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08 Maggio 2024 | in categoria/e diritto edizione cartacea

Accordo che dissimula una donazione - l'avvocato risponde

Lucia (nome di fantasia per motivi di privacy) ci scrive che alla morte del padre si è aperto un contenzioso con la madre e il fratello per la divisione dell’eredità del padre.
Per porre fine a tale lungo contenzioso, i tre addivenivano ad un accordo in base al quale la nostra lettrice rinunciava a intromettersi negli accordi divisori che sarebbero intercorsi tra la madre e il fratello; in cambio, le vinivano attributi diritti su beni immobili facenti parte dell’eredità.
Successivamente, deceduta anche la madre, Lucia evocava in giudizio il fratello lamentando la lesione della sua quota di legittima: riteneva infatti che l’accordo di divisione tra il fratello e la madre sarebbe stato, in realtà, un accordo che dissimulava una donazione fatta in violazione della quota di legittima spettante per legge a Lucia.
Il fratello si difendeva in giudizio affermando che la rinuncia della sorella ad intromettersi negli accordi tra lui e la madre avrebbe comportato l’impossibilità da parte di Lucia di contestare gli atti dispositivi della madre.
La nostra lettrice ci chiede se lei possa avere qualche speranza di uscire vittoriosa dal contenzioso che la oppone al fratello.

Ritengo che Lucia possa stare tranquilla, perchè le argomentazioni svolte dal fratello nelle proprie difese non potranno trovare accoglimento.
Infatti, Lucia non era certamente legittimata a contestare che gli atti dispositivi del patrimonio della madre, compiuti da quest’ultima, dissimulassero una donazione, finchè la madre era in vita.
Ma tale tipo di contestazione può essere certamente fatta da Lucia dopo la morte della madre.
In vero, il patto di non intromettersi negli accordi di divisione tra il fratello e la madre non può tradursi in una rinuncia preventiva da parte di Lucia a far valere eventuali diritti successori, poiché, altrimenti, risulterebbe violato il disposto dell’art. 458 c.c., che vieta la stipula di patti di disposizione di una futura eredità.
Tale assunto è confortato da una recentissima pronuncia della Suprema Corte che stabilisce il seguente principio di diritto: “è nulla per contrasto con il divieto imposto dall’art. 458 c.c. la transazione con la quale uno dei futuri eredi, quando è ancora in vita la de cuius, rinunci a vantare i diritti anche quale legittimario sulla futura successione, ivi incluso il diritto a far accertare la natura simulata degli atti di disposizione posti in essere posti in essere dalla de cuius in quanto idonei a dissimulare la donazione”.  (si veda Cass. n. 366/2024).

Avv. Gabriele Trossarello
Studio: Chiavari, Gattorna
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