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    edizione cartacea

    10 Aprile 2024 | in categoria/e edizione cartacea

    Radio Liguria, La prima di canzoni solo in genovese

    Radio Liguria, La prima di canzoni solo in genovese

    Nata da un’idea di Massimo Morini dei Buio Pesto, oggi ha in scaletta 1700 brani

    - di Michela De Rosa

    Un ponte tra tradizione e futuro e un veicolo di promozione per l’identità territoriale. Ma anche un’iniziativa che coniuga musica e beneficenza. Si chiama Radio Liguria, è la prima web radio (quindi ascoltabile solo in internet) che trasmette solo in dialetto ed ha uno scopo benefico: al netto delle spese, l’utile annuale viene devoluto al progetto “Ambulanza Verde” per acquistare mezzi di soccorso o attrezzature mediche per le Pubbliche Assistenze della Liguria. Questo è possibile anche grazie ai vari sponsor e anche per questo c’è lo zampino del dialetto: per chi vuole diventare sponsor, se l’attività ha il nome in dialetto c’è il 50% di sconto.

     



    L’idea della radio è venuta nel 2022 a Massimo Morini, leader dei Buio Pesto, gruppo che da sempre canta esclusivamente in genovese. «Perché una radio on line in dialetto? Semplicemente perché in Italia non l’ha mai fatto nessuno prima» spiega. «Poi c’è una considerazione culturale: il grande canzoniere regionale doveva essere raccolto in qualche modo. Impossibile farlo stare tutto in un supporto fisico, mentre online non solo non c’è limite di spazio, ma rende possibile scoprirlo e apprezzarlo da ogni parte del mondo». La risposta di pubblico non si è fatta attendere: «Ci aspettavamo una media di 200 ascoltatori al giorno invece siamo oltre i mille. Molti sono di fuori regione: basti pensare che ci sono almeno 100mila liguri che vivono fuori regione e altrettanti all’estero; ci ascoltano da Milano, Roma, dal Giappone, Stati Uniti, Inghilterra, Argentina, Brasile, Germania etc. Abbiamo un programma che mostra da dove ci ascoltano e c’è un signore di Castelfranco Veneto che resta collegato su Radio Liguria anche 18 ore al giorno. Che storia!».

     



    Un archivio immenso

    Morini ci tiene a fare un ringraziamento a Nino Cancilla che ha recuperato brani in genovese davvero impensabili, arrivando a ben 1.700 canzoni con i nomi più noti, da Gilberto Govi a Gino Paoli, da Piero Parodi a Franca Lai, dai Trilli a Vittorio De Scalzi e grandi nomi della musica italiana che hanno interpretato brani in zeneise.

    Tra questi, Mina con la sua interpretazione di “L’ultima spiaggia”, Massimo Ranieri con “Pigalle” e Fabio Concato con “Genova per noi”. E poi c’è lei, “la” canzone per eccellenza, “Ma se ghe pensu”, nelle versioni di Mina, Massimo Ranieri con Luca e Paolo, Ricchi e Poveri, Antonella Ruggiero, Gino Paoli, Bruno Lauzi e anche... il pulcino Calimero. Star di un Carosello degli anni ’60, è emblematico per come il senso di appartenenza si muova anche tra le generazioni: il suo doppiatore era infatti milanese ma con genitori liguri e il pulcino si esibisce in un genovese impeccabile.

    Le canzoni più cantate
    ‘Ma se ghe penso’, ‘Piccon, dagghe cianin’, ‘Trilli Trilli’, ‘Canson da cheuglia’, ‘Ciao salutime un po’ Zena’, ‘Cómme t'ê bèlla Zêna’.

    Artisti con più brani
    I Buio Pesto con 246 brani, i Trilli con circa 140, Piero Parodi 100, Franca Lai 80.
    Poi c’è Marino D’Angelantonio “che pochi conoscono e ha 50 canzoni meravigliose e divertentissime”.


    Morini per primo ha scoperto molti autori e interpreti meno noti ma che sono delle vere sorprese: «C’è un brano che dura 30 secondi: quando abbiamo visto la durata pensavamo a uno scherzo e in pratica c’è questo cantante che suona la chitarra e poi improvvisamente intona “Pe fâ anâ e cöse drîte ghe veu ‘na bella lîte”. E finisce lì. Praticamente un cortometraggio musicale! E ancora Quei de Rsciugni (Quelli di Rossiglione) che hanno una canzone di Natale che è pura poesia».

     

    Una scuola di dialetti

    Le canzoni vanno dai primi del Novecento ai giorni nostri e attraversano tutta la Liguria: «Pensavo di sapere bene il dialetto, ma ascoltando questi brani ho imparato la pronuncia nei diversi periodi storici e anche come cambi da una zona all’altra di Genova, della regione e anche come suona nella lirica. Una vera scuola», spiega Morini.

    A proposito di questo e visto anche il recente successo di una canzone in napoletano al Festival di Sanremo (“I p’ me, tu p’ te” di Geolier), chiediamo come procede sull fronte giovani: «Un disastro. Non ci sono giovani che producono in genovese». Speriamo che Radio Liguria ne ispiri qualcuno.


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