cultura e tradizioni

00 Maggio 2008 | in categoria/e cultura

Vedo o non vedo, mangio o non mangio: questo è il dilemma!

Poco prima di Pasqua una conduttrice televisiva intervistava due attrici sulle tradizioni pasquali e sulla gastronomia di questo periodo. Il "massimo comune denominare" di tutte e tre era l'esibizione del seno racchiuso in un reggiseno troppo piccolo per contenere tanta abbondanza! Non voglio fare del moralismo ma mi permetto di annotare che forse si esagera un po', tutto diventa scontato, abitudinale. Esibendo tutto subito viene a mancare quella sottile curiosità dettata dalla fantasia e quella emozione che derivava dal "ti vedo e non ti vedo" di una volta (un po' di confusione me l'ha messa la notizia che una foto di Carla Bruni nuda è stata pagata ad un'asta in America ben 91.000 euro…). >Ma non è questo l'argomento che volevo trattare. La conduttrice ad un certo momento, dopo aver magnificato le tradizionali pietanze come la pastiera napoletana e la torta pasqualina genovese chiese ad una invitata: "Cosa ti piace mangiare a Pasqua?". La risposta pronta e convinta: "Mi piacciono tanto le costine impanate e fritte di agnello e capretto". >Alto si levò nell'aria un grido: "Noooo! Agnello e capretto nooo!!" lasciando l'interlocutrice alquanto esterrefatta. Perché no, mi son chiesto, anch'io le mangio a Pasqua e non sento certo rimorso. Parliamone serenamente anche se prevedo che ci sarà chi non è d'accordo. Mi hanno insegnato che gli animali sono al servizio dell'uomo e che l'uomo deve amarli e rispettarli, ma questo non toglie che di loro ci si possa nutrire. Non condivido le esagerazioni anche se sono d'accordo che non si debbano far soffrire minimamente. Quando raccoglievo insetti per il Museo era mia preoccupazione, prima di prepararli, far loro una punturina di formalina che li uccideva istantaneamente senza che soffrissero. Tutti gli animali da nutrimento (mucche, polli ecc.) devono avere una morte indolore, certo, ma da questo alla esagerata prevenzione di certi animalisti ce ne corre. Mi son chiesto poi perché non ho mai sentito chi si preoccupasse dei poveri pesci, infilzati sul labbro da un amo (non parliamo delle mattanze dei tonni). Ma voglio portare la provocazione all'eccesso rivolgendomi ai vegetariani: son proprio sicuri che le piante non soffrano? >Quei bei cespi di lattuga che mi piacevano tanto e che per motivi di salute non posso più mangiare contenendo essi, mannaggia, la vitamina K inadatta ai cardiopatici! Cerchiamo tutti di essere tolleranti senza esagerazioni.