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10 Febbraio 2025 | in categoria/e edizione cartacea

Mi alleno nel Golfo Paradiso per sfidare l'inferno del gelo

Il ligure Paolo Chiarino è campione del mondo di nuoto in acque gelide
Sui costumi porta nel mondo i colori dell’Italia, del Genoa e della Pro Recco

- di Tiziano Penna


Lo chiamano Iceman, l’uomo di ghiaccio. E al contrario di tutti noi che prima di fare un bagno in mare pucciamo con grande diffidenza il piedino per assicurarci che la temperatura dell’acqua sia quantomeno gradevole, per lui più è fredda e meglio è. Tanto da averne fatto una ragione di vita ed essere diventato campione del mondo di questa speciale, e gelida, disciplina: l’Ice Swimming, letteralmente nuoto nel ghiaccio. Eppure Paolo Chiarino non è nato in Siberia e non è cresciuto nuotando nei Mari del Nord, anzi!
Mamma camoglina, ha imparato a nuotare nel caldo abbraccio del Golfo Paradiso e delle piscine, giacché qui ha imparato anche ad amare la pallanuoto. Da molti anni vive in Lombardia, ma ha ancora la casa a Recco dove ha trascorso l’infanzia e dove torna con la famiglia ogni volta che può per allenarsi nel suo mare. Se in pieno inverno vedrete un uomo che nuota tranquilllamente con un semplice costume, ora sapete di chi si tratta.




Dal cimento ligure alle traversate tra i ghiacciai

Pallanuotista e triatleta, si è avvicinato a poco a poco al nuoto in acque gelide ed è una delle pochissime persone al mondo ad aver nuotato sia al Polo Nord che al Polo Sud. Imprese al limite della sopravvivenza che richiedono un fisico allenato e assoluta forza di volontà. Per entrare un pochino nella sua visione, possiamo pensare ai nostri “cimenti invernali”, dove sempre più persone, tipicamente a Capodanno o all’Epifania, sfidano i propri limiti tuffandosi tra le onde.

“Se arrivano gli squali ti avviso”

Le sue imprese non hanno a che fare solo col ghiaccio, ma anche con delle incredibili distanze: per citarne solo un paio, ha attraversato a nuoto il lago di Garda per 53 chilometri senza mai toccare la barca e ha nuotato attraverso lo stretto di Catalina, 34 chilometri, fidandosi della sua guida che dalla barca gli faceva anche da vedetta: “Mi assicurava che, in caso fossero arrivati gli squali, mi avrebbe avvisato in tempo utile”.
Già, perché oltre al gelo e agli elementi atmosferici Chiarini sfida anche la fauna che in quel gelo vive, come gli squali, le orche, i leoni marini e i trichechi, che lui giura essere molto aggressivi. Animali che probabilmente quando lo vedono nuotare nel loro habitat non credono ai loro occhi. Chi glielo fa fare? Verrebbe da chiedersi. Le risposte sono molteplici: “Amo la sensazione - ha detto - di essere immerso in un ambiente crudo e puro, lontano dal caos e dalla tecnologia. Nuotare in acque gelide mi permette di spingermi oltre i miei limiti e scoprire di cosa sono capace”.



Porta nel mondo i colori del Genoa e della Pro Recco

Ha nuotato in luoghi come l’Artide, l’Antartide, il Canale della Manica, lo Stretto di Gibilterra, nella acque scandinave, nei laghi glaciali alpini e nel lago di Loch Ness. Ma la sua impresa più folle e memorabile, al momento almeno, è stata quella di attraversare lo stretto di Bering. Quando è diventato Campione del mondo di Ice swimming i russi si sono innamorati di questo “uomo del Mediterraneo” capace di superare i loro atleti allenati fin da piccoli al freddo, così nel 2013 la Marina Miltare russa lo ha invitato insieme ad altri atleti da tuttto il mondo, a partecipare a una staffetta attraverso quel lembo di Oceano Pacifico che separa la Russia dagli Stati Uniti d’America: “A pensarci oggi - racconta - sembra incredibile che una nave militare russa abbia potuto solcare le acque americane ed essere accolta all’arrivo con grande festa... La traversata doveva impegnarci tre giorni ma ce ne vollero sei per via delle correnti: invece che 86 chilometri sono stati quasi 140".


Naturalmente non tutti d’un fiato, non c’è essere umano che potrebbe resistere all’ipotermia in quelle condizioni. In queste manifestazioni infatti si procede una decina di minuti per volta ma senza nessun tipo di aiuto: “Si nuota con il costume normale, gli occhialini e la cuffia, niente mute speciali, niente protezioni, niente di niente. Come quando nuoto a Recco d’estate”. Ma i suoi costumi sono lo stesso speciali: “uno è rossoblù, per il mio amato Genoa, poi ne ho uno della ProRecco e poi quello azzurro, della nazionale, quando competo per il mio Paese”.


In Austria, ha nuotato in un canale di ghiaccio dentro a un ghiacciaio a 3200 metri di altezza

Il nuoto nel ghiaccio è uno sport sempre più praticato

L’Ice swimming potrebbe diventare disciplina olimpica: “Negli ultimi anni c’è stata un’esplosione di interesse per tutto ciò che riguarda il freddo e le sue proprietà legate alla salute e alla longevità. A metà gennaio sono stato presidente di una gara a Molveno con oltre quattrocento partecipanti, quasi il doppio dell’anno scorso. Questa disciplina insegna a controllare il corpo e la mente in situazioni di stress estremo. Eppure a guardarmi, nessuno mi darebbe dell’atleta. Ho pure la pancetta!”.


Il sogno, il libro e un messaggio

Il suo sogno? Non una cioccolata calda davanti a un camino acceso, ma continuare a nuotare nei luoghi più remoti e inospitali al mondo e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della natura: “Dal mare dipende la nostra vita sulla terra, ma pare che molti non ne siano ancora coscienti”. Ed è per questo che ha scritto un libro. Una vita presa a bracciate è il racconto appassionato di nuotate e mondi gelidi. Da salvare.

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