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    attualità

    00 Settembre 2008 | in categoria/e attualita

    Liguria tra "riminizzazione", "spagnola" e "gratta e vinci"

    Ha il record in cementificazione, non usa Internet e perde le culture locali
    Liguria tra

    Settembre, è tempo di migrare, recitava il poeta. In una città come Sestri Levante e in tutta la Liguria, settembre è tempo di bilanci turistici.
    La stagione si preannunciava catastrofica, a causa della crisi internazionale, dell’aumento del petrolio, del cambio euro/dollaro. Fino a luglio è stato così, ma agosto e settembre hanno avuto un rimbalzo positivo per le presenze turistiche, tanto che il presidente degli Albergatori Franco Repetto parla di un anno che dovrebbe alla fine mantenere lo stesso numero di presenze del 2007. Ma il mantenimento delle posizioni è pur sempre una “crescita zero”: serve un rilancio che appare difficilissimo.
    Nel 2004-2005 il turismo italiano è regredito ai livelli del 1998 (dati presentati alla Conferenza internazionale sul turismo di Riva del Garda), e negli ultimi quindici anni la Liguria ha fatto registrare un calo di presenze del 10%, il che significa che il problema è strutturale e non riguarda soltanto la crisi economica del 2008 o la crescita del prezzo per i trasporti.
    Una delle cause è costituita dalla cementificazione con seconde case, che ha distrutto l’ambiente e la cultura locale. Come denunciato da Preve e Sansa, giornalisti del Secolo XIX e autori de Il partito del cemento (Chiarelettere, 2008), in Liguria sono in arrivo altri tre milioni di metri cubi per le nuove costruzioni. Tutto ciò mentre la popolazione residente diminuirà del 10% nei prossimi 15 anni, trasformando la Regione in un immenso Ghost Village. Intanto le case hanno coperto la terra per quasi per il 50% in più. La Liguria è la regione più cementificatrice d’Italia, più di Calabria, Sicialia, Lombardia, Campania, superando del 300% le altre regioni. Una vera emergenza, per la quale si avvia ora una mobilitazione.
    Di cosa sorprendersi, se aggiungiamo agli scempi speculativi (ben tollerati e spesso sponsorizzati da amministrazioni che si proclamano “ecosostenibili”) il livello dei prezzi, inadeguato alla concorrenza internazionale?
    Ma non è solo questione di prezzi, visto che nelle carissime Cinque Terre il successo invece continua, e con dimensioni mondiali. Forse però a Monterosso il “partito del cemento” non è passato: la Liguria si è ridotta a quella piccola riserva indiana, e giapponesi e americani vanno più lì che a Portofino o Sanremo.
    Gli operatori turistici devono operare nel web marketing, smettendo di cercare un’impossibile politica “pubblico-privata”, che si rivela incapace di gestire il marketing territoriale, per non parlare della programmazione urbanistica o del web marketing, com’è ormai acclarato. Bisogna dotarsi da sé di un’efficiente cultura web, e imparare a comunicare ai turisti e agli operatori stranieri, visto che il web lo permette e costa poco. Sono le associazioni degli imprenditori a dover prendere in mano le redini del discorso.
    Il secondo nodo riguarda l’offerta culturale, dove ci sono i problemi peggiori. La sostituzione del turismo internazionale alberghiero con le seconde case destinate a speculatori oppure a cittadini che risiedono in Italia, ha provocato la desertificazione del centro storico. Le fabbriche non hanno avuto alcuna occasione di passare dal metallurgico all’era postindustriale. Le navi costruite in Fincantieri costano all’Italia più di quanto vengono pagate.
    Soprattutto sono venute a mancare le culture “indigene” contadina, peschereccia, operaia. Il melting pot che è arrivato ha prodotto una deriva a due facce, un’epidemia “spagnola” oppure la riminizzazione.
    La “spagnola” colpisce soprattutto le fasce giovanili di popolazione residente: vivere in una località turistica dà l’idea di essere sempre in vacanza e lascia facile appiglio ai diversivi. Non parliamo della “discotecofobia” da feste notturne, che quest’anno ha opposto i giovani al sindaco Lavarello (un ex comunista impietosamente definito “fascista” sui muri del carrugio a causa dei divieti sul consumo di alcol).
    arliamo del nefasto incremento del consumo di droghe, che sta salendo a livelli impensabili, con connotazioni ben diverse dalla generazione precedente: oggi le droghe servono come vitamine, e non usarle significa essere bollati come “out” dalla comunità. Un problema gravissimo e difficilmente irrisolvibile da una politica che confonde progressismo con liceità, e talmente relativista che non sa più offrire modelli e princìpi di alcun tipo.
    L’alternativa è la “riminizzazione”. Sestri ha seguito soprattutto questo modello.
    Si tratta di realizzare un territorio destinato al turismo familiare, soprattutto italiano. Ciò tuttavia ha prodotto il già citato grave effetto collaterale della cementificazione, tanto più grave in un territorio così ristretto, a differenza dell’Adriatico.
    Lo stile di vita estivo si è aggravato con la notizia, rimbalzata sui giornali nazionali, della vincita di un milione di euro, con un “Gratta e vinci” da 5 euro, da parte di una coppia di turisti milanesi. Sestri diventa il Paese del Bengodi? No, piuttosto il paese dei rovinati dal Gratta e Perdi: E c’è chi compra 50 Gratta e vinci al giorno...
    A costo di sembrare moralisti,sarà megliosollevare il caso (esteso in tutta Italia) di una cittadina dove centinaia di persone sisono rovinate, “grazie” al demone del gioco. Credono costoro che la fortuna si possa costruire con una semplice grattata. Invece il futuro si costruisce col genio e col lavoro, se non siamo davvero tutti “riminizzati”. A Sestri Levante trionfano i Gratta e vinci, le bische ufficiali e quelle clandestine, le corse dei cavalli, i videopoker.
    Già ora i bambiniconoscono perfettamente le regole del poker Texas Hold’em, invece che quelle della grammatica, della matematica, della briscola, della pesca in mare, della coltivazione del prezzemolo, della poesia di Montale... Ci svegliamo?
    Paolo Della Sala


     


    I commenti dei lettori
    anonimo:

    un'analisi interssante. spero che chi di competenza legga e rifletta. Bruno da Sestri


    anonimo:

    ci sono dei bar ridotti ormai a posti loschissimi con la gente attaccata al videopoker già di mattina.. che schifo. donne, uomini, ragazzi, anziani.. magari la mammina che ha appena portato i figli a scuola e poi si ferma lì a mettere gettoni e gettoni.. o pensionati che poi dicono di non arrivare a fine mese... trovo tutto molto triste. E' vero, è ora di svegliarsi


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