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    storia locale

    01 Dicembre 2009 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale

    La famiglia dei ‘besagnin' Schenone: da 50 anni, una storia che unisce costa ed entroterra (Versione spagnola 'La familia de los "besagnin" Schenone, una historia que desde hace 50 años une la costa con el interior genovés')

    La famiglia dei ‘besagnin' Schenone: da 50 anni, una storia che unisce costa ed entroterra 
(Versione spagnola 'La familia de los "besagnin" Schenone, una historia que desde hace 50 años une la costa con el interior genovés')

    Nel novembre del 1959 a Recco apre la prima bottega all'ingrosso di "besagnin" (fruttivendoli): a fondarla fu Francesco Schenone, detto Gianni. Quest’anno l’attività compie 50 anni ed è probabilmente, nel campo ortofrutticolo, la più antica del Levante, sicuramente del Golfo Paradiso. Ma ogni storia di questo genere ha i suoi risvolti, i suoi protagonisti che rendono uniche queste vicende; se non fossero ricordate e trascritte da qualcuno cadrebbero nell'oblio.
    Il racconto della vicenda l'abbiamo oggigiorno grazie alle parole della moglie Rita (anche lei tra l’altro di cognome Schenone) che un po' in genovese e un po' in italiano ci narra la loro storia. Il contesto è tipico del dopoguerra e la famiglia Schenone dal comune di Lumarzo, situato nell'entroterra in Val Fontanabuona, si sposta sulla costa, a Recco, per dare una svolta alla propria vita, basandola sul lavoro. Indubbiamente il cardine era lui, Gianni, figura operosa e concreta con innato spirito da commerciante.
    Già quando aveva poco più di 10 anni si alzava che era ancora notte e andava da solo a Camogli con il calesse colmo di prodotti agricoli della Fontanabuona. Finita la vendita ripartiva per Lumarzo, spingendo sempre solo in tutta salita quel calesse stavolta pieno di pesci freschi per non sprecare il viaggio. Finalmente a un certo punto non sarà più solo: a lui, poco più che ventenne, si affianca appunto Rita, la donna della sua vita, con la quale dividerà gioia e dolori e persino gli unici ricordi di ‘ferie’ sempre legati all'attività: "Si andava a Cuneo a comprare la frutta, poi è venuta la moda delle mele trentine e allora ci siamo spinti un po' più in sù, sempre per comprare roba fresca e per essere sicuri di poter offrire buoni prezzi".
    Per dare il meglio ai propri clienti si spostavano anche all’estero, come in Francia "Gianni non conosceva il francese ma si sapeva spiegare bene lo stesso".
    Una vita di sacrifici ma anche di gioie fino al tragico evento. La prematura scomparsa di Gianni che a soli 62 anni se ne va improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno. Con gli amici che lo rimpiangono per la sua generosità e per lo spirito di convivialità che induceva la moglie, sempre all'ultimo minuto, a buttare un po' di pasta in più e ad aggiungere un posto a tavola per fare quattro chiacchiere e bere un buon bicchiere di vino. Ora a mandare avanti l'attività ci sono la seconda e la terza generazione, con i figli Angelo e Rosanna che hanno a loro volta un figlio maschio a cui entrambe hanno dato il nome del nonno.
    Il "Francesco" di Rosanna, trentenne, lavora anch'esso nell'attività e con il camion si sposta per fare gli stessi tragitti dell'avo. Il "Francesco" di Angelo invece è ancora studente e proprio come al padre (che avrebbe anche potuto lavorare in Banca ma ha preferito non buttare all'aria il lavoro del padre e la tradizione di famiglia) potrebbe scattare in lui lo spirito imprenditoriale presente nel DNA familiare. Facendo invece un flashback sul passato e chiedendo a Rita se le cose oggigiorno sono cambiate in meglio o in peggio la risposta è chiara: "Io mi sono dovuta operare quattro volte all'ernia del disco per avere camallato per 20 anni ma non rimpiango niente. Oggi abbiamo tante comodità, ma un tempo si lavorava di più con semplicità e meno burocrazia. Chi voleva lavorare e guadagnare lo poteva fare "tegnindu de cuntu e palanche (tenendo i soldi da parte, senza sprechi). Esisteva un rapporto basato sulle persone, oggi la gente ha fretta va nei posti dove c'è tutto, tipo i centri commerciali, e non capisce il sacrificio delle piccole imprese familiari che ancora oggi esistono e offrono un buon servizio ma stanno pian pianino soffocando".
    Oggi come allora però all’Ortofrutticola Schenone il rapporto personale, la qualità e i prezzi sono rimasti sempre tra i migliori, cercando di venire incontro alla gente che ha bisogno di un po' più di coccole, basti pensare alle verdure fresche già pronte per il minestrone, ai cesti natalizi, alla frutta esotica e alla consegna a domicilio. Sicuramente da lassù Gianni sorriderà vedendo che ancora oggi è sempre un piacere fare acquisti dalla "bottega di una volta" e ora che si conosce la storia di questa famiglia ci si sentirà un po‘ più di casa nel negozio della famiglia Schenone.
    Giansandro Rosasco
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    Traducido del original en italiano
    La familia de los “besagnin” Schenone, una historia que desde hace 50 años une la costa con el interior genovés.

    Todo inició con Gianni que a los 11 años iba con su calesa llena de fruta desde Lumarzo hasta Camogli. En noviembre de 1959 se inaugura el primer mayoreo para frutihorticolas (besagnin) en Recco, fundado por Francesco (Gianni) Schenone. Este año la actividad cumple 50 años y en el campo de las frutas y verduras debe ser la más antigua del Levante y seguramente del Golfo Paradiso. Pero cada historia tiene sus recodos, sus protagonistas que tornan únicas estas historias que si no fuesen recordadas y transcriptas por alguien caerían en el olvido. El relato lo tuvimos gracias a quien fue su esposa Rita (Schenone, también ella) quien un poco en genovés otro poco en italiano nos narra la hoistoria. El contexto es el típico del posguerra y la familia Schenone se translda desde Lumarzo en el interior de la Val Fontanabuona a Recco en la costa para darle otro porvenir a la propia vida, basándola en el trabajo. Indudablemente el eje era él, Gianni, trabajador y concreto con un innato espíritu comerciante. Cuando tenía solo 10 años se levantaba antes del amanecer e iba solo hasta Camogli, con la calesa llena de productos agrícolas de la Fontanabuona. Concluida la venta regresaba a Lumarzo, empujando siempre solo la calesa ahora colma de peces frescos para no desperdiciar el viaje. A un cierto punto no estará más solo, pasados sus 20 años, se le acerca Rita, la mujer de su vida, con quién compartirá alegrías, dolores y los únicos recuerdos de “vacaciones”, siempre ligados a la actividad “íbamos a Cuneo a comprar fruta, después apareció la moda de las manzanas del trentino y entonces fuimos un poco más lejos, siempre para mercadería fresca y para estar seguros de poder ofrecer precios contenidos”.
    Para ofrecer lo mejor sus clientes se desplazaba también al extranjero, como a Francia y si bien “Gianni no sabía el francés, lograba hacerse entender de alguna manera”.
    Una vida de sacrificios pero también de alegrías hasta el trágico suceso; el prematuro fallecimiento de Gianni que con solo 62 años se fue imprevistamente, como un rayo en día sereno. Con los amigos que lo añoran por su generosidad y por su espíritu de amistad que inducía a su esposa a agregar un poco más de fideos y un lugar en la mesa para hacer cuatro charlas y beber un buen vaso de vino. Actualmente en la gestión de la actividad encontramos a la segunda y tercer generación con los hijos Angelo y Rosanna quienes a su vez tienen cada uno un hijo varón a los que nominaron con el nombre del abuelo. El “Francesco” de Rosanna, treintañero, trabaja el también en la actividad y co el camión se desplaza haciendo los mismos recorridos del abuelo. El “Francesco” de Angelo, que todavía es estudiante y, como el padre (que también podría haber trabajado en un Banco y prefirió no tirar por la borda el trabajo del padre y la tradición familiar), podría revelarse en él el espíritu emprendedor presente en el ADN familiar. Haciendo una revisión del pasado y preguntándole a Rita si en la actualidad las cosas cambiaron para mejor o para peor, la respuesta es clara “yo me tuve que operar cuatro veces de hernia de disco por haber hombreado fardos durante 20 años pero no me lamento de nada. Hoy tenemos mucha facilidades pero antes se trabajaba más simplemente y con menor burocracia. Quien quería trabajar y hacer ganancia lo podía hacer “tegnindu de cuntu e palanche (ahorrando el dinero, sin desperdiciar). Existía una relación basada en las personas, hoy la gente está apurada, va a los negocios donde hay de todo, como loa centros comerciales, y no se entiende el sacrificio de las pequeñas empresas familiares que siguen existiendo y ofrecen un buen servicio que poco a poco se van ahogando y desapareciendo”. Sin embargo hoy como entonces en la frutihortícola Schenone la relación personal, la calidad y los precios quedaron siempre entre los mejores, tratando de acercarse a las necesidades de la gente que siempre necesita un poco de mimos, baste pensar en las verdursa frescas listas para el minestrone, a las canastas de Navidad, a la fruta exótica a la entrega a domicilio. Seguramente dede allá arriba Gianni sonreirá viendo que todavía ahora es un placer las compras en el “negocio de entonces” y , ahora que se conoce la historia de esta familia nos sentiremos un poco más de la casa en el negocio de la familia Schenone.
    Giansandro Rosasco

    Tratto da CORFOLE! del 12/2009, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


    I commenti dei lettori
    Bruno garaventa:

    Mi scuso per avere dimenticato Schenone Bruno (U brunin du Pulla dlel Piane di Lumarzo) altro socio fondatore della Cooperativa di Recco, il quale ancora oggi esercita la sua attività sul mercato all'Ingrosso di frutta e verdura di Genova-Bolzaneto
    .
    .


    Bruno Garaventa:

    Schenone Francesco aveva formato una Cooperativa con Lagomarsino Ugo di Pannesi di Lumarzo e con Musante di Moconesi alto, (Che faceva il biglietario sulle corriere Scolari e Sciutti) erano a Recco in centro e fornivano anche all'ingrosso quei Luoghi. Mentre da Uscio nel 1963 i Fratelli Garaventa, si recarono a Santa Margherita L. e comprarono la licenza di frutta e verdura dalla Signora Rovegno Emilia e si trasferirono in Via Cairoli (Semprea Santa) un negozio di vendita all'ingrosso. Ancora oggi esistente come "Nuova Garaventa".


    Felice Antonio Schenone:

    Mi dispiace che solo fate menzione dei Schenone besagnin, ma ci sono molti Schenone naviganti. Mio nonno Felice Giuseppe Schenone, fu 1mo ufficiale del Teresa Odero, finito in Venezuela nel settembre del 1939 quando cominciò la 2da guerra mondiale, grazie alla invasione nazista su Varsovia. Poi ci sono pure altri naviganti della stessa famiglia, Giacomo e Vittorio Schenone, Prospero Schenone, la zia Rina a Camogli. Ed un sacco di Schenone tutti naviganti finiti in Sud America, a Perù, Chile, Argentina. Grazie per la vostra pazienza tanti cari saluti. Felice Antonio Schenone dal Venezuela


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