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edizione cartacea
06 Settembre 2024 | in categoria/e edizione cartacea
1824-2024: da due secoli Recco celebra l'incoronazione di Nostra Signora del Suffragio
La storia della Confraternita e le origini della Sagra del fuoco
Tutto nasce da due Confraternite che per non fare torto a nessuno rinunciarono al proprio patrono
Nei pressi di un canneto nel sito detto anticamente “pianoro di San Martino”, dove oggi sorge l’ospedale, esisteva un Oratorio dedicato al Santo. Qui, nel 1399, fu fondata una Confraternita. Nel 1557, a seguito delle incursioni del feroce pirata saraceno Dragut, che mise a ferro e fuoco la città, uccidendo e facendo schiavi molti recchesi, il Governo Genovese decise di costruire un forte sul sito dell’Oratorio di San Michele. Questi confratelli si fusero allora con quelli di San Martino e per non far prevalere nessuno dei due Patroni diedero vita a una nuova confraternita dedicata al culto della Madonna, la Confraternita di Santa Maria. Nel 1590 decise di costruire un nuovo oratorio sulla sponda sinistra del torrente e nel 1593 vi fu trasferita la statua della Madonna che già si venerava nell’antico Oratorio. Nel 1710 la Confraternita si aggregò l’Arciconfraternita del Suffragio di Roma adottandone definitivamente il titolo. Arriva però l’invasione napoleonica e l’atteggiamento nei confronti delle Confraternite è repressivo fino a firmare, nel 1811, il decreto di chiusura degli oratori. I beni furono requisiti e poi riscattati da alcuni cittadini che li restituirono quando nel 1814, caduto Napoleone, l’Oratorio fu riaperto. Fu un nuovo fervore di devozione, quasi un’esplosione di quella fede che per tanti anni era stata forzatamente nascosta nell’anima dei devoti recchesi.
Stendhal descriveva così la festa
La voglia di festeggiare è enorme e richiama tante persone. I nquell'anno (1814) tra queste vi è lo scrittore francese Stendhal: in una nota scritta in quei giorni racconta di essere andato a Recco “per vedere i fuochi d’artificio che si devono tirare questa sera in onore dell’amabile Maria, madre di Gesù Cristo. Non torneremo che fra tre giorni”. Scrive tra l’altro: “Il villaggio era abbondantemente illuminato, ad un miglio di distanza percepivo il suono del piffero e del clarino… sono le dieci, lo spettacolo diventa più sublime ad ogni istante… da qui intendo gli scoppi dei fucili e dei mortaretti esplosi in onore della Santa Vergine... abbiamo ballato fino alle due del mattino e poi abbiamo cenato”.
L‘incoronazione del 1824
Tale era l’affluenza e tante le grazie che la Madonna elargiva ai suoi fedeli che la cittadinanza, tramite il Sindaco ed il Parroco, chiesero alle alte autorità della chiesa di poter elevare l’oratorio a santuario e ottenere dal Capitolo Vaticano l’incoronazione della venerata Effigie. La domanda venne accolta e l’incoronazione concessa con Bolla del Capitolo Vaticano del 24 marzo 1823. Il Capitolo Vaticano donò anche le due auree corone con le quali l’Arcivescovo di Genova l’8 settembre 1824 incoronò la statua di N.S. del Suffragio e del Bambino. Da quella data l’Oratorio diventò Santuario. Nel corso dell’Ottocento furono intrapresi lavori di abbellimento e ancora nei primi del Novecento, specialmente in occasione del primo centenario (8 settembre 1924) che fu memorabile.
Durante la Guerra la statua fu nascosta in un grotta appositamente scavata in una villa
Poiché il Santuario era stato danneggiato dai bombardamenti e le altre chiese e l’abitato di Recco erano distrutte, l’8 settembre 1944 le funzioni furono celebrate nella villa di Federico Badaracco, dove la statua della Madonna era stata posta in salvo in un rifugio scavato nella roccia. Numerosi furono i recchesi che, pur dispersi dalla distruzione della città, si recarono al rifugio per la Santa Messa. Al termine del conflitto la Statua fu trasferita con solenne processione all’Oratorio adiacente al Santuario, rimasto inagibile fino al giugno 1947. Negli anni ‘60 e ‘70 la tenacia dell’Arciconfraternita e dei recchesi lo hanno riportato all’antico splendore.
Eppure di questa statua non si conosce l’origine
Della statua della Madonna non si conosce l’origine, infatti già nel processo istituito nel 1821 dall’autorità ecclesiastica per l’incoronazione, si legge “Non si conosce l’anno preciso in cui è stata suddetta Immagine esposta alla pubblica venerazione ma deve essere ab immemorabili, perché si vede dai libri di detto oratorio quanto da uno della parrocchia di questo luogo che dopo l’anno 1557 esisteva suddetto oratorio sotto l’invocazione di Maria Santissima e che detta immagine era alla pubblica venerazione”.
Una festa spettacolare da sempre
Inoltre, vi si legge a proposito della festa: “..la principale e più solenne festa che si fa è quella degli 8 di settembre che si solennizza con grande pompa d’apparato, con novena e discorsi tutti i giorni, panegirico, musica, illuminazione generale di tutto il paese con macchine a disegno fatte a bella posta,sparate, processione e fuochi artificiali … alla quale festa concorrono a venerare Maria SS.ma non solo le vicine parrocchie, ma anche in gran numero di persone da Genova, dai monti liguri, da Chiavari e da altri paesi lontani fino a quaranta circa miglia”.
Da quel momento la festa dell’8 settembre assume la forma e i modi che conosciamo ancora oggi, ad eccezione delle manifestazioni esterne. Infatti fino al 1974 la processione usciva dal Santuario e visitava i vari Quartieri che la salutavano con la sparata e i fuochi artificiali. Poi, per ragioni di sicurezza si è cominciato ad articolare gli spettacoli pirotecnici in due serate, 7 e 8 settembre, mentre le sparate di mortaretti continuano ad essere esplose il giorno 8 durante il passaggio della Madonna nei vari Quartieri.
- Il Santuario all'inizio del XX sec.
- Giugno 1945 La Madonna ritorna al Santuario dopo la guerra
- Il Santuario durante i festeggiamenti
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