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di Michela De Rosa | 07 Marzo 2017 | in categoria/e attualita benessere edizione cartacea itinerari salute sport uscire
La mamma che corre scalza: "a piedi nudi mi sento libera"
A una maratona vede un ragazzo che partecipa a piedi nudi: ed è folgorazione.
Ha iniziato a correre (malvolentieri) per perdere i chili dopo le quattro gravidanze, ora non può più farne a meno.
Se vi capita di vedere una donna correre per strada a piedi nudi non avete le traveggole, semplicemente avete incrociato Paola Corini durante la sua corsetta del giorno. Nata in Svezia ma di origini levantine, il destino - o meglio l’amore - l’ha riportata nella terra natia e ora vive a Lavagna e lavora a Chiavari, dove è cuoca in un ristorante. Quello per la corsa invece non è stato proprio amore a prima vista, diciamo che iniziato più una convivenza forzata: “dopo le gravidanze (n.d.r. quattro!) avevo bisogno di tornare in forma, così molto malvolentieri appena potevo uscivo per una corsa. Non è stato facile, ma a poco a poco è diventata una sana abitudine e ho scoperto di esserci perfino portata”.
Così la nostra mamma sprint non si è fermata alla vie intorno casa e si è iscritta a delle gare: “ho avuto dei risultati inaspettati, piazzandomi benissimo, così ho deciso di fare il grande passo e iscrivermi a una società, i Maratoneti del Tigullio: alla maratona di Pisa 2014 ho visto un ragazzo che correva scalzo. Per me è stato uno shock (come per tutti) ma anche una folgorazione. Quarantadue chilometri scalzi non sono una passeggiata! Così ho cercato in rete e ho scoperto il barefoot running, ossia la disciplina di camminare e correre “senza ammortizzanti”, quindi scalzi o con le Fivefingers (trad. cinque dita), una sorta di guanto per piedi”.
Ma non ci si fa male?
“Sembra incredibile ma no, non ci si fa male. Il cervello ha come una sorta di radar e automaticamente evita elementi potenzialmente dannosi. Poi la pelle si ispessisce, facendo da barriera naturale. Per quanto riguarda strappi, dolori muscolari o distorsioni, tra i maratoneti sono presenti più danni tra chi usa le scarpe”.
Estate, inverno, sole, pioggia: da quando ha smesso di usare le scarpe da ginnastica non c’è niente che ostacoli Paola dal praticare il barefoot running
Vai ovunque o hai degli itinerari sicuri?
"Vado ovunque ma in due anni e mezzo di pratica ho anche creato un itinerario con le zone preferite. Tra i posti peggiori ci sono le gallerie di Sant’Anna a Sestri perché l’asfalto è sgretolato: lì preferisco scendere per strada, sull’asfalto, oppure indosso le fivefingers".
Cos'è il barefoot Running?
è una pratica antica, ma riscoperta grazie al libro “Born to Run” che parla dei Tarahumara, un popolo del Messico in grado di correre centinaia di chilometri su terreni impervi, con dei sandali sottilissimi senza accusare alcun dolore, e con una postura perfetta e fiera. Uno stile di corsa che gli occidentali non immaginavano. Numerosi studi hanno confermato che le scarpe con un rialzo sul tallone o qualsiasi altra modifica alterano l’appoggio del piede e inevitabilmente creano uno squilibrio su tutto il movimento corporeo, causando parecchi infortuni soprattutto al ginocchio.
In fondo abbiamo camminato e corso scalzi per migliaia di anni (LEGGI QUI), quindi non è così assurdo come sembra. Se vi abbiamo incuriosito, ne volete sapere di più o magari provare, potete contattare Paola alla pagina facebook “podisti a piede libero”.
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