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    edizione cartacea

    05 Maggio 2025 | in categoria/e edizione cartacea

    Ô Feügo, dove “Ognuno mangia quello che gli pare e quanto gli pare”

    Ô Feügo, dove “Ognuno mangia quello che gli pare e quanto gli pare”

    Ricette della tradizione, ingredienti locali e stagionali, cottura solo a legna e una filosofia tutta particolare

    Questo articolo parte con un disagio: c’è talmente tanta roba buona di cui parlare, che non so da dove iniziare. Allora parto dall’inizio, ovvero dal 2010, quando Francesco Sorbara con la compagna Michela, la mamma Faustina e la sorella Isabella hanno l’idea di aprire un locale, “Ma volevamo fosse diverso dal solito, un  posto dove mangiare quello che si vuole e come si vuole. Soprattutto bene e secondo tradizione”.


    Ô Feügo parte in un locale minuscolo in Via Roma 133 a Lavagna: “Era tipo un fainottu, quindi farinata, pollo allo spiedo, pizze e panini. Un bancone e qualche mensola su cui appoggiarsi per mangiare”. Niente di più. Solo che quel poco è davvero buono, la richiesta cresce continuamente e quei posti non bastano. Così nel 2017 prendono il locale di fianco e creano la sala. L’ambiente richiama la tradizione con tavoloni a cui sedersi anche insieme ad altri e foto di vita contadina.


    Ricette della tradizione, verdura degli orti locali e frutta sempre a tavola


    Si allarga anche l’offerta gastronomica, restando sempre fedeli alla cucina di una volta con piatti della tradizione che non si trovano più e ricerca di materie prime locali. Come la vera baciocca cotta su foglie di castagno, i testaieu cotti nei testetti, ceci in zimino, castagnaccio con ricotta. Ma mica sempre. Dipende dalla stagione. Ad esempio polpettoni, verdure ripiene e minestrone “tassativamente con pesto e bricchetti” li trovate solo quando c’è abbondanza negli orti della Piana dell’Entella e della Val Cichero. Viene usato tutto quanto si può trovare sul territorio, anche le farine, da quella di ceci e di castagne a quella per il “pane di montagna” creato da Francesco. La carne arriva da una cooperativa e un macellaio che curano tutta la filiera. Il vino è un siciliano biologico. La frutta è sempre in tavola, come gesto di accoglienza e incentivo perché, dice Francesco, “se la trovi lì ti vien voglia di mangiarla”.



    Solo cottura a legna

    Se si chiama Ô Feügo un motivo c’è. Qui non ci sono cucine: solo un grande forno a legna che Francesco usa con maestria per cuocere tutto, ma proprio tutto. E la differenza si sente, eccome. A partire dai polli campesi allo spiedo e l’asado, che meritano una menzione: cotti perfettamente, succulenti, morbidi, saporiti. Una vera goduria. E se amate la carne, la sera Ô Feügo si trasforma anche in braceria, luogo di perdizione con specialità sulla ciàppa, come le costate di castrato, le svizzere di diaframma e la tagliata di matamà.



    Il fuoco vivo è l’ingrediente segreto anche per i lievitati: dal pane alla pizza fino ai dolci con la crostata di marmellata e alla crema, lo strudel, il baciccia “che facciamo tutto l’anno e non solo per i turisti, alla gente fa proprio piacere mangiarlo”. Immancabili le pere cotte al vino rosso e anice stellato o le mele al vino bianco e cannella. E i canestrelli, prodotti con burro francese, farina italiana e uova fresche. Oltre a quelli classici Francesco produce quelli fatti con carbone vegetale e rhum: “neri come la nostra amata ardesia”.

     

    Piatti a peso o Menù fisso?

    Ognuno è libero di scegliere cosa e quanto mangiare. Si può optare per la formula gastronomia, prendendo quello che si vuole “a peso”; oppure c’è il Menù Fisso, da lunedì a venerdì €15.00, sabato e domenica €20.00 con coperto, primo, secondo, contorno, acqua, frutta e caffé fatto con la moka. La filosofia resta la stessa dell’apertura: vai al bancone, ti fai venire l’acqualina in bocca tra le specialità del giorno, prendi e porti al tavolo. Se serve, lo scaldi nel fornetto. L’acqua è a self service: liscia, gasata e gasatissima! Una formula che piace, per la libertà di regolarsi con le porzioni, abbinare i piatti e decidere quanto spendere. Ma il nocciolo della questione è che Francesco cucina quello che piace a lui: roba sana, genuina, goduriosa e come una volta. Piacerà anche a voi?


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