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    attualità

    01 Aprile 2009 | in categoria/e attualita

    Il mondo degli ambulanti, tra storie personali, leggi locali e intrighi internazionali

    Il mondo degli ambulanti, tra storie personali, leggi locali e intrighi internazionali

    A Rapallo come in tutte le cittadine della nostra riviera lavorano tanti stranieri che, perlopiù pendolari da Genova, arrivano per vendere come ambulanti le loro mercanzie. C’è chi vende collanine, vestiti, cappelli o portafogli e chi, con grandi borsoni scende dal treno, aspettandosi una giornata di lunghe passeggiate e lunghe attese, se i clienti non ci sono, come per chi lavora in un negozio. La crisi non ci ha certo reso più spendaccioni e ora il nuovo regolamento della Polizia Municipale “proibisce le attività che deteriorino o diminuiscano il decoro del suolo ad uso pubblico, ovvero rechino disagio o pericolo alla collettività, nella fattispecie l’esercizio del commercio itinerante su aree pubbliche”. Tutta la Liguria, soprattutto nella stagione estiva, manifesta un certo timore verso gli ambulanti stranieri e ci è sembrato interessante capire il fenomeno dai punti di vista degli ambulanti stessi, dei commercianti e del loro rappresentante di categoria.
    Emanuele è un uomo del Senegal ed è arrivato in Italia 8 anni fa. A volte lavora a Rapallo di cui adora la passeggiata, a volte si sposta lungo la costa in cerca di nuovi clienti. Ma perché fa questo lavoro? “Bhe, in Italia ho lavorato come carteggiatore in una fabbrica e come verniciatore, so fare anche il meccanico; ultimamente ho fatto domanda di lavoro in molti posti, ma adesso c’è la crisi ed è difficile. Allora cerco di guadagnare qualcosa vendendo come ambulante, portafogli, cinture... di tutto. Però si cammina tanto e nessuno compra. Se potessi comunque farei tutt’altro, solo che la mia situazione di permesso di soggiorno non mi permette nessun’altra scelta.
    I commercianti conoscono bene le persone, tu che ne pensi del cliente italiano?
    L’Italia è un paese ospitale, ma adesso con questa mancanza di lavoro sta diventando difficile per tutti. I miei clienti o sono affezionati, perché vedono che non do fastidio a nessuno, oppure se non mi conoscono sono diffidenti. Io parlo abbastanza bene italiano e mi faccio capire, tanti ragazzini arrivati da poco hanno ancora dei problemi con la lingua e su questo la diffidenza cresce. Tornando ai clienti mi capitano spesso lunghe trattative, a volte spiacevoli perché sembra che, visto che lavoro per strada, la roba la devo regalare. Soprattutto con gli ombrelli. Quando piove gli ombrelli li dovrei regalare... (Ride) Una volta un ragazzo è addirittura venuto a difendermi spiegando al cliente insistente che non ero certo lì al freddo e sotto la pioggia per fare comodo a lui.
    E il nuovo regolamento dei Vigili?
    Non so perché non ci vogliono fare lavorare, le persone con cui parlo soprattutto i giovani si rendono conto che non ha alcun senso. Spero che passato il periodo della crisi si faccia chiarezza su cosa è pericoloso e cosa no, su chi veramente crea dei danni e chi si limita a fare il proprio.
    Salutato Emanuele, abbiamo chiesto a Maurizio Malerba (foto 2), vicepresidente ASCOM di Rapallo, quale fosse la sua posizione: “Con l’assessore Puggioni e in collaborazione con il Comando dei Vigili, stiamo congiungendo tutte le forze per contenere il fenomeno per quanto è possibile, soprattutto per rispetto dei commercianti, considerato anche il momento economico particolare. L’apice dell’abusivismo non è comunque durante i giorni di mercato, dove i Vigili hanno controllo, ma durante l’estate quando gli abusivi vendono le borse in passeggiata mare, il che a livello turistico non offre una bella immagine della città”.
    Infine siamo andati nel giorno di mercato a raccogliere il pensiero dei commercianti ambulanti che devono combattere in questo periodo di crisi nera anche con una concorrenza altrettanto in nero. Le bancarelle di mille colori allineate a ridosso del mare, il via vai di gente in giro per compere, il sole di mezzogiorno forse rende gli animi più disposti al confronto.
    Elia Antonio (foto 3) di Sestri Levante va subito in fondo al problema: ”E’ evidente che fanno concorrenza per chi come me vende abbigliamento, ma il fatto è che, come sempre, ci si accanisce sull’anello più debole. Dietro di loro c’è altra gente che si arricchisce col mercato della merce contraffatta. Sono i grossisti che marciano su questa situazione. Questi sono poveri cristi che andrebbero aiutati con lavori socialmente utili. Un giorno la Finanza mi fece un verbale ed io domandai perché non controllassero loro prima di noi, visto che noi comunque paghiamo le tasse, il finanziere mi rispose che per organizzare un’azione efficace servirebbero vigili, finanza, comune e carabinieri... insomma ma ci vuole anche l’esercito mi domando”.
    Dopo questa testimonianza il problema dell’abusivismo è un po’ più chiaro, i venditori ambulanti sono solo il terminale di una lunga catena che genera ampi profitti per chi ne gestisce la trama.
    Enzo Tacchini (foto 4) di Piacenza conferma le tesi del collega: ”In primo luogo penso che gli abusivi non dovrebbero esserci, visto che noi paghiamo tutto e loro non pagano niente. Poi è chiaro che bisogna essere onesti e riconoscere che loro sono l’ultima ruota del carro e logicamente si arrangiano. Dovrebbe essere lo Stato che esegue dei controlli a monte, basterebbe che la finanza o chi di dovere facesse controlli più accurati... certe cose si sanno, la provenienza non è un mistero. Ogni tanto bloccano qualche container, ma si ferma la pagliuzza per lasciar passare la trave.”
    L’ombra del Sol Levante cala sull’affollato mercato, la potenza economica cinese sembra non trovare contrasti quando con navi cariche di containers spedisce in Europa una mole di prodotti difficilmente monitorabili. Allo stesso tempo le grandi marche producono in Cina per risparmiare sulla mano d’opera. In questa commistione di affari e profitti chi ci rimette restano sempre i cittadini onesti, italiani e non.
    Fabrizio Dentini


     


    I commenti dei lettori
    pierino:

    Gente che vende alla luce del sole, vestiti in nero,altrettanto fanno chi vende droga ( a ragazzini ) sempre in nero o chi si prostituisce magari davanti a palazzi in centro ancora in nero si era scoperto recentemente che anche le slot machine ( altra attivita' sana..) facevano del nero ...ma gli onesti quelli che non hanno interessi o parenti in "politica " per quale ragione dovrebbero andare a votare ? Ah dimenticavo destra....sinistra.....centro....svegliatevi "babbioni"...


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