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    cultura, edizione cartacea, storia locale

    di Cristina Parente | 01 Ottobre 2010 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale

    L'ANGOLO DEI RICORDI: UN MUSEO CITTADINO CHE RACCONTA LA STORIA DI RECCO A PARTIRE DAL 1800

    Reso possibile dal presidente Emilio Razeto, dal mese di ottobre organizza visite delle scuole per conoscere la città antica e le sue tradizioni
    L'ANGOLO DEI RICORDI: UN MUSEO CITTADINO CHE RACCONTA LA STORIA DI RECCO A PARTIRE DAL 1800

    "L’Angolo dei ricordi" è un museo dedicato a Recco, eppure non tutti i recchesi sono a conoscenza della sua esistenza. L’idea è nata da un piccolo gruppo di cittadini, tra cui Vittorio Massone, capitano di macchina in pensione, e altri volontari e collaboratori che, come il presidente Emilio Razeto, hanno donato oggetti antichi per la costituzione del museo, avvenuta esattamente il 21 dicembre 2002, giornata di taglio del nastro tricolore da parte del sindaco di allora Gianluca Buccilli.
    Inizialmente vi era un solo locale, mentre oggi sono tre, come spiega il presidente del museo: "Si è pensato di affittare altri due locali con contratto di sei anni, sperando che la sede venga trasferita in una zona più centrale, come ad esempio in uno dei piani del grattacielo che stanno costruendo dietro le scuole, oppure nei locali delle Maestre Pie, di proprietà della Provincia. Il Comune ci ha aiutato con un contributo di 7000 euro, ma siamo ancora in disavanzo, anche se abbiamo in progetto di distribuire opuscoli illustrativi nelle scuole di Recco, Avegno, Uscio, Sori e Bogliasco per far conoscere il museo, grazie ai contributi dei negozianti, che si aggirano sui 9000 euro."
    Il museo si trova ora in Viale privata del Parco, accanto al Centro Sociali Anziani, struttura aperta su iniziativa dello stesso presidente Emilio Razeto, ex assessore ai servizi sociali e figura molto nota a Recco, soprattutto per la sua professione di fotografo e per il contributo donato alla Croce Verde. L’orario di apertura è il mercoledì e il sabato dalle 15,00 alle 18,00. La prima cosa che balza agli occhi sono i pannelli tappezzati di grandi foto esposti all’esterno, sotto i portici. Immagini che raccontano le principali tradizioni recchesi: dalla pallanuoto alla focaccia al formaggio, alla sagra del fuoco. Appena si entra si viene catapultati in un mondo colorato, ricco di oggetti del passato. Sulla destra un enorme frantoio in ferro per polverizzare la polvere da sparo, trovato in un bosco nei pressi di Megli, dove esisteva, fino a circa vent’anni fa, una fabbrica di fuochi artificiali. Di fronte, due grandi lampadari in ferro battuto, della famosa ditta Pinasco di Recco, risalenti al 1850, recuperati dal vecchio Municipio.
    Le pareti dei locali sono tappezzate di gigantografie della Recco d’un tempo, prima della distruzione dai bombardamenti, e sembra quasi di passeggiare sotto i portici e davanti le antiche botteghe: una Chiavari in miniatura, con la piazza del comune, la spiaggia interessata dai cantieri navali e in lontananza il primo ponte della ferrovia. Le foto di Recco distrutta dalla guerra fanno impressione, lasciano nell’animo un senso di desolazione e la nostalgia di un luogo perduto ma pieno di vita, popolato da persone volenterose che con tanto impegno e fatica si sono tirate su le maniche per ricostruire il proprio passato, magari un po’ alla svelta e non proprio alla perfezione, ma si doveva tornare velocemente a una nuova vita. Razeto racconta come ha realizzato le gigantografie: "Ho preso le foto una per una foto e per mezzo di questo ingranditore, che conservo con particolare cura da vent’anni, ho imbevuto di liquido le foto e le ho ingrandite, facendo attenzione a non creare sbavature. E’ stato un lavoro che mi ha portato via tanto tempo ma non me ne sono quasi accorto."
    I tanti reperti antichi in cui ci si imbatte passeggiando nel museo sono attrezzi agricoli e da pesca, monete, giradischi, macchine da cucire, siringhe per le iniezioni, set di pentole e posate per i soldati, una bilancia di oltre un secolo fa, ancora funzionante, e tanto altro ancora.
    Le monete partono dal centesimo del 1861 raffigurante Vittorio Emanuele II fino ad arrivare al 1980, compresa 1 lira in banconota della Banca Popolare di Recco, fondata nel 1872, e cinque azioni bancarie di L. 50 cad. Altri pezzi importanti il grande orologio marchio Terrile del 1825, ancora in perfetto stato e funzionante a manovella, un telegrafo Morce, macchine da calcolo, registratori. Il presidente Razeto è orgoglioso del museo, soprattutto perché è innamorato di Recco; lo si nota dalla passione che ha dedicato alla nascita e al miglioramento della struttura.
    "Era da tanto che si pensava di costituire un museo, perché gli oggetti vecchi non sono sempre e tutti da buttare, sono testimonianza del passato, fonte di conoscenza per i giovani. Ecco il motivo di prendere in affitto un terzo locale e adibirlo a sala proiezioni. Già a partire dal mese di ottobre si organizzeranno visite delle scuole per visionare diapositive e video sulla Recco antica e sulle sue tradizioni." Esco dal museo con la voglia di apprendere ancora, perché tutto ciò che non si conosce non si può amare. Dentro a quei muri si respira un’aria colma di arte, di artigianato, di vita religiosa e popolare, che in un attimo ti entra nel cuore, ancor prima di leggere tanti libri sulla storia della città.



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