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    storia locale

    18 Dicembre 2023 | in categoria/e storia locale

    Perché sull'albero di Natale mettiamo le palline?

    Perché sull'albero di Natale mettiamo le palline?

    Una tradizione che si perde nella notte dei tempi

    Magari la stella del puntale è leggermente sbeccata, ma ci riporta il sorriso dei nonni. E’ vero, il presepe mostra i suoi anni, ma solo vederlo ci ricorda le tavolate allegre con tutti i parenti. Quello in cui si tirano fuori i cartoni con le decorazioni di Natale è uno dei momenti più attesi e più belli dell’anno. Per chi ha la fortuna di avere quelli tramandati in famiglia è anche un momento di dolci ricordi e di contatto con le proprie radici. Certo, quelle palline sono meno brillanti di quelle nuove, ma ci rivediamo quando le mettevamo sull’albero con le nostre mani di bambini. Ma vi siete mai chiesti dove nasce l’usanza di appendere palline all’albero di Natale? Ebbene, affonda le radici in epoche molto antiche. Ricordarli ci permette di rientrare in contatto con il significato di quel gesto, e forse ci verrà voglia di comprare... delle mele.  

    Celebrare luce e rinascita: una ricorrenza antichissima

    Quella di celebrare nel Solstizio d’Inverno “la luce e la rinascita” dopo la più lunga notte dell’anno (orientativamente il 21 dicembre) è una tradizione antichissima che ha attraversato diversi popoli. I Celti ad esempio, celebravano Yule, la rinascita: la casa veniva decorata con rami di sempreverdi a simboleggiare la resistenza contro le insidie dell’inverno e le persone si raccoglievano intorno al fuoco, banchettando e facendo rituali. Tra questi c’era lo scambio dei regali, perlopiù cibi, probabilmente per rincuorarsi che ci fossero scorte non solo a sufficienza ma addirittura da regalarne e quindi di poter sopravvivere fino alla primavera, quando la terra avrebbe ricominciato a dare frutti.

    Le mele del Giardino dell’Eden

    Con l’avvento del Cristianesimo si iniziò, in occasione della Natività, a esporre nel sagrato delle chiese o nella piazza del villaggio, alberi interi decorati con carta, candele e mele rosse. Perché le mele? La tradizione dell’albero potrebbe più propriamente dipendere dalla tradizione Protestante delle regioni tedesche in epoca di Tardo Medioevo, che prevedeva per la vigilia di Natale, la ricostruzione nelle chiese dello scenario del Paradiso in terra con tanto di alberi di mele. Pare sia un chiaro riferimento all’albero della Conoscenza del Bene e del Male del giardino dell’Eden e quindi al peccato originale. Infatti, in origine, il 24 dicembre si celebrava il giorno di Adamo ed Eva. Nei giorni precedenti venivano messe in scena nelle città e nei villaggi particolari rappresentazioni teatrali chiamate Opere Misteriose o Opere Miracolose. Questi spettacoli avevano lo scopo di comunicare i concetti della Bibbia alla gente quasi totalmente analfabeta. In particolare, una delle opere miracolose era l’Opera del Paradiso e raccontava la scena della cacciata Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden. La scenografia mostrava al centro un albero sempreverde, simbolo dell’immortalità, e mele rosse che pendevano dai rami. Così si diffuse l’usanza di mettere nei cortili prima e nelle case poi, il cosiddetto “albero del Paradiso” con tante mele rosse appese. Da una parte le mele simboleggiano la tentazione, dall’altra la morte del peccato grazie alla nascita di Gesù.

    Poi un inverno mancarono le mele e un artigiano inventò le palline di Natale

    Fino qui abbiamo visto che si usavano le mele, ma nel 1858 ci fu un inverno così rigido che i raccolti furono drammaticamente scarsi: anche le mele non bastavano per il sostentamento della gente, figuriamoci per decorare gli alberi. Così un artigiano del villaggio francese di Goetzenbruck che ospitava fin dal 1700 una fabbrica specializzata nella produzione di vetri per orologi, ebbe un’idea davvero originale. Poiché nella lavorazione, il vetro veniva tagliato in palline che venivano poi soffiate, l’artigiano pensò che quelle palline di vetro potessero diventare addobbi scintillanti per l’albero di Natale del paese. L’idea riscosse un tale successo che la vetreria del piccolo villaggio iniziò a esportarle in tutto il mondo. La produzione continuò senza sosta fino agli anni ’60, quando iniziarono ad affermarsi le decorazioni moderne di plastica.


     


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