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01 Ottobre 2008 | in categoria/e diritto edizione cartacea esperti

DIRITTO UTILE -Il giudizio di divisione

 A cura dell'avv. Gabriele Trossarello - Contatti 0185.938009 redazione@corfole.com

Quante volte abbiamo dovuto affrontare i vari problemi relativi al fatto di essere legati a terzi da una comunione, magari ereditaria..
Per sciogliere questo nodo, la legge prevede il diritto di ciascuno dei compartecipi di adire l’autorità giudiziaria nel caso in cui, come purtroppo molte volte avviene, la miopia di alcuni coeredi non renda possibile un’auspicabile divisione “amichevole o contrattuale”. La divisione è in generale l’atto di ripartizione della cosa comune tra i compartecipi, che converte le quote della comunione in porzioni concrete in proprietà esclusiva. La divisione comporta lo scioglimento della comunione, cioè l’estinzione del rapporto di comunione. In particolare la “divisione giudiziale” è quella deliberata ed attuata dall’A.G. quando, in effetti, manca la ridetta unanimità dei consensi in ordine alle modalità da seguire nella divisione. Il legislatore prevede un procedimento speciale cui debbono partecipare tutti i comunisti. In particolare il Giudice istruttore predispone un progetto di divisione, che sottopone all’attenzione delle parti fissando un’apposita udienza. Nel caso in cui non dovessero sorgere contestazioni, il progetto è dichiarato esecutivo con ordinanza ed il procedimento si chiude, previa estrazione a sorte dei lotti così formati. Se, invece, il diritto alla divisione viene contestato, la causa viene istruita in osservanza delle regole del giudizio contenzioso. La sentenza che accerta il diritto alla divisione, ordina la divisione. Il Giudice istruttore può delegare un Notaio a formare il progetto e a dirigere le operazioni di divisione. Tale progetto determina le porzioni o i lotti da assegnare che devono essere, possibilmente, di eguale natura. Eventuali ineguaglianze possono però essere compensate mediante conguagli in denaro. Nel caso in cui non sorgano contestazioni il Giudice rende esecutivo il progetto e fa effettuare a sorte l’assegnazione dei vari lotti ai compartecipi. Nel caso in cui, invece, sorgano contestazioni, il Giudice provvede ad istruire la causa secondo le regole del giudizio contenzioso per la loro definizione mediante sentenza. Si ricordi che il diritto di chiedere la divisione giudiziale, definito anche “diritto di divisione”, spetta in qualunque tempo a ciascun compartecipe. Questa è la nota caratteristica della comunione di tipo romano, che trova la propria ragione nell’esigenza di non costringere i compartecipi a mantenere una struttura associativa che l’esperienza rivela essere spesso fonte di liti.Vale la pena infine di ricordare che esiste la possibilità di chiedere anche una divisione parziale: ciò avviene quando essendo stata richiesta tale divisione da una delle parti, le altre non amplino la domanda chiedendo a loro volta la divisione dell’intero asse. La differenza principale tra una divisione amichevole ed una giudiziale sta -ovviamente- nei maggiori tempi e nei costi della seconda, che però -a volte- sono l’unica medicina all’indolenza delle parti.