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05 Settembre 2012 | in categoria/e lettere

Una sagra fatta col cuore: la mia esperienza alla cinghialata di Moconesi alto

Gentile redazione, sono Rosanna di Uscio. Stavolta vi scrivo per qualcosa dibello (ricordate la storia degli angioletti rubati dalla tomba di mio figlio?). Ebbene, io e mio marito (genovese) siamo andati a Moconesi Alto per la sagra del cinghiale (n.d.r. Cinghialata di beneficenza), di cui abbiamo saputo proprio dal vostro giornale. Per trovare la strada ci abbiamo messo un po’ ma seguendo le indicazioni delle persone che incontravamo per strada finalmente siamo arrivati! All’inizio mi sono sentita un po’ spaesata e ho capito invece che tutti si conoscevano fra di loro. Non sono neanche una mangiona (anche se sono brava a cucinare) e pure mezza vegetariana, ma poi ci siamo seduti e piano piano mi sono rilassata, mangiando i tagliolini, bevendo il buon vino e chiacchierando con i vicini.. Da quello che ho capito i cinghiali serviti erano due bestioni enormi. Ma il piatto che mi è piaciuto di più è stato ‘la polenta mi cuntenta’.. eccezionale! Altro che quella precotta comprata al super. Per una sicula-napoletana come me è stato meglio che mangiare caviale! E siccome senza rendermene conto devo averla decantata a voce alta, è venuto un signore molto gentile che ci ha spiegato come l’avevano preparata: ‘Semplice, con l’acqua della Fontanabuona!’ scherzava.
Era screuza, cioè semplice e buona... talmente buona che il restante me lo sono portato a casa e l’ho riscaldato! Per fortuna ho fatto il corso di genovese anni fa, stanca di non capire quando mio marito ‘mugugnava’ in dialetto! Ho passato una bella giornata, con gente semplice e sincera, ottimi cuochi e pure generosi perché il ricavato è andato all’ospedale di Lavagna per nuove attrezzature. In più ci hanno simpaticamente invitati alla Festa della famiglia per festeggiare un nonnino di 104 anni! Alla salute! Grazie Corfole se vorrete pubblicare questo mio scritto, mi farà piacere come spero a quelle belle persone di Moconesi Alto.
Cari saluti, Rosanna