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cultura, storia locale
di Maura Bregante | 03 Aprile 2012 | in categoria/e cultura storia locale
PASQUA: il simbolismo profondo della festività più sacra
La festività della Pasqua è legata a simboli carichi di significati talvolta oscuri. Giovanni Pascoli, nelle sue opere era solito descrivere momenti quotidiani, bozzetti paesaggistici ma anche festività religiose.
Non è Pasqua d’ovo?/Per oggi contai
Di darteli, i piedi./È Pasqua: non sai?
È Pasqua: non vedi il cercine novo?
La Pasqua d’ovo è la nostra festività di Resurrezione, così specificata dal poeta poiché la tradizione dell’epoca teneva conto di varie pasque. Pascoli racconta in questi versi di un bimbo che aspetta di ricevere le prime scarpine e il cercine, ovvero la cuffietta per proteggere il capo dei piccoli.
Il momento della morte di Gesù, è ricordato ancora dal Pascoli.
E Gesù rivedeva, oltre il Giordano
Campagne sotto il mietitor rimorte:
Il suo giorno non molto era lontano
E stettero le donne in sulle porte
Delle case, dicendo: «Ave, Profeta!»
Egli pensava al giorno di sua morte.
Un simbolo biblico: l’agnello.
Le citazioni legate a questa figura sono numerose soprattutto nell’antico Testamento. “L’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” altro non è che Gesù, in quanto rappresenta l’innocenza, la purezza, la creatura fragile e indifesa che si sacrifica per la salvezza del mondo. Un simbolo usato anche in poesia da William Blake, autore inglese preromantico, che equipara appunto l’agnello alla figura di Gesù bambino:
Little lamb who made thee?
Dost I know who made the.
Piccolo Agnello, chi ti ha fatto?
Io lo so chi ti ha fatto.
L’agnello è presente nei sepolcri preparati in chiesa i giorni prima della Pasqua, nelle pasticcerie dove li possiamo trovare di marzapane, ed è presente per tradizione sulle tavole delle famiglie. La colomba, le rondini, il cero pasquale e tanti altri aspetti nascondono altrettanti significati profondi.
L’uovo come simbolo di vita
E’ già presente nelle celebrazioni popolari ma per noi oggi richiama alla mente solo quello di cioccolato. Franco Pogioli ricorda l’usanza, ancora attuale, legata alla Domenica delle Palme, quando i ragazzini si recavano alla messa con i loro palmieri, in genovese parmè, decorati da un grosso canestrello preparato con zucchero o crema all’uovo. Vi era poi un particolare tipo di canestrello, più ricco e vistoso, poiché decorato al centro da un uovo sodo colorato, fissato al biscotto grazie a due striscette della stessa pasta.
La forza simbolica delle campane
In passato venivano legate la sera del giovedì santo e a sostituire la loro melodia pensavano i bambini che le sere successive al sabato santo agitavano uno strano arnese di legno, detto scribàtua, in italiano raganella. Alla vigilia di Pasqua le campane venivano slegate prima di mezzogiorno. I ragazzi aspettavano con gioia questo momento, si recavano sulla spiaggia e ai primi rintocchi correvano in mare a lavarsi le mani e il viso in segno di purificazione.
Maura Bregante
Tratto da CORFOLE! del 4/2012, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
I commenti dei lettori
Sanguineti Vittorio:
La scribàtua è una trappola per uccelli.I bambini,in chiesa, agitavano la tarabacca (in italiano battola,tabella o crepitacolo).
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