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    09 Settembre 2024 | in categoria/e edizione cartacea

    Zuckerberg ammette: manipolati i contenuti riguardo a Covid-19

    Zuckerberg ammette: manipolati i contenuti riguardo a Covid-19

    Cancellata dal web anche la notizia degli interessi di Biden in Ucraina, spacciata poi per “propaganda russa”. Ma era tutto vero

    Gestione delle informazioni, cancellazione di quelle “non conformi”, eliminazione dei profili critici: ecco come siamo stati condizionati


    La Casa Bianca ha fatto pressioni affinch
    é, in piena pandemia, venissero censurati alcuni contenuti relativi al Covid-19. E’ quanto ha ammesso a fine agosto Mark Zuckerberg, proprietario di Facebook, Instagram e Whatsapp, in una lettera inviata alla Commissione Giustizia della Camera Usa: “Nel 2021, alti funzionari dell’amministrazione Biden, tra cui la Casa Bianca, hanno ripetutamente fatto pressione sui nostri team per mesi affinché censurassero determinati contenuti sul Covid 19 e hanno espresso molta frustrazione nei confronti dei nostri team quando non eravamo d’accordo”. A causa di queste forti pressioni, durante la pandemia, sono letteralmente spariti oltre 20 milioni di contenuti che criticavano o mettevano in dubbio quello che stava accadendo. Per farlo, Facebook ha attivato degli “avvisi di disinformazione” che poi si trasformavano in cancellazione del post o addirittura sospensione dell’account per chi commentava o condivideva contenuti “non allineati”. Sono stati inoltre cancellati i post che criticavano i vaccini anti-Covid.

    Penso che abbiamo fatto delle scelte che, con il senno di poi e con nuove informazioni, non faremmo oggi”, ha detto Zuckerberg. “Mi dispiace di non essere stati più espliciti al riguardo’’, ha aggiunto. In pratica, la lettera conferma che durante la pandemia di Covid-19 numerosi contenuti non allineati alla comunicazione governativa, sono stati rimossi come “disinformazione” mentre in realtà vi era l’influenza della politica.




    E non è tutto. Il fondatore dei social più usati, che oggi hanno un potere di convincimento anche più forte di quotidiani e tv, ha riconosciuto di aver ceduto in altre un’occasioni a queste pressioni, privando così i cittadini del diritto a un’informazione libera e trasparente.
    Quello del COVID non è infatti l’unico caso in cui la comunicazione è stata manipolata ad arte: Zuckerberg ha ammesso di aver anche impedito la diffusione della notizia dei file trovati nel computer del figlio del presidente americano Biden, dal quale emergevano - tra l’altro - affari privati illeciti con l’Ucraina. Le pressioni della Casa Bianca non solo hanno portato alla sparizione di ogni traccia della notizia pubblicata dal quotidiano New York Post -a cui il giorno seguente è stato oscurato il profilo Twitter -, ma hanno fatto circolare la versione creata ad hoc secondo cui si trattava di disinformazione russa. “In seguito diventò chiaro che non era così”, ha sottolineato Zuckerberg.
    Nella sua lettera alla commissione giudiziaria, ha dichiarato che le pressioni ricevute nel 2021 erano "sbagliate" e ha ammesso di "rimpiangere" che la sua azienda non sia stata più schietta nel contrastarle. Ha inoltre espresso rammarico per quanto accaduto e ha dichiarato che ha cambiato le regole sui fact checkers (i “controllori” che decidono se un contenuto è vero o falso) e che sono pronti a reagire se dovessero ripresentarsi pressioni. Ha, inoltre, precisato che in queste elezioni intende essere "neutrale" e che quindi non pianifica alcun contributo simile a quello del 2020, quando donò 400 milioni per aiutare il governo a gestire le elezioni col Covid, attirandosi l'accusa di aver favorito Joe Biden.

    Zuckerberg ha illustrato tutto questo nella lettera inviata al presidente della commissione giustizia che sta indagando sulla manipolazione dei contenuti sui social e che ha descritto queste ammissioni come una “grande vittoria per la libertà di parola”.

     


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