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cultura, edizione cartacea, storia locale
di Nadia Pezzi | 11 Settembre 2012 | in categoria/e attualita cultura edizione cartacea storia locale uscire
Chiavari, città viva, all'avanguardia, mondana e ricca di cultura con un record di Cinema e Teatri, affollatissimi da gente entusiasta: era il 1900
Era l’estate del 1903 quando arrivò il cinematografo: fu subito un successo e scattò la corsa all’apertura di sale, dando il via anche alla ‘dinastia Cantero’
I cinque Oscar assegnati quest’anno al film muto The artist (in foto) ci hanno riportati all’epoca d’oro del cinema, quando l’eleganza non regnava solo nelle pellicole, ma anche nella realtà, con signore e signori che si agghindavano di tutto punto per recarsi ‘alla sala all’ultima moda’ e Chiavari era una cittadina all’avanguardia, aperta alle novità e ricca di vita culturale, sociale e mondana. Bei tempi. Fin dalla sua invenzione, infatti, Chiavari ebbe con ‘il cinematografo’ un rapporto di vero amore, che scatenò una risposta entusiastica dalla gente, tanto che nel 1931 una guida annoverava ben cinque cinematografi: un vero record viste le dimensioni della cittadina. Nel seguente articolo di Nadia Pezzi vediamo come è nato questo incredibile successo che ha portato alla creazione di alcune tra le più belle ‘Sale cinematografiche’, di cui una vinse addirittura un premio internazionale.
(Michela De Rosa)
1904: quando in piazza a Chiavari arrivò il “Cinemateatro-elettro-meccanico”
Anche a Chiavari, come a Genova, “la nuova grande invenzione chiamata Cinema” arrivò al seguito delle fiere. La prima testimonianza di uno spettacolo cinematografico a Chiavari è del luglio 1903: un giornale locale registra il successo di pubblico ottenuto da un cinematografo Lumière installato nell’ex-chiesa dei frati. La vita itinerante del cinema a Chiavari ha però ben pochi casi documentati: si parla di un “Cinemateatro-elettro-meccanico” che rimase in Piazza dell’Orto tra novembre e dicembre 1904 e di un “Cinematografo gigante” di un certo Kulman, che divertì i cittadini in piazza Roma, durante l’estate del 1911. Pochi casi perché il cinematografo a Chiavari divenne presto permanente.
1906: dopo il successo di quelli itineranti, arriva il primo cinematografo fisso
Nel dicembre del 1906 si stabilì in un’elegante dimora di corso Dante, il palazzo Brizzolara, ad opera di un certo Battisti o Battistini e si chiamò Sala Edison, cui nel 1907 si affiancò anche un cafè-chantant, il Gambrinus. Fu trasformato in “un ritrovo elegantissimo ed aristocratico” come si legge su Il Comune, giornale cittadino del 17 ottobre 1908. In un altro giornale, La Vita Chiavarese del 10 gennaio 1914, il Radium viene descritto come “il più moderno, elegante ed economico Cinema di Chiavari”, addirittura fu premiato come “Cinematografo internazionale” con tanto di medaglia d’oro all’Esposizione di Bruxelles del 1913. Ma durante il ventennio, dovette lasciare il posto alla sede del partito fascista.
I teatri si trasformano in più remunerativi cinema: al via la ‘dinastia Cantero’.
Siccome l’attività cinematografica era molto lucrosa all’epoca, molti teatri abbandonarono il palcoscenico per lo schermo, e a Chiavari vi fu una vera e propria dinastia che si dedicò ad essa: i Cantero. Iniziarono nel 1908 con le proiezioni nella chiesa sconsacrata di S. Francesco e divennero poi proprietari di quasi tutti i cinema della città: l’Edison Centrale, il Radium, il ProChiavari e tentarono inutilmente l’acquisto del Verdi, il teatro cittadino che fallì nel 1912. Dopo cinque anni di lavori, il 15 febbraio 1931, inaugurarono il loro teatro, il Cantero, con un fastoso veglione e con la proiezione de “Il bacio”, film interpretato da Greta Garbo. Anche se il teatro è tale da ogni punto di vista, fu pensato apposta per il cinema.
1931: tutti a bocca aperta e ‘orecchie tese’per il primo film in sonoro italiano
Nel 1910 i Cantero acquistarono l’Edison Centrale rendendolo “un ritrovo alla moda” in cui l’8 aprile 1931 si proiettò il primo film sonoro prodotto e girato in Italia, “La canzone dell’amore”, diretto da Gennaro Righelli. Ma il primato nell’introdurre la novità del sonoro, spettò al cinema Pro-familia che il 4 aprile 1931 proiettò “Sotto i tetti di Parigi” di Renè Clair, “film sonoro parlato, cantato sistema Movietone”, come si legge su La Sveglia del 5 aprile 1931. Il Movietone era il sistema sonoro più avanzato che sfruttava il “miracolo” della cellula fotoelettrica e della colonna sonora stampata sulla pellicola: l’altro sistema in voga era il Vitaphone che si avvaleva di sincronizzare la parte sonora, registrata su disco, con la pellicola. Il Pro-familia, in origine sede della Società Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso, fu trasformato in cinema nel 1912 e si distinse dagli altri cinema chiavaresi per la cura con cui sceglieva le pellicole, sempre garantite morali e istruttive.
Il cinema Eldorado, detto anche Salon turco o... budin
In un altro cinema, l’Eldorado, i film venivano “doppiati” all’istante da attori seduti dietro lo schermo. Nato come teatro Eldorado nel 1892, iniziò come cinema nel 1910 col nome Edison, nel 1914 divenne Ideal e quando aveva in programma feste e veglioni si chiamava Salon turco: i chiavaresi lo conoscevano come “u Budin” dal soprannome del suo proprietario. Negli anni Venti, divenne una falegnameria.
Il perché di tanti cinema a Chiavari è da ricercare nella mancanza prolungata di un teatro fino all’inaugurazione del Cantero, come si legge su La Vita Chiavarese del 6 maggio 1911: “La mancanza di un teatro, così fortemente sentita fra noi, ha, se non altro, un lato buono…per i proprietari dei cinematografi cittadini, i quali vedono seralmente riempirsi di scelto pubblico i loro locali, con grandi successi di programmi e di cassetta. Ed occorre dire che la grande affluenza di pubblico è giustificata dalla bontà degli spettacoli che le varie direzioni vanno a gara per offrire alla loro clientela. Il Centrale e l’Eldorado coi loro programmi mutantisi ogni sera, ed il Radium colle sue due rappresentazioni settimanali, hanno risolto per i chiavaresi il problema di passare un’ora di tempo utile e dilettevole: dobbiamo essere grati alle rispettive direzioni che nulla trascurano perché anche a Chiavari si abbia uno spettacolo di cui si sentiva vivamente il bisogno, tanto dai piccoli che dai grandi”.
Tratto da CORFOLE! del 9/2012, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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