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cultura, edizione cartacea, itinerari, storia locale, uscire
di Cristina Parente | 07 Luglio 2014 | in categoria/e cultura edizione cartacea itinerari storia locale uscire
Stranezze locali: a Santa Margherita le statue... camminano
A Santa Margherita molte statue sono state realizzate come pretesto per costruire grandi opere pubbliche o... per evitarle. Sontuosi busti e valorosi uomini a cavallo non sono soltanto onorificenze per gloriosi personaggi storici e politici, ma nascondono curiosità e aneddoti al limite del surreale. Lo racconta Renato Dirodi, ex assessore all’urbanistica del comune, ora commerciante e soprattutto studioso di storia locale, nel suo libro “Statue che camminano”, storia inedita dei monumenti sammargheritesi, discusso a fine giugno presso l’Associazione “Spazio Aperto” .
I Giardini a mare? Si devono alla genialata di una statua a cui non si poteva dire di no
Gli importanti mutamenti urbanistici che hanno interessato Santa Margherita a cavallo tra 1800 e 1900 sono stati resi possibili grazie all’ingegnosa attività politica di Angelo Rainusso, nominato ben sette volte sindaco tra il 1880 al 1923, periodo durante il quale trasformò la cittadina “da“umile borgata a doviziosa città”, come riportato sulla sua tomba. Una delle sue principali realizzazioni urbanistiche fu quella dei Giardini a mare. Qui il progetto di riempire il vecchio porto, caduto in disuso dopo la costruzione del nuovo nel 1860, non era stato approvato a seguito dell’opposizione del Ministero, sollecitato dai proprietari dei palazzi antistanti. La “genialata” dell’acuto sindaco fu di riproporre il progetto prevedendo la collocazione di una statua di Vittorio Emanuele II al centro del riempimento. All’epoca regnava Umberto I (foto 1) e quindi nessuno poteva opporsi all’innalzamento di un monumento a favore del padre del re e fautore dell’unità d’Italia. Nel 1912 fu la statua di Cristoforo Colombo (foto 2), inaugurata il 12 ottobre 1892 in Piazza del Comune in occasione del quarto centenario della scoperta dell’America, ad essere spostata nella zona dei giardini. La statua era stata pagata dalla Società istruttiva margheritese ligure Cristoforo Colombo fondata da 116 emigrati da Santa a Buenos Aires, e il cui primo presidente Domizio Lastreto fu, una volta rientrato definitivamente in patria, eletto sindaco nel 1914, oggi sepolto vicino al sindaco Rainusso. Al posto di Colombo in Piazza del Comune, venne posato nel 1913 la statua del senatore Giacomo Costa (foto 3 l'originale e foto 4 quel che ne rimane oggi), oriundo di Santa Margherita, ministro di grazia e giustizia nel governo Rudinì. Il monumento fu in seguito traslocato in Piazza San Siro e poi demolito il basamento. Ne restano le statue che giacciono pressoché abbandonate nel giardinetto di Villa delle rondini di proprietà comunale, e proprio Renato Dirodi, nel suo intervento di sabato scorso, ha chiesto alla nuova amministrazione, rappresentata dall’assessore alla cultura Betty Tassara di ricercare una più degna collocazione per il concittadino Costa.
..di come la statua di Tizio si trasfmormò in quella di Caio per bloccare la costruzione di una caserma
Ma abbiamo anche il fenomeno opposto, ossia innalzare una statua con lo scopo di vietare un’opera pubblica. E’ il caso del monumento a Umberto I, fatto realizzare con il preciso intento di non far costruire la caserma della Guardia di Finanza dietro il porto. Si costituì un comitato pro-monumento che si diresse nelle cave di marmo di Carrara per commissionare la statua ma, ahimè costava troppo, così la leggenda, o, se vogliamo, la storia tramandata di padre in figlio, dice che un commerciante di monumenti aveva in magazzino una statua raffigurante il generale Belgrano, eroe nazionale argentino. Ebbene, con un mirato restyling gli cambiarono i connotati per farne un Umberto I (foto 1) a costo abbordabile.
Mazzini sfrattato dalla prima strada per Rapallo
Prima del Novecento la viabilità di Santa Margherita era scarsa anche a causa dei tre torrenti che la percorrevano: San Siro, Magistrato e Nozarego. Il corso d’acqua San Siro divideva la zona Ghiaia dal centro e anche qui un monumento, quello a Giuseppe Mazzini (foto 5) , venne utilizzato per indurre il demanio a concederne celermente la copertura. Quando venne poi realizzata la strada per S. Lorenzo, che attraverso corso Rainusso, sfociava proprio nello spazio davanti all’odierno cinema Centrale, dov’era collocata la statua del grande repubblicano, la stessa fu spostata nella piazza del Municipio “sfrattando”, come abbiamo detto prima, il povero Giacomo Costa.
Se le statue potessero parlare, come nel celebre film di Silvio Soldini, Il comandante e la cicogna, sarebbero in grado di raccontarci la vera storia di tante città, città che hanno cambiato volto grazie ai tanti volti che le rappresentano.
Tratto da CORFOLE! del 7/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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