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    attualità

    01 Giugno 2009 | in categoria/e attualita

    Acquedotti colabrodo e bollette sempre più care: la soluzione è semplice come... l‘acqua

    Acqua, bene vitale o oro blu? Intervista-sondaggio ai 76 candidati dei 27 Comuni interessati dalle elezioni amministrative
    Acquedotti colabrodo e bollette sempre più care: la soluzione è semplice come... l‘acquavignetta


    In Redazione, come è ovvio che accada, ci arrivano segnalazioni di ogni sorta e nostro compito è dare voce alle indicazioni dei cittadini. Tra queste, molte riguardano l’acqua che va ricordato è un bene primario per la sopravvivenza. Se gas ed elettricità ci offrono le comodità a cui siamo abituati, l’acqua è un bene vitale. Senza moriamo. Questa cruda premessa è necessaria per comprendere il punto di vista di questo imponente sondaggio, che ci ha visto contattare uno a uno i 76 candidati Sindaci di tutto il Levante. A loro abbiamo posto esattamente le stesse 10 domande - in totale par condicio, come è nostra consuetudine - liberamente tratte dal blog di Beppe Grillo - e che ci sono sembrati di buon senso in quanto, presi nell’insieme, creano un circolo virtuoso nel quale il cittadino ritrova un diritto primario, ma al contempo diventa parte attiva e responsabile del ciclo dell’acqua, eliminando sprechi e contribuendo con le sue scelte ad un’acqua pulita, in tutti i sensi. Quella stessa acqua che beve, in cui pesca e nuota e con la quale irriga l’orto o lava la frutta acquistata. Evidentemente questi 10 punti sottendono un certo buon senso perché in linea generale tutti i candidati si sono mostrati d’accordo su tutto. Coloro che non condividevano appieno alcuni quesiti hanno motivato con giustificate argomentazioni il loro punto di vista e per questo abbiamo evitato la semplice comparazione SI/NO, andando invece a sottolineare tutte le informazioni utili emerse dagli incontri.
    In ultima analisi, come avrete letto alle pagine 3-4-5, abbiamo dato la possibilità a ciascun candidato di sottolineare un obiettivo importante del proprio programma, sia che si tratti del tema centrale, del programma nei primi cento giorni o un target ad ampio respiro da attuarsi nel quinquennio.
    Va da sé, ma è bene ricordarlo, che essendo interpellati in qualità di eventuale prossimo Sindaco, i vari “sono d’accordo” non rappresentano una semplice opinione personale, ma sottendono un “mi impegnerò in questo senso”. Esortiamo quindi tutti i lettori - nonché elettori - a monitorare quanto si farà o meno nel campo dell’acqua e dell’inquinamento, invitandovi a segnalarci tanto le problematiche irrisolte quanto le soluzioni messe in atto, perché nulla è più efficace di un buon esempio. Crediamo che un seme importante verso la maggiore sensibilizzazione del problema sia stato piantato e l'impegno morale dei vari candidati alla più importante carica del tessuto cittadino né è riprova, perchè come diciamo sovente un altro mondo è possibile, basta volerlo. Ricordiamo che è possibile inserire commenti e segnalare questo articolo sul nostro portale www.corfole.com.
    Michela De Rosa e Giansandro Rosasco

    1. Secondo lei, in qualità di eventuale Sindaco, l’acqua deve rimanere pubblica?
    Le risposte convergono decisamente verso il sì, o riportando la gestione al Comune oppure, soprattutto nel caso di quelli più piccoli, creando un consorzio intercomunale. Alcuni candidati hanno in programma delle azioni in questo senso. Chi ha risposto “no” ha sottolineato che se le società di gestione private funzionassero i benefici potrebbero essere molti e concreti. C’è anche il caso in cui sembra esserci soddisfazione per la gestione da parte di un Consorzio privato che eroga acqua buona, un buon servizio e prezzi contenuti. Il segreto è presto svelato: il Consorzio è composto da cittadini dello stesso Comune e quindi sono essi stessi fruitori del loro servizio.
    2. In un’ottica di ottimizzazione del servizio e responsabilizzazione del cittadino verso gli sprechi, potrebbe essere una buona idea definire una quantità pro-capite giornaliera minima gratuita di acqua e far pagare il surplus a costi crescenti in relazione alla crescita dei consumi?
    In pratica, ti riconosco come gratuito un bene primario di sopravvivenza, però tu diventi responsabile degli sprechi (a danno di tutti) e quindi li paghi. Qui le opinioni sono state divergenti e trasversali all'orientamenteo politico destra/sinistra. Chi ne vede “il potenziale di educazione civica all’utilizzo delle risorse”, chi la vuole garantire a tutti perché “è un bene vitale che non può essere assoggettao alle regole di mercato e a speculazioni finanziarie” , anche a costo di una gestione non in economia da parte del Comune”, chi vuole garantire una quota solo alle fasce deboli, chi non la vuole garantire a nessuno perché “contrario al gratuito” tout court. Riportiamo, tra i tanti, un intervento fuori dalle righe di Paolo Bertolotti candidato Sindaco a Lumarzo “L'acqua, come il voto, a differenza delle merci, è un diritto inalienabile e quindi è giusto che tutti ne abbiano una equa quantità giornaliera gratuita.”.
    3. Nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni ritiene percorribile l'obbligo del doppio circuito: acqua potabile per gli usi alimentari e non potabile per gli altri usi con l'obbligo ad esempio di usare l’acqua piovana per gli sciacquoni?
    La chiara volontà di obbligare il cittadino, soprattutto in periodo elettorale ha fatto storcere il naso a molti candidati. Alla replica del fatto che si potrebbero proporre sgravi fiscali affinchè tali opere venissero eseguite, le opinioni sono state tutte unanimi verso il si. E in fondo per il cittadino cambia poco: ha un piccolissimo esborso maggiore durante i lavori che però vengono ampiamente riguadagnati attraverso una decisa riduzione della bolletta dell’acqua nel corso degli anni. Non parliamo poi dell'effetto sociale complessivo.
    4. E' favorevole all'obbligo del recupero dell’acqua piovana in vasche di accumulo?
    L'obbligo come detto non è ben visto dalla maggior parte dei candidati, l'incentivazione invece si, anche perché, come ha sottolineato Luigi Oneto candidato per il Comune di Leivi precisa “La cultura dell'acqua è sempre stata presente nel nostro territorio e nel pensiero dei nostri vecchi, basti pensare alle tante giusternie (cisterne) che ancora oggi vengono realizzate per chi ha appezzamenti di terreno, un ritorno a questo sistema è altamente auspicabile”. Corrado Bacigalupo Sindaco uscente di Tribogna e membro del Comitato Consultivo in rappresentanza dei Comuni della Comunita' Montana Valfontanabuona aggiunge “Occorre però tutelare il territorio paesaggistico, utilizzando recipienti per la raccolta dell'acqua che quantomeno si mimetizzino con il verde circostante”.
    5. E' favorevole all'incentivazione, dovunque sia possibile, degli impianti di fitodepurazione? (Vedi box)
    A parte chi di lavoro si occupa di edilizia o simili e quindi ha dimestichezza con il tema, un unico candidato Sindaco (Lavagna), Nicola Rollando di professione agricoltore, era molto preparato: “ho visto il funzionamento in Trentino, lì sono molto avanti, si arriva ad una depurazione perfetta ed ecocompatibile. L'ultima vasca di questo sistema permette di usare l'acqua ad uso irriguo o per l'allevamento di pesci. Inoltre la manutenzione del sistema è davvero alla portata di tutti”. Una volta spiegato di cosa si tratta, tutti i candidati si sono incuriositi e hanno dimostrato un’apertura a incentivarli, laddove possibile.
    6. E' d'accordo sul ristrutturare la rete idrica per ridurne le perdite con gare d’appalto che consentano di trasformare i risparmi sui costi di gestione in quote d’ammortamento degli investimenti
    Questa domanda ha visto quasi sempre la risposta “così dovrebbe essere”. Peccato però che qui non si parla di teoria, nella realtà dei fatti i costi di gestione finiscono nella bolletta e quindi li paga l’utente finale. In pratica si tratterebbe di applicare il concetto di “rischio di impresa”, che ogni imprenditore si accolla personalmente: se un artigiano deve ristrutturare il capannone si fa un piano finanziario di ammortamento e se lo paga. Se una ditta ha deciso di “vendere acqua” si deve assumere non solo i proventi ma anche i rischi annessi, tra cui le spese di manutenzione. Anche perché il prodotto, l’acqua, gliela offre gratuitamente la natura. Qualcuno, come ad esempio Rinaldo Cavagnaro (candidato a Cicagna) ha fatto presente che “questa clausola è già nel contratto ma viene puntualmente ‘dimenticata”
    7. E' favorevole ad una rilevazione periodica dell'inquinamento dei corsi d'acqua nel territorio comunale con eventuale denuncia alle autorità competenti?
    Qualcuno ha risposto “già si fa”, confondendo però l’intervento dell’ARPAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure), che interviene quando si è già in presenza di un possibile inquinamento. In pratica, arrivano a danno fatto per verificarne l’intensità. Il monitoraggio continuo permetterebbe invece di avere sempre sotto controllo lo stato attuale dei corsi d’acqua (che, ricordiamo, si infiltrano nel terreno e quindi nei campi, danno acqua per l’irrigazione e infine finiscono nel mare in cui facciamo il bagno e di cui mangiamo i pesci), permettendo così di rilevare eventuali cambiamenti nei livelli di inquinamento (una fogna che sversa, un’azienda che scarica più del solito, etc). Dopo queste premesse, anche in questo caso è piovuta un’unanimità di consensi sia da parte dei comuni montani, che non hanno problemi di inquinamento ma vedono in queste azioni una salvaguardia dell’ambiente, sia da quelli che hanno nel loro tessuto complessi aziendali lo ritengono un impegno fondamentale.
    8. E' d'accordo sull'obbligatorietà di adozione dei depuratori (in assenza di rete fognaria) nelle abitazioni e nelle aziende con possibile contributo economico comunale?
    L'obbligatorietà risulta essere tassativa per tutti i candidati, anche se purtroppo, sul nostro territorio, la situazione tavolta è critica e il gestore privato non sempre mantiene gli impegni che si è preso. Capitolo spinoso del quale parleremo nei prossimi numeri.
    9. E’ d’accordo a promuovere l'uso dell'acqua potabile comunale?
    Ovvero, bere l’acqua del rubinetto invece di quella in bottiglia. Questo per tantissimi buoni motivi: 1) un enorme vantaggio economico per i conti delle famiglie; 2) l’abbattimento della plastica in circolazione con annessi e connessi: inqunamento alla produzione (la plastica è un derivato del petrolio), inquinamento nel trasporto (pensate a quanti chilometri ha fatto ogni bottiglia prima di arrivare sulla vostra tavola e quindi quanti tir ha movimentato sulle strade) e inquinamento alla fine del prodotto (dopo aver bevuto quel piccolo litro d’acqua, quell’enorme quantità di plastica deve essere smaltita); 3) l’acqua del ‘bronzino’ è molto più controllata e sicura di quella imbottigliata. Quest’ultima infatti ha dei parametri igienici molto più bassi di quella comunale e inoltre rimane nelle bottiglie per tempi lunghissimi, esposta a polveri, elementi di ogni tipo e caldo che, oltre a disciogliere sostanze plastiche nell’acqua, fa proliferare la carica batterica presente. Questo punto ha rilevato l'unanimità dei sì, anche se molti erano perplessi sul cosa fare per promuovere l’uso dell’acqua comunale. Ebbene, abbiamo lanciato qualche idea e riportato alcuni buoni esempi: a) ripristinare le fontanelle nelle strade e nelle piazze; b) laddove possibile, istituire, come accade in altre realtà italiane, “La casa dell’acqua” (vedi foto) ovvero punti di erogazione di acqua proveniente dalle fonti naturali presenti sul territorio; un semplice meccanismo simile a quello utilizzato in molti bar e ristoranti, aggiunge anidride carbonica e quindi si può avere anche l’acqua frizzante. Questo sistema va a diminuire drasticamente l'impatto ambientale perché si riutilizzano sempre le proprie bottiglie e oltretutto stimola l’aggregazione sociale. Marcella Losi di Lavagna commenta “basti pensare a come eravamo una volta, si andava a raccogliere l'acqua dalla fontana e il latte si prendeva dal lattaio restituendo la bottiglia di vetro e conservando gelosamente il tappo di alluminio”.
    10. Ritiene utile la promozione di detersivi a basso livello di inquinamento?
    Quest'ultimo punto ha suscitato qualche ilarità da parte di alcuni candidati, poi trasformata in un “non ci avevo pensato” (esclamazione reiterata in più punti di questa intervista) alla semplice presa di coscienza delle centinaia di migliaia di lavatrici e lavastoviglie che ogni giorno riversano nelle nostre acque quantità enormi di detersivi, candeggina, antinfeltrenti, smacchianti, coloranti, ammorbidenti, brillantanti, sbiancanti, etc. etc. Avete presente quelle bolle bianche che vediamo galleggiare sul mare? Quello è il fosforo contenuto in questi prodotti, che nessun depuratore riesce a smaltire. Preso atto di questo, anche ciò che sembrava di più lontano dall’attività dell’amministrazione comunale è diventata motivo di riflessione e azione. Anche in questo caso abbiamo consigliato qualche possibile iniziativa: a) la semplice informazione ai cittadini che andrebbe ovviamente spinta da organi sovracomunali, Regione, Stato 2) perché nei vari mercatini non pensare a una zona con questi tipi di prodotti? 3) incentivari i piccoli negozianti a munirsi delle linee di prodotto ecologiche. Basterebbe poi riflettere sul fatto che il bucato della nonna era bianco e profumatissimo utilizzando solo cose naturali. Per chi volesse intraprendere in proprio questa filosofia, Internet offre tantissimi consigli e ricette per arrivare a produrre a costo zero detersivi naturali.

    Ipse Dixit (sul tema e oltre)
    Uno dei veri problemi è che i comuni delle nostre valli sono quelli che danno l'acqua a tutto il territorio e hanno il minor numero di investimenti da parte dei gestori privati rispetto alla città a fronte di un risparmio insignificante del 10%. Giovanni Boitano, Favale Di Malvaro
    In America si acquista nei negozi di casalinghi una specie di "ventolina" che aspira l'aria delle bottiglie di plastica ed è funzionale anche per le lattine. Con questo metodo, nel medesimo spazio, si decuplica la raccolta differenziata. Non dimentichiamoci che i camion della raccolta differenziata inquinano e sprecano benzina per portare via le bottiglie quindi se già a casa le compattiamo ben bene ecco che abbiamo fatto un favore a noi e alla comunità. Alfonso M.Boggiano - Casarza Ligure
    Le tariffe gravose dell'acqua sono assurde nelle zone montane. E' come se nei paesi arabi la benzina costasse tanto quanto da noi. Andrea Cademartori - Borzonasca
    Molte di queste tematiche possono sembrare apparentemente assurde, ma poi diventano possibili anch'esse un po' come è successo per la raccolta differenziata. Giorgio Cassinelli - Mezzanego
    Nell'affidare i servizi al privato, anche nel settore dell'acqua, occorre la massima trasparenza nelle gare di appalto e non bisogna avere come unico criterio di scelta il massimo ribasso perchè il servizio poi è scadente e si riflette negativamente sulla collettività. Marino Castagnola - Moconesi
    Non dimentichiamoci che una fonte di inquinamento dannosa per l'ambiente è l'olio esausto. Sarà mia cura fornire due taniche per nucleo familiare, uno per l'olio per intenderci di frittura, l'altro per olio motore, affinchè questi vengano portati in apposito sito per il recupero. Portate due taniche piene se ne avranno due vuote e così via. Roberto Cella - Rezzoaglio
    I bambini sono i primi vigili nell'osservanza della raccolta differenziata. Lavorare sulla cultura dei più piccoli vuol dire lasciare un mondo migliore per il futuro. Vittorio Centanaro Leivi
    Il nostro territorio ha in se la cultura dell'acqua. Esistono fontane pubbliche in tutte le cinquantacinque frazioni, sino ad arrivare in località Villanoce dove si contano ben cinque fontane. Roberto Fontana - Rezzoaglio
    Se teniamo l'acqua del rubinetto in frigo per qualche ora in una brocca aperta, il cloro evapora. Fabrizio Gallo - Casarza Ligure

    La nostra storia locale è legata all'acqua, bisogna valorizzare le vecchie fontane e tornare al recupero delle bottiglie come si faceva un tempo. I miei ricordi sono legati alle cassette di acqua Santa Rita in bottiglia di vetro ma anche alla Vichy fatta con l'acqua di fonte. Guido Guelfo - Lumarzo
    Il nostro è il primo comune che purtroppo ha ceduto l'acqua al privato, se non l'avessimo fatto però non avremmo potuto avere i fondi per gli interventi strutturali e manutentivi che erano necessari. Precedentemente ai miei cicli amministrativi il Comune non aderì al consorzio dell'acqua di Davagna, Bargagli e Uscio e ora abbiamo le loro tubature che passano per tutto il nostro territorio senza poterne usufruire. Silvio Lercari - Lumarzo
    Sarà mia cura fare il possibile in modo che l'acqua torni in totale gestione del comune. Nel redigendo PUC è già prevista l'incentivazione del doppio circuito, acqua potabile/non potabile e quello del recupero delle acqua piovane, unitamente all'incentivazione delle energie alternative e l'utilizzo di materiali naturali e locali. Inoltre una volta che gli impianti depurativi saranno messi in regola in tutta la valle è mia intenzione incentivare il percorso fluviale per le canoe. Marco Limoncini - Cicagna
    Nel nostro comune sono tornati i gamberetti di fiume e la trota iridea si riproduce autonomamente, questo è segno che abbiamo una natura davvero incontaminata e dobbiamo lavorare per preservarla. Giuseppe Maggiolo - Santo S.d'Aveto
    Essendo membro in Parlamento dell'ottava commissione ambiente territorio e lavori pubblici sono d'accordo sulla sensibilizzazione dei Sindaci e dei privati che bisogna incentivare a perseguire una politica di risparmio dell'acqua. Bisogna però chiedere contributi in questo senso a chi li ha e li può erogare, quindi Regioni e Stato. Gabriella Mondello - Lavagna
    Bisogna stare attenti anche ai dosaggi dei detersivi, perchè è inutile mettere quantità aggiuntiva quando basta quella consigliata. Luigi Oneto - Leivi
    Abbiamo già chiesto un finanziamento per mettere nella scuola materna una macchina per il trattamento dell'acqua idrica. Cesare Pesce - Nè
    Riterrei doveroso salvaguardare i consorzi che gestiscono l'acqua già presenti sul nostro territorio, lasciatici in eredità dai nostri Padri, i quali li avevano realizzati con grande impegno e fatica. E' un patrimonio da tutelare e che già oggi ci permettere di fruire di un bene primario come l'acqua a costi veramente esigui rispetto ad altre realtà. Gabriele Trossarello - Moconesi
    Non è giusto che laddove ci siano i contatori la gente sia costretta a pagare di più e laddove i contatori non sono ancora stati installati la gente paghi poco. Installiamo prima tutti i contatori laddove devono essere installati e poi facciamo pagare tutti insieme. Maria Grazia Sbarboro - Borzonasca
    Come esistono le bandiere blu del mare bisognerebbe crearne una anche per i fiumi. Giovanni Vernengo - Moneglia

    La fitodepurazione (in foto) è un sistema naturale di depurazione delle acque di scarico costituito da un bacino impermeabilizzato riempito con materiale ghiaioso e piante acquatiche. La depurazione avviene mediante l'azione combinata tra substrato ghiaioso, piante, refluo e microrganismi presenti. Il sistema funziona senza energia. Ciò permette di definire l'impianto "ecocompatibile". Gli impianti di fitodepurazione opportunamente dimensionati e realizzati consentono un abbattimento del carico organico del refluo superiore al 90%. Inoltre permettere la depurazione efficace anche delle utenze minori e diffuse evitando il collettamento di bassi carichi per lunghe distanze; favorisce il recupero e il riutilizzo dei reflui depurati, tutela le acque sotterranee.

    Bere dal “bronzino”: soldi in tasca e ambiente sano
    -L’acqua del rubinetto è molto più controllata e sicura di quella in bottiglia
    - 1 litro e mezzo di acqua in bottiglia costa quasi come 1 metro cubo (ossia una vasca di 1 metro x 1 metro e alta 1 metro) di quella del bronzino
    -Il 90% del costo di una bottiglia d'acqua è riconducibile alla bottiglia stessa
    - Per produrre 1 chilo di Pet materiale comunemente utilizzato per i contenitori dell’acqua, sono necessari 2 chili di petrolio e 17,5 Kg di acqua!
    - La lavorazione del PET rilascia nell'atmosfera 2,3 chili di anidride carbonica, 40 grammi di idrocarburi, 25 grammi di ossidi di zolfo e 18 grammi di monossido di carbonio
    - Il Pet impiega circa 7 secoli per decomporsi
    - Dei 15 miliardi di bottiglie in Pet consumate in Italia ogni anno, solo il 20% viene riciclato
    - L’Italia è il più grande consumatore al mondo di acqua in bottiglia con un impatto ambientale pro capite di 22 litri di petrolio e 108 litri d'acqua (per produzione e trasporto), oltre all'emissione di 23 kg di CO2
    - Quello in bottiglie d'acqua è in assoluto il sistema meno efficiente al mondo per la distribuzione dell'acqua
    - Se vogliamo l’acqua in bottiglia scegliamo quelle che utilizzano plastica vegetale, in grado di decomporsi in 80 giorni. In questo modo verrebbero risparmiati circa 170 mila barili di petrolio, pari al riscaldamento di una città di 520 mila abitanti.

    Detersivi: consigli utili
    - Al posto dei soliti spruzzatori con detergenti convenzionali, prepara e usa spruzzatori con acqua e aceto e/o con acqua e acido citrico e/o con acqia e bicarbonato
    - l’acqua di cottura della pasta e del riso è sgrassante, soprattutto se usata calda
    - Per il bucato è stato dimostrato che la metà esatta di una dose di detersivo compie la grandissima parte del lavaggio. L'altra metà serve solo ad ottenere un lieve miglioramento
    - usa la pallina dosatrice nel cestello: grazie alla sua azione meccanica (sbatte e allontana i panni nel cestello) aumenta l’efficacia dei detersivi permettendo così di ridurre il dosaggio del 20%
    • l’ammorbidente è spesso causa di irritazioni. Si può ottenere un'ottima azione ammorbidente usando 100 ml di aceto bianco nella vaschetta dell’ammorbidente. Non rimane l’odore ed è efficace anche come anticalcare.

    VERSIONE CARTACEA: PAG.6,7,8 scaricabile in PDF dalla Home Page


     


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