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    letture

    01 Maggio 2010 | in categoria/e letture

    di quando si passeggiava in abito lungo sorseggiando sciroppo di menta. Discendente dello scrittore Thomas Hardy, Mirella si ispira a Sestri Levante

    di quando si passeggiava in abito lungo sorseggiando sciroppo di menta. Discendente dello scrittore Thomas Hardy, Mirella si ispira a Sestri Levante

    CONOSCIUTA DALLE LETTRICI COL NOME DI GAIA, RISPECCHIA UN ANIMO VIVACE E GIOVANILE >Nata a Levanto, Mirella Ardy ha scelto come luogo d’ispirazione Sestri Levante, per scrivere e per tornarvi ogniqualvolta può allontanarsi da Gallarate (Varese), dove vive attualmente. La precoce predisposizione per la scrittura è dovuta a un talento ereditario, basti pensare che il celebre scrittore inglese Thomas Hardy, è un suo avo. La differenza nel cognome non è un errore: durante il regime fascista ha perso l’iniziale, tramutandosi in Ardy. La sua è una famiglia di scrittori e di poeti, compreso il figlio, Umberto Longoni, psicologo, sociologo, e autore del romanzo "Il canto del fiume perduto" (Marna, 2009). Già da bambina Mirella inventava fiabe e da allora continuò a coltivare la dote innata. Da adulta, inizia a scrivere su riviste femminili, a partire da "Novella" e poi a ruota su "Grazia", "Confidenze", "Bolero", "Alba", "Bella", "Madre", "Cleo", "Donna Moderna", "Grand Hotel", diventando così da più di trent’anni la famosa "GAIA", confidente di donne dal cuore spezzato. Il carattere estroso e ironico la porta ad animare spettacoli culturali e salotti letterari. Mirella Ardy ha scritto e scrive racconti, articoli, centinaia di romanzi a puntate e molti libri. Molti dei suoi romanzi sono appunto ambientati a Sestri, dove Mirella trova grande pace e ispirazione: "[…] intendo quello della Baia incantata del Dolce Paese che non dico e tutti sanno […]", come si legge nel racconto "La casa di pietra" (rivista "Nuova e Nostra" – N° 12/2007). La Baia del Silenzio è per la scrittrice la scintilla ispiratrice delle sue opere, così come la Sestri di alcuni decenni fa è il luogo privilegiato dei suoi scritti. "Quei sette giorni di vento" (Marna, 2008) è un libro che, come riporta l’autrice nell’introduzione "non è un romanzo, non è una raccolta di racconti, non è un un poema in versi…è l’insieme di tutto questo, cullato dalla magia del Sogno e dalla malinconia della Realtà". >- Mirella, ci descrive alcuni personaggi del suo libro? >Per primo mi viene in mente il Gardenia, così chiamato perché sempre vestito di bianco, sia in estate che in inverno; girava nei bar e nei ristoranti con un cesto di vimini pieno di gardenie che offriva in modo galante alle clienti, soprattutto se giovani e carine. Oppure il Cilin, uomo estroverso e con 130 chili di peso, che girava sempre in bicicletta e strimpellava la chitarra davanti ai turisti; era un giullare e viveva di espedienti, non aveva mai lavorato in vita sua. E poi Fernando, il pittore della Baia del Silenzio. Il ciabattino del carruggio, Pompilio, laureato in lettere che declamava versi della Divina Commedia in coppia con Mirella, oppure Plexia che grazie a uno specchio "magico" rendeva magre le signore che acquistavano abiti da lei. E tanti, tanti altri. >- Che differenze nota tra la Sestri di oggi e della sua epoca? >Trovo che Sestri oggi sia più moderna ma anche più rumorosa, rispetto ai miei tempi, quando passeggiavo avvolta nei miei abiti lunghi e ingioiellata per le vie di una cittadina più sofisticata e con un’aria retrò. Oggi devo adeguarmi alla tecnologia, scrivo al computer ma ho sempre accanto a me la mia cara vecchia "cuore di panna", lettera 22". >- Ha iniziato a scrivere che era una bambina. Come si sente oggi? >Sempre una bambina, nell’animo intendo. Il mio carattere allegro e solare mi ha sempre aiutato a sorridere alla vita, lottando contro le avversità con dignità e coraggio.Tutto ciò si intuisce anche dai miei scritti, dove non mancano i ricordi dei miei familiari. In uno degli ultimi libri, "Voglio andare sul trenino", mio padre mi descrive come "una rosa rossa nel giardino, sempre in fiore, allegra e spensierata, anche quando nel cuore ho un sacco di pietre!". >- Con quale stato d’animo ricorda Sestri Levante?Con uno stato d’animo dolce-amaro, malinconia e gioia, passato e presente. Non posso dimenticare l’odore di focaccia calda e di caffè, lo sciroppo di menta dolciastra assaporata davanti al mare. Ogni volta che ritorno ritrovo l’altra me stessa. > >  > 


     


    I commenti dei lettori
    Elisabetta Robert:

    Cara Mirella, è tanto tempo che vorrei parlarTi e non solo di letteratura...
    Mi scuso, scrivo anche io Poesie, ma è importante.


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