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cultura, edizione cartacea, storia locale
di Pier Luigi Gardella | 10 Dicembre 2012 | in categoria/e attualita cultura edizione cartacea storia locale
Quando “Santa” si chiamava Port Napoléon: il 22 dicembre 1812 i piccoli borghi rivali di San Giacomo e di Santa Margherita (l'antica Pescino) vennero uniti da Napoleone in un unico Comune
...la vicenda del nome nel tempo si complicò e quella rivalità, a distanza di due secoli, non è ancora del tutto sopita...
Sono passati esattamente due secoli dalla unificazione dei due comuni di San Giacomo e di Santa Margherita (l’antica Pescino) nell’unico comune, allora chiamato Port Napoléon ed oggi divenuto Santa Margherita Ligure. Per celebrare l’evento dell’unificazione cittadina tre associazioni culturali sammargheritesi - “A Coallinn-a” la “Tigulliana” e “Spazio Aperto” - hanno costituito un gruppo di lavoro e a partire nel prossimo gennaio ricorderanno con una serie di eventi, questa unificazione avvenuta tra la fine del 1812 e gli inizi del 1813.
La storia
Nel 1812 l’antica Repubblica di Genova era ormai diventata parte dell’Impero Francese e perdurando lo stato di guerra con gli inglesi Napoleone Bonaparte aveva indirizzato il Governo ad un potenziamento delle difese del golfo genovese, attraverso la fortificazione delle coste. In quell’anno furono rafforzate le batterie di Portofino quindi si intervenne a S. Margherita e a S. Giacomo di Corte. Sino a quell’epoca infatti esistevano due comuni distinti, con due parrocchie e con le popolazioni che si guardavano con diffidenza e si avversavano. Napoleone I, probabilmente per togliere ogni motivo di rivalità, ma soprattutto per motivi strategici onde creare un importante porto nel Tigullio in supporto a La Spezia ed alla stessa Genova, decise di unificare i due Comuni. E così il 22 dicembre 1812 emise un decreto in tal senso affidando l’incarico di esecuzione al Prefetto del Dipartimento degli Appennini di stanza a Chiavari. Il celebre storico sammargheritese Attilio Regolo Scarsella, nei suoi ‘Annali di Santa Margherita Ligure’ editi nel 1914 sottolinea il fatto che “nulla nel decreto spiega il mutamento, nulla prima del decreto che lo lasci prevedere o che lo prepari; e dopo di esso non un foglio, non una riga nell’archivio che ci mostri in quale modo il cambiamento fu accolto dagli abitanti. La storia sembra dirci: - L’ha voluto Napoleone e basta”. All’epoca era Sindaco (anzi Maire) di Santa Margherita Gerolamo Costaguta, mentre Francesco Palmieri era Maire di San Giacomo di Corte. Ma quest’ultimo morì il 5 dicembre risparmiandosi, come scrive lo Scarsella, il dolore di vedere i due comuni “spogliati della loro autonomia”.
Un mese dopo, il 22 gennaio 1813 il Prefetto del Dipartimento degli Appennini a Chiavari con una sua Deliberazione (Arrête) ai Consigli Municipali di Santa Margherita e di San Giacomo notificava loro il Decreto Imperiale con il quale avrebbero costituito un unico Comune con il nome di Port Napoleon. Le carte, gli atti e tutta la documentazione esistente, avrebbero dovuto essere conferiti all’unico Maire in una sede collocata il più possibile nel centro del Comune e, in tutti gli atti pubblici a partire da quella data, sarebbero scomparse le vecchie denominazioni di Santa Margherita e di San Giacomo. Pochi giorni dopo, il 25 gennaio il Sotto Prefetto del Dipartimento degli Appennini comunicava che un arrête del Prefetto nominava Maire provvisorio del nuovo Comune di Port Napoleon Gerolamo Costaguta, mentre erano nominati Adjoints Gerolamo Pino e Francesco Gerani.
Ma l’insediamento ufficiale, con la nomina definitiva del Costaguta a Maire, si fece con una grandiosa cerimonia il 23 agosto successivo. Il Costaguta ricevette ordine “di dare a questa cerimonia più risalto possibile”. E, come racconta sempre lo Scarsella, il Costaguta non se lo fece ripetere preparando le cose per bene; radunò funzionari, uscieri, preposti, fece accogliere da una scorta di gendarmi il Maire di Rapallo che, in qualità di delegato del Prefetto, avrebbe raccolto il giuramento del Costaguta. E tra suoni di tamburo e ampollosi discorsi la cerimonia riuscì nel migliore dei modi.
Già nel primo anno il nuovo Comune vide sensibili miglioramenti, nel lavoro, nella pubblica amministrazione, nell’istruzione, ma, com’è noto, per l’Impero Francese le cose si misero decisamente male e già nel 1815 troviamo Napoleone esule all’Elba con il Congresso di Vienna che trasforma l’Europa e fa diventare la Liguria ‘Ducato di Genova’. Ovviamente scomparve anche il nome di Port Napoleon: il 30 novembre 1815, Vittorio Emanuele I diede con un suo Decreto il nome di Santa Margherita a tutto il Comune. Ma questo non era ancora la definitiva denominazione della città, perché con l’Unità d’Italia si presentò il problema delle tante Santa Margherita sparse sul territorio italiano. Pertanto il 30 novembre 1863 il Consiglio Comunale deliberò all’unanimità il cambiamento del nome in Santa Margherita Ligure. Il 31 dicembre successivo giunse il Decreto Reale di approvazione da parte di Vittorio Emanuele II.
Il ricordo
Le tre associazioni sammargheritesi, sotto la spinta dei loro presidenti Marco Delpino per la “Tigulliana”, Alfredo Bertollo per la “Coalinn-a” e Giulio Ciana per “Spazio Aperto”, stanno organizzando il ricordo di questo evento con la preparazione di un libro curato da Giovanni Galvani che vedrà la luce il prossimo gennaio, mentre, sempre in gennaio, saranno proposte tre conferenze sull’argomento che sarà esaminato sotto diversi punti di vista: l’occupazione francese, la vita degli abitanti, i motivi dell’unificazione, le rivalità tra i due borghi. In effetti ancor oggi, pur se non in maniera esasperata come poteva essere in passato, la rivalità tra i due borghi non è del tutto scomparsa, ed è facile trovare ancora qualche anziano pescatore che malvolentieri oltrepassa “o schéuggio de Sant’Êmo” lo scoglio di S. Erasmo, antico confine tra San Giacomo e Santa Margherita.
Tratto da CORFOLE! del 12/2012, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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