vergogna

di Giansandro Rosasco | 30 Agosto 2016 | in categoria/e aiuola attualita edizione cartacea vergogna

BUONMESE di Giansandro Rosasco - Terremotati (si nasce)

Sto giro voglio parlare dei terremotati, non delle povere anime del centro Italia ma dei personaggetti che non perdono occasione per dimostrarsi tali. Da quella del Grande Fratello, nazivegana e animaniaca, arrivata a scrivere: “Ma è stata inventata ad Amatrice la famosa amatriciana? E vabbè, ma allora è karma!” alludendo al fatto che nel sugo c’è carne di maiale, quindi meritano di morire. Poi ci sono i razzisti un tanto al mucchio che vorrebbero togliere i sussidi a chi scappa dalle guerre per darla ai “nostrani”, come se la solidarietà si dovesse dividere e non moltiplicare.
Sotto allora con la formale scaletta di priorità. Terremotato bianco? Vali 3 punti. Bombardato nero? 1 punto. Vabbè, mezzo punto in più se gli armamenti sono Made in Italy così ci sciacquiamo la coscienza.
Poi c’è il baldanzoso toyboy della senatrice Dem che vestito di tutto punto si fa l’autoscatto “souvenir” con le macerie alle spalle. Una splendida metafora di quanto frega alla ricca politica della nostra sgangherata società ormai ridotta in briciole. E se la sinistra piange la destra non ride: la Meloni si batte per destinare il jackpot del Superenalotto ai terremotati, peccato che la Sisal sia una società britannica e risulti impossibile, mentre di tagliarsi lo stipendio non ci pensa proprio. Manca solo una delle uscite di Salvini, e stavolta che serve davvero la ruspa non si è fatto sentire.
Poi ci sono gli sciacalli, quelli delle macerie e quelli della parola. Dai leoni da tastiera che criticano tutto e tutti ai giornalisti “blasonati” che dalle reti pubbliche, mentre ancora scorrono scene di corpi estratti dalle macerie, affermano che “Il terremoto è un volano per l’economia”.
Terremoto però è anche bellezza. Tra nuvole di polvere e cumuli di macerie si scopre la Solidarietà umana, quella che organizza carovane di aiuti, apre le porte delle proprie case, dona sangue e spera che quegli Euro inviati via sms vadano davvero a quel padre di famiglia inginocchiato, a quel bambino rimasto orfano, a quella vecchietta curva miracolosamente sopravvissuta senza più niente. Ecco che il bicchiere è di nuovo mezzo pieno e anche in queste situazioni possiamo riempirlo con un po’ di cuore, che magari pare un po’ banale ma fa sempre rima con amore. E per un attimo fa dimenticare i terremotati per cui non c’è proprio speranza, quelli che le macerie le hanno nella testa.