente conosciuto e valorizzato. La partecipazione di Altare ed Osiglia al Salone delle Identità Territoriali di Genova, ha lo scopo di far conoscere l’ambiente naturale ed archeologico dell’intero comprensorio montano, noto da sempre per i suoi luoghi, i borghi ricche di storia, le incomparabili bellezze naturali, i vini pregiati e la raffinata gastronomia. L’escursionismo, se abbinato fotografia, è ancora il sistema più intelligente per avvicinarsi a questo meraviglioso mondo di forme e colori che può assumere nuovi interessi, nell’ osservazione dei fenomeni geologici e dei fossili, al riconoscimento dei vegetali e all’ammirazione di quell’incredibile complesso di fenomeni che avvengono nel bosco.

     

    Albisola

    Albisola Superiore e Albissola Marina partecipano al Salone delle identità territoriali presentando una delle eccellenze del proprio territorio: la ceramica artistica. Per secoli gli abili artigiani hanno lavorato l’argilla e creato al tornio vasi e contenitori di ogni foggia; hanno fatto asciugare le ceramiche sulle rive sabbiose del mare; hanno macinato i colori necessari a dipingere le maioliche nei mulini delle vicine valli del Sansobbia; hanno cotto nelle fornaci a legna, raccogliendo le fascine nei boschi dell’entroterra. E’ grazie a loro se oggi le Albisole fanno parte dell’A.I.C.C (Associazione Italiana Città della Ceramica) che riunisce i Comuni italiani di antica tradizione e si fregia del marchio D.O.C per i suoi prodotti. E’ grazie a loro se oggi le Albisole lavorano l’argilla con metodi sostanzialmente immutati da secoli e dove ogni epoca artistica, ogni stile decorativo ha lasciato un segno. Ecco allora il calligrafo naturalistico, introdotto nella prima metà del XVII sec., riprendente i motivi delle porcellane cinesi; l’Antico Savona o Bianco e Blu introdotto alla metà del sec. XVII, realizzato su maiolica bianca o azzurrina in monocromia blu; il Levantino del sec XVIII, decoro eseguito a più colori, costituito da disegni schizzati di piccoli animaletti e minuscoli personaggi; Uccelli e prezzemolo, del XVIII sec., decoro ripreso dalla ceramica della famiglia verde cinese, dove sono sostituiti i fiori orientali con il prezzemolo. E ancora la ceramica Nera di gusto neoclassico e la ceramica Gialla di impronta popolare, l’Art Decò o Stile 1925, la ceramica futurista degli Anni Trenta. Dagli anni Cinquanta ad oggi è costante la presenza di famosi artisti internazionali nelle fornaci albisolesi anche grazie a manifestazioni artistiche di grande rilievo come le Biennali d’arte nella Ceramica Contemporanea e il Festival internazionale della Maiolica. Il Museo “Manlio Trucco” di Albisola Superiore rimane il custode delle tradizioni legate alla produzione della ceramica con collezioni provenienti da lasciti, donazioni, ma soprattutto da scavi archeologici condotti nelle antiche fornaci del territorio.

     

    Associazione Antiche vie del Sale

    Con la definizione Via del Sale si indicano gli antichi percorsi e rotte di navigazione utilizzati dai mercanti del sale. Queste antiche vie di comunicazione testimoniano l’importanza dell’Appennino nella vita delle antiche civiltà: attraversato dapprima dai Liguri Iriati, che circa tremila anni fa salirono verso la pianura per colonizzare nuove terre, divenne infatti nel XII secolo raccordo importantissimo con il porto di Genova. La città ligure infatti, superata Venezia nello smercio di prodotti provenienti dall’Oriente, rappresentò il centro commerciale più importante durante tutto il Medioevo. Un patrimonio culturale comune formato nei millenni dal passaggio, e dall’incontro, di pastori, commercianti, mulattieri e pellegrini sulle grandi direttrici storiche, come le Antiche Vie del Sale e, più in generale, lungo le Strade del Mare che fecero del territorio ligure, provenzale e piemontese una terra di passaggio tra il Mediterraneo e l’Europa continentale. Il sale non era un bene facilmente reperibile nell’interno ed al contempo era indispensabile per la conservazione degli alimenti ma anche per attività artigianali come la concia delle pelli e la tintura. Di  conseguenza, le reti di  vie che consentivano in breve tempo il suo trasporto divennero, nei secoli, importanti crocevia di saperi. Sono ben 25 i comuni dell’entroterra imperiese, savonese e piemontese costituiti in una Associazione che porta il titolo Antiche Vie del Sale – Strade del Mare. La scoperta degli antichi borghi e delle vie antiche è una tendenza molto attuale nell’offerta turistica dei territori. Il Salone delle Identità Territoriali sarà l’occasione di far conoscere al pubblico ed ai tour operator questi importanti itinerari storico-ambientali. L’Associazione ha quindi lo scopo di promuovere un percorso comune a tutta l’area che spazi dalla cultura, all’enogastronomia, al turismo.

     

     

     

    Alta Val Polcevera

    Una delle principali Valli del Genovesato si presenta al Salone delle Identità Territoriali di Genova , con la partecipazione delle realtà dell’Alta Val Polcevera, in particolare con la presentazione e i laboratori del Museo di Paleontologia e Mineralogia di Campomorone. Il museo, recentemente rinnovato per dare spazio alla didattica rivolta alle scuole e con nuovo assetto espositivo, propone al visitatore un vero e proprio viaggio nel tempo, dove le vetrine ed i pannelli raccontano la storia del pianeta terra attraverso testimoni fossili, muti ma spettacolari: dai microscopici batteri ai giganteschi dinosauri, dalle antiche meduse agli esseri umani, con una panoramica sull'evoluzione umana e sulla preistoria in Liguria. Al Salone, il Museo proporrà ai visitatori più piccoli un laboratorio su “la focaccia della preistoria”, un modo divertente e coinvolgente per far capire come vivevano e si nutrivano i nostri progenitori

     

     

    Parco dell’Antola

    Il Parco dell'Antola rappresenta una tra le zone più suggestive dell'entroterra genovese e dell'Appennino ligure. Comprende due vallate Valli Scrivia e Trebbia. L'area protetta presenta una notevole varietà di ambienti: valli e vette panoramiche, boschi, pascoli e radure; versanti rocciosi a strapiombo, corsi e bacini ricchi d'acqua. Dominata dalla cima del Monte Antola, offre ai visitatori un patrimonio che è natura, ma è anche storia, architettura, tradizione...
    Il Sit sarà l’occasione per presentare ad appassionati e tour operator le bellezze e le risorse del Parco, che non si limitano all’ambiente naturale, ma corrispondono anche alle più attuali tendenze e richieste del mercato turistico – escursionistico..

    Le Valli dell'Antola, infatti,  costituiscono un ambiente ideale per praticare attività sportive e del tempo libero grazie alla fitta rete di 270 km di itinerari escursionistici, equitazione, kayak, arrampicata sportiva ed alpinismo, mountain-bike e ciclismo, parapendio, deltaplano, pesca sportiva, passeggiate invernali con sci da fondo e alpinismo, a poca distanza dalla costa.

     

    Val Trebbia

    Tra le valli appenniniche del nord-ovest la Val Trebbia rappresenta, dal punto di vista paesaggistico e ambientale, una di quelle meglio conservate. Sono numerose le attività che si possono svolgere in questo territorio, legate soprattutto al fiume Trebbia e ai suoi numerosi affluenti e, la pesca sportiva, riveste un ruolo sicuramente importante. La purezza e la limpidezza delle acque, la bellezza dell’ambiente e la buona portata idrica fanno del Trebbia una piccola perla dove trascorrere giornate di pesca indimenticabili. Il corso d’acqua principale si presenta con correnti, buche e lame ideali per ogni tecnica di pesca. Sono proprio queste le zone che rivestono la maggiore importanza, volendo considerare la pesca sportiva anche quale risorsa turistica per i territori montani. La presenza della Riserva Turistica di Pesca condotta dall’A.S.D.P. Val Trebbia attrae, annualmente, migliaia di appassionati, con evidenti ricadute sull’economia locale. La gestione si contraddistingue per la qualità dell’ambiente e del materiale ittico utilizzato per i ripopolamenti dove vengono immesse trote fario, trote iridee e salmerini. Con i Comuni di Rovegno, Bargagli, Gorreto e Torriglia la Val Trebbia, costituisce  una meta ideale anche per gli appassionati dei percorsi enogastronomici. Nei numerosi ristoranti della zona è possibile assaporare le specialità tipiche della cucina ligure. Da gustosi primi piatti quali le lasagne, i pansotti e i tipici ravioli di riso passando per i succulenti secondi a base di carni alla brace, funghi o selvaggina si arriva poi ai prelibati dolci della valle. Da non perdere assolutamente i canestrelli o i quadrelli.

    Torriglia, inoltre, è stata protagonista nel passato di inspiegabili eventi ufologici e nel settembre scorso è stata sede del primo meeting nazionale di ufologia  a cui hanno partecipato noti esperti scientifici del fenomeno Ufo in Italia. Tutto da provare il tour alla scoperta dei luoghi dell’avvistamento.

     

    Tigullio: tesori di terra e di mare

    Il Tigullio si presenta unito al Salone delle Identità Territoriali di Genova, i comuni costieri, infatti, saranno accomunati a quelli dell’entroterra, in una compagine numerosa di 30 realtà, che propone  per la prima volta all’interno di un evento fieristico la sinergia costa-entroterra di questo territorio.

    Il visitatore sarà guidato alla scoperta di quello che si può trovare nel Tigullio e nel suo entroterra attraverso il percorso tra dodici temi, che raccontano alcune delle eccellenze del territorio: enologia, olivicoltura, ambiente, cultura, agricoltura, artigianato, tradizioni, biologico, pesca e nautica, eventi e recettività, gastronomia di terra e di mare, allevamento. Per ogni tema saranno proposti laboratori, degustazioni, presentazioni.

    I valori in gioco, di conseguenza, sono veri e propri tesori di terra e di mare, come suggerisce il claim scelto per lo stand: località balneari che vantano un'importante tradizione turistica, impianti sportivi all'avanguardia e strutture ricettive raffinate e di ottimo livello, produzioni artigianali secolari come le sete di Zoagli, i damaschi di Lorsica, i macramè e le sedie di Chiavari,  valli ricche di boschi e corsi d’acqua, il Parco Naturale del Monte di Portofino e l’Area Marina Protetta, l’Anello del Benessere e la Valle del Biologico dall’Alta Val di Vara, i centri storici, l’arte ed i musei, le importanti realtà agricole, le tradizioni enogastronomiche.

     

    Levanto, vocazione slow & surf e riscoperta del “Gattafin”

    La "filosofia del buon vivere" che anima i levantesi e l'elevata qualità della vita della cittadina sono valse a Levanto l'ingresso nella prestigiosa associazione "Cittàslow", che promuove un turismo "lento", improntato alla riscoperta delle tradizioni, della cultura e dei sapori. La pista ciclopedonale "Levanto-Bonassola-Framura" segue il tracciato dell'ex linea ferroviaria, dismessa e recuperata con funzione di percorso sul mare che collega i tre paesi e dal quale si può accedere alle spiaggette che si aprono lungo questo tratto costiero. Per gli amanti del trekking sono stati ripristinati i sentieri “storici” utilizzati dai contadini dei borghi della vallata per raggiungere i terreni coltivati e rimasti a lungo inutilizzati, 80 chilometri di percorsi che collegano i borghi collinari tra di loro, con il fondovalle di Levanto e con le Cinque Terre.

    Ma grazie alla conformazione che le correnti hanno fatto assumere al golfo nel giro degli ultimi quindici anni, il mare di Levanto è uno degli “spot” italiani più frequentati dai surfisti, che si danno appuntamento sul lungomare al primo accenno di mareggiata per “cavalcare l’onda”; nel 2011 Levanto è stata la sede del campionato mondiale della specialità “Longboard”, con atleti provenienti da tutto il mondo.

    La vallata di Levanto è tradizionalmente prolifica nella produzione di olio. Oliveti e vigneti rappresentano gran parte dei terreni coltivati. In loco opera la cooperativa “Agricoltori della vallata di Levanto”, che raccoglie le materie prime dai propri soci e le trasforma in vini doc (bianchi e rossi) e olio extravergine dop, oltre alle classiche marmellate di limoni e arance. In zona opera anche un laboratorio del pesto. Recentemente è stato riscoperto il “Gattafin”, gustosa frittella di erbette di campo e formaggio tipica di Levanto, il cui nome e la cui ricetta originale sono stati registrati come marchio presso la Camera di commercio.

     

    Parco Nazionale delle 5 Terre

    Il Parco Nazionale delle Cinque Terre con i suoi 4.300 ettari è il Parco Nazionale più piccolo d’Italia e allo stesso tempo il più densamente popolato, con 5.000 abitanti suddivisi in cinque borghi: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare.
    Qui l’uomo in più di mille anni ha “modificato” l’ambiente naturale sezionando gli scoscesi pendii delle colline per ricavarne strisce di terra coltivabili, i cosidetti ciàn, sorrette da circa settemila chilometri di muretti a secco, la lunghezza della Grande Muraglia cinese. Questo è il vero tratto identitario delle Cinque Terre, con un paesaggio atipico e fortemente antropizzato: ecco perchè è il Parco dell’Uomo, un territorio diventato Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In questi anni il Parco Nazionale e l'Area Marina Protetta delle Cinque Terre, che dal 1999 sono entrati a far parte del Santuario dei Cetacei, hanno attivato una serie di progetti con numerose aree protette italiane ed europee. Al Salone delle Identità Territoriali di Genova, il territorio delle 5 Terre, uno dei siti più visitati al mondo, proporrà, oltre agli itinerari più praticati, anche percorsi e scorci ancora da scoprire, attraverso le sue inimitabili bellezze naturali. Sarà un percorso accompagnato dai profumi e dell’enologia di qualità, premiata con la DOC 5 Terre, con assaggi ed approfondimenti guidati da esperti sommelier e produttori

     

    Val di Vara

    Nell’autunno del 2011, purtroppo, la Val di Vara è diventata protagonista di uno dei peggiori eventi climatici degli ultimi anni, con un’alluvione che ha pesantemente colpito molti centri di questo ambito rurale,  alle spalle delle 5 Terre.  Il duro lavoro per il ripristino dei borghi e delle attività è stato anche l’occasione, per i suoi abitanti e per gli amministratori, di riscoprire e valorizzare l’ambiente e le risorse umane di uno splendido territorio. La partecipazione al Salone delle Identità Territoriali di Genova ha quindi un’importanza particolare che sta a testimoniare la rinnovata vitalità della Valle.

    Innanzitutto, la Val di Vara è il territorio più esteso della provincia della Spezia e il meno popolato, caratterizzata quindi da una bassa densità di antropizzazione ed una ricchezza di paesaggi tranquilli e rigeneranti. I piccoli borghi arroccati sulle alture boscose, i castelli, le pievi e i santuari sono la caratteristica principale della valle, insieme alla natura rigogliosa, fatta di ampi prati, boschi, sorgenti e ricchi corsi d’acqua. La parte settentrionale della val di Vara ha conservata una selvaggia natura incontaminata, mentre quella più bassa è stata oggetto di una considerevole crescita di abitazioni e di attività produttive, in alcuni casi legate alla tradizione locale (caseifici, produzioni legate al legno) oppure industrie più innovative

     

    Sarzana

    Sarzana sorge tra la e Alpi Apuane ed il mare, alla foce del Magra. La sua importanza nei secoli si coglie passeggiando per le vie del suo amplissimo centro storico, ricco di palazzi, torri, fortezze, chiese e monumenti. È l’avamposto ligure verso la Toscana, che negli anni ha saputo valorizzare sia la propria vocazione turistica che quella produttiva, in campo commerciale, industriale ed agricolo.

    La Doc “Colli di Luni” è stata una delle ultime ad ottenere l’ambito riconoscimento europeo ed in breve tempo ha saputo conquistare un importante settore di mercato, segno del gran lavoro svolto sulla qualità e sull’innovazione del vino tipico della zona.

    Al Salone delle Identità Territoriali di Genova , il territorio di Sarzana sarà rappresentato in tutte le proprie sfaccettature: dall’enogastronomia alle importanti manifestazioni culturali che la città propone durante tutto l’anno.

     

    LOMBARDIA:

     

    GAL Lomellina: Ecomuseo Paesaggio Lomellino

    Il territorio della Lomellina, fertile e pianeggiante, è caratterizzato dai lunghi filari dei pioppi che delimitano le grandi estensioni dei campi e scandiscono il ritmo del tempo. Oggi questa campagna è il regno del riso, tanto che la Lomellina e il Pavese, la zona a est di Pavia, fanno della provincia di Pavia la prima produttrice risicola italiana ed europea.

    Castelli, abbazie, basiliche, palazzi nobiliari. E poi garzaie, fontanili, dossi, antiche strade di epoca romana. Con un comun denominatore: il riso.

    Al Salone delle Identità Territoriali di Genova ,  partecipano due realtà del territorio della Lomellina che, con compiti ed azioni diverse, sono nati per sostenere, promuovere, rivalutare e tutelare un territorio dal patrimonio culturale millenario.

    L’Ecomuseo del paesaggio lomellino è un articolato progetto di tutela per valorizzare e promuovere  il territorio come risorsa turistico-culturale. L'Ecomuseo, che vuole presentare la memoria collettiva di una comunità e del territorio che la ospita delineando linee coerenti per lo sviluppo futuro, interviene sullo spazio di una comunità proponendo come “oggetti del museo" non solo i manufatti della vita quotidiana, ma anche i paesaggi, l'architettura, il saper fare, le testimonianze orali della tradizione. È un mosaico che si compone di numerosi tasselli di varia natura che puntano a un unico obiettivo: recuperare e salvaguardare la tradizione, la cultura contadina e le potenzialità territoriali della pianura lomellina. Il Gruppo di Azione Locale Lomellina è un gruppo formato da soggetti pubblici e privati che aderiscono al Piano di Sviluppo Locale (PSL) allo scopo di favorire lo sviluppo locale di un'area rurale, redigendo e delineando la strategie d'intervento e programma le singole azioni sul territorio, anche dal punto di vista economico. Questo approccio ha l'enorme vantaggio di avvicinare i processi decisionali al territorio, valorizzandone i veri punti di forza e permettendo una partecipazione ampia e diretta delle comunità locali.

     

    VENETO:

    Consorzio Vicenza E’ - I tesori del gusto nella terra del Palladio

    Il celebre bacalà alla vicentina  è solo l’ultimo arrivato tra i prodotti a denominazione comunale vicentini, ma è certamente il più famoso tra i tanti che si possono assaporare nella provincia vicentina.

    Dopo aver ammirato le splendide architetture di Andrea Palladio e gli affreschi irripetibili di Giambattista Tiepolo, Vicenza attrae anche per la sua cucina della tradizione e per i suoi prodotti del territorio ed i suoi visitatori  si attardano volentieri a tavola, assaporando i menù che i sapienti chef sanno proporre, abbinando i piatti a vini eccellenti e a gustosi distillati.

    E con il baccalà si promuove l’olio vicentino e la polenta fatta con il pregiato mais Marano de.co. e i vini più adatti, il Vespaiolo di Breganze, il Durello dei Lessini e il Tai berico…

    Sono oramai 50 i Comuni Vicentini che hanno aderito alla De.Co., con la quale hanno la possibilità di preservare quei prodotti il cui sapore unico è inscindibilmente legato al territorio. Il lunghissimo elenco comprende il radicchio rosso di Asigliano, il Broccolo Fiolaro di Creazzo, la patata di Rotzo, il sedano di Rubbio, i piselli di Lumignano di Longare, il tarassaco di Conco..., accanto a degli straordinari prodotti caseari come il formaggio di Altissimo e il Verlata di Villaverla. E poi ancora il mais Marano, il riso di Grumolo delle Abbadesse, la trota di Cresole e di Altissimo, la bondola di Torrebelvicino, la soprèssa di Valli del Pasubio e molti altri ancora.

    La provincia di Vicenza si posiziona così ai primi posti per quanto riguarda prodotti e Comuni coinvolti, con un grande obiettivo, arrivare all’Expo di Milano nel 2015 con 121 prodotti.

    Una presenza quindi che non poteva mancare al Salone delle identità territoriali. Allo stand di Vicenza è saranno presenti Paola Franco, Francesco Fochesato, Roberto Astuni, con Antonio Chemello e Dino Secco.

     

     

    CALABRIA:

    Terranova Sappo Minulio (RC)

    Il minuscolo Comune di Terranova Sappo Minulio, che conta poco più di cinquecento abitanti, possiede una particolare ricchezza, che vuole presentare al Salone delle Identità Territoriali di Genova: le Prugne di Terranova, chiamate anche “Prugne dei frati” perché probabilmente coltivate dai monaci benedettini celestini sin dal ‘500, sono un prodotto De.Co. Il marchio DE.C.O., accompagnato da progetti di ricerca, sperimentazione e valorizzazione in collaborazione con Enti ed Università per migliorare e selezionare la qualità, ha consentito di far uscire dall’anonimato un prodotto di eccellenza dalle nobili origini.

     

    Parco Nazionale dell’Aspromonte

    Il territorio del parco d’Aspromonte è all’interno della provincia di Reggio Calabria e prende il nome dal Massiccio dell’Aspromonte che significa candido, bianco e risale alle popolazioni greche della costa ionica che ammiravano le candide formazioni montuose del massiccio. Montalto è la cima più alta con i suoi 1955 m.s.l.m. e offre un meraviglioso panorama della Calabria e della costa siciliana. Il territorio del parco presenta inoltre una grande varietà di specie vegetali e animali e gode di particolari condizioni climatiche che favoriscono un ambiente ricco di biodiversità. Il Parco dell’Aspromonte, al Salone delle Identità Territoriali, presenterà le sue numerose attrattive: dai percorsi ai prodotti tipici, dalla flora e fauna alle attività tradizionali, all’accoglienza ed all’enogastronomia tipica.

     

    *****

     

    Rete Expo Valli Genovesi

    Rete Expo Valli Genovesi è costituita da un circuito di cinque eventi organizzati nelle valli dell’entroterra e specificamente in Valle Scrivia, Val Trebbia, Val Fontanabuona, Valpolcevera e Valle Stura coordinati dall’Agenzia di Sviluppo GAL Genovese.  Gli eventi sono nati come “Expo della Provincia di Genova” e dall’anno scorso la Fondazione Carige ha portato avanti questo progetto di valorizzazione del territorio. Si tratta di manifestazioni tese a promuovere i prodotti e le attività locali attraverso l’organizzazione di stand espositivi, eventi, rievocazioni storiche, corsi di cucina, gare sportive, convegni, seminari, attività ludico-didattiche, concerti e momenti gastronomici.

    Dal mese di giugno sino ad ottobre ogni Valle, a turno, apre le proprie porte mostrando i segreti e le peculiarità che gelosamente custodisce. Si parte con la Valle Scrivia, famosa per lo sciroppo e le confetture a base di rose, continuando con la Val Trebbia e i suoi canestrelli (ne sono stati individuati più di dieci tipi differenti!) , la Val Fontanabuona con le sue attività artigianali quali la lavorazione dell’ardesia, del legno e i damaschi; la Valpolcevera che propone tra i tanti prodotti la mostardella, tipico insaccato simile al salame, infine con l’arrivo dell’autunno ed i suoi prodotti, è il turno della Valle Stura dove ogni anno vengono organizzate la mostra zootecnica e la castagnata. I visitatori durante il Salone delle Identità Territoriali, avranno la possibilità di venire a contatto con le realtà territoriali, conoscere le attività artigianali attraverso il dialogo con gli artigiani ed i produttori e degustare i prodotti tipici della zona.

     

    Mareterra di Liguria al Sit con i presidi e le comunità del cibo SlowFood

    A SIT Slow Food è presente nello stand di Mareterra di Liguria, il progetto di Fondazione Carige al quale collabora, con le due comunità del cibo, la zucca di Rocchetta e i raccoglitori di funghi della Val di Vara, e i nove presidi liguri: il carciofo violetto di Perinaldo, i fagioli di Badalucco, Conio e Pigna, l’aglio di Vessalico, la toma di pecora brigasca, il chinotto di Savona, l’albicocca di Valleggia, la tonnarella di Camogli, la mucca cabannina e il gallo nero della Val di Vara. Degustazioni e vendita diretta dai produttori nel Food Village.

     

    I borghi più belli d’Italia

    Nel marzo del 2001 nasceva il club de I Borghi più Belli d’Italia su impulso della Consulta del Turismo dell’ Associazione dei Comuni Italiani (ANCI). Questa iniziativa è sorta dall’esigenza di valorizzare il grande patrimonio di Storia, Arte, Cultura, Ambiente e Tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti. L’Italia minore, quella a volte più sconosciuta e nascosta, rappresenta al meglio il dipanarsi della storia millenaria che ha lasciato i suoi segni indelebili soprattutto in questi luoghi rimasti emarginati dallo sviluppo e dalla modernità a tutti i costi. Al SIT saranno presenti i diciannove Borghi più Belli d’Italia della Liguria (Apricale, Borgio Verezzi, Brugnato, Campo Ligure, Castelvecchio, Cervo, Colletta di Castelbianco, Finalborgo, Laigueglia, Lingueglietta, Millesimo, Moneglia, Montemarcello, Noli, Tellaro, Triora, Varese Ligure, Vernazza, Zuccarello) e i visitatori che sono interessati a conoscerli potranno trovare quelle atmosfere quegli odori e quei sapori che fanno diventare la tipicità un modello di vita che vale la pena di “gustare” con tutti i sensi.

     

    Le bandiere arancioni

    La Bandiera arancione è il marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano rivolto alle piccole località dell'entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità. Il dato, aggiornato ad oggi, registra 192 Bandiere arancioni, l’ultima arrivata è Ferrazzano, in provincia ci Campobasso. In Liguria le bandiere arancioni sono 14: 6 nella provincia di Imperia (Airole, Apricale, Dolceacqua, Pigna, Seborga e Triora), 3 nella provincia di Savona (Castelvecchio di Rocca Barbena, Sassello e Toirano),  1 nella provincia di Genova (Santo Stefano d’Aveto) e 4 nella provincia di La Spezia (Brugnato, Castelnuovo Magra, Pignone e Varese Ligure).

    La Bandiera arancione è uno degli strumenti con il quale il Touring garantisce ai turisti qualità e accoglienza e alle località uno strumento di valorizzazione. L’ottenimento del marchio avviene in base a diversi criteri tra i quali: la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dell'ambiente, la cultura dell'ospitalità, l'accesso e la fruibilità delle risorse, la qualità della ricettività, della ristorazione e dei prodotti tipici. Il marchio è temporaneo e subordinato al mantenimento dei requisiti nel tempo; la verifica avviene ogni tre anni con una tempistica fissata da TCI a livello nazionale, valida per tutti i Comuni a prescindere dall’anno di assegnazione del riconoscimento.

     

    Legacoop – “Cooperative di comunità”

    Il 70.2 % del totale dei Comuni italiani è rappresentato da centri di dimensioni ridotte, spesso collocati in contesti territoriali disagiati, con difficoltà di accesso e di collegamento con le reti infrastrutturali e di servizi appannaggio delle città, dove vivono però più di 10 milioni di persone. Per queste realtà diventa sempre più realistico il rischio di un deterioramento complessivo delle condizioni di vita, con il conseguente ulteriore spopolamento di parti significative del territorio nazionale. Al Sit Legacoop presenta il Progetto Cooperative di Comunità, che ha l’obiettivo di promuovere la crescita di una rete diffusa di cooperative che consentano di mantenere vive e di valorizzare comunità locali. Con un’attività di informazione, orientamento, assistenza e supporto tecnico e finanziario il progetto sostiene e orienta le esperienze di questo tipo già realizzate in diverse aree del Paese, caratterizzate dal protagonismo di persone che si sono associate per contrastare il degrado e l’abbandono di comunità nelle quali né la mano pubblica né l’imprenditoria ordinaria sono in grado di assicurare, da sole, i servizi e le occasioni di lavoro necessarie.

    *****

    Lady Truck

    Grazie alla collaborazione con il Festival delle Eccellenze al Femminile, la più importante manifestazione “di genere” in Italia, in programma nel capoluogo ligure dal 19 al 25 novembre, il Sit ospiterà Lady Truck: Imprese Eccellenti al Femminile, un progetto di valorizzazione delle eccellenze imprenditoriali femminili che con la forza e la qualità del loro impegno sono uscite con risultati straordinari dai confini del territorio. Il titolo fa riferimento in modo provocatorio ai mestieri più difficili per le donne e per contrasto alla loro capacità e volontà di conservare i valori e l’identità del femminile come nel caso eclatante delle Lady Truck, ovvero le donne camioniste. Lady Truck darà voce – con un’installazione museale – a 15 donne emblematiche di questa capacità, imprenditrici, docenti universitarie, donne impegnate nella politica e nel sociale, donne di sport e di scienza: dalla velista Susanne Beyer a Irene Pivetti, già presidente della Camera e ora imprenditrice, da Paola Girdinio, già preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova a Manuela Arata, presidente del Festival della scienza. Le protagoniste di Lady Truck 2012 saranno al centro di una serie di incontri focalizzati sulla capacità di fare al femminile.

    L’ingresso a SIT è gratuito, la degustazione dei prodotti avverrà invece con carnet di  ticket che avranno come valuta di riferimento il Genovino, antica moneta genovese. La rassegna sarà aperta nel Padiglione B della Fiera di Genova venerdì 23 e sabato 24 novembre  dalle 10 alle 22 e domenica 25 novembre dalle 10 alle 20.

     

    www.saloneidentitaterritoriali.it


     


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