aiuola, edizione cartacea

di Giansandro Rosasco | 03 Maggio 2011 | in categoria/e aiuola edizione cartacea

L'AIUOLA (di Giansandro Rosasco) - Il mio funerale

Visto che sono stato dannatamente pignolo in vita voglio esserlo anche da morto e perciò adesso vi descriverò il mio funerale. Cari parenti lasciate perdere vestiti e fiori. Non addobbatemi con abiti eleganti o insulse cravatte, li ho odiati in vita cosa mai ne potrò fare da salma? Voglio morire nudo! Anzi no, saremo in Chiesa e non potrò essere così dissacrante pure da morto. Mettetemi magari il mio completino da ping pong: maglietta, pantaloncini, calzette e scarpe da ginnastica, così potrò far vedere che quella pancia era dovuta alla sedentarietà del mio lavoro, non del mio spirito. Fiori nemmeno l’ombra, quelli servono ai vivi: rallegrano le vostre case e le vostre donne. E poi che peccato buttare via tutto per una sola ora: giuro mi rivolterei letteralmente nella tomba! Anche con i baci e gli abbracci siate parsimoniosi, sono poco adatti a noi liguri dell’entroterra e sembrano la coda alla cassa del supermercato: lenta, obbligatoria e di cui tutti ne faremmo volentieri a meno. Quei quattro amici che ho mi farebbe piacere averli lì a sorreggere la cassa (la più semplice e meno costosa possibile) giusto per dargli ancora un po’di fastidio, e poi via al buffet, all’americana. Una festa dove tutti sgranocchiano qualcosa pensando ogni tanto a quel tizio strano, vestito strano, che diceva e scriveva cose strane su quel giornale con un nome strano. A proposito di scrivere, manca l’epitaffio che dovrà essere necessariamente questo: “Ehy Caronte, guarda che così è meglio di colà!” perché sì, anche lì prometto di non lasciare in pace nessuno così come ho fatto in vita e chissà che qualcuno, per la disperazione, non prenda l’iniziativa di rispedirmi indietro!

Tratto da CORFOLE! del 5/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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