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cultura, edizione cartacea, storia locale
09 Giugno 2018 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale
#MEMORIALGHILARDUCCI: La storia segreta dei bagni Aurelia
Dei retroscena allo “stile Versilia”, di Tenco che vi componeva canzoni, ma soprattutto dell’incredibile vita di Vera, medaglia al valore, e Mario il suo amore "piovuto dal cielo"
Tanti di noi “bagnanti” o “indigeni” di Cavi conoscono i Bagni Aurelia e si ricordano bene dei precedenti gestori Carla e Bepi. Carla era figlia di Vera Vassalle e di Mario Robello: alcuni dei più vecchierelli, come me, ricorderanno bene i geniali imprenditori che aprirono all’attività balnearia “moderna” sulla spiaggia di Cavi. Infatti furono loro a portare in Liguria negli anni 50 l’esperienza della Versilia, l’idea del “capannone” della “rotonda sul mare”, fondando dunque i Bagni Aurelia.
Vera la ricordo coi suoi occhi chiari che ci osservava dietro il bancone del bar con un’aria misteriosa ma mai strabordante. Noi ragazzini temevamo il signor Mario che ci faceva filare e a ben ragione visto che facevamo veramente dei casini… rubavamo bottiglie, cassette di legno per costruire capanni, avevamo anche fondato la città degli Scarabei sulla spiaggia e Mario ci tartassava.
Alla sera i suoi bagnini dovevano rastrellare il doppio per eliminare pietre, legni e cartacce dei nostri vulcani o cancellare le piste per le biglie costruivamo trascinando un “didietro”. I Bagni Aurelia erano anche luogo di tornei a calciobalilla o Ping-Pong, dove vinceva sempre il Somalvico, oggi scienziato di punta del mondo della robotica. O le gare di nuoto dove il mitico Filippo detto “za-za” si piazzava sempre tra i primi anche se gli mancava una gamba! Oggi è stilista. La sera c’era la musica e i Bagni Aurelia hanno tenuto a battesimo il grande Luigi Tenco che qui cantava e componeva le sue canzoni.
Vera, una vera eroina
Era una tosta e cominciamo con la motivazine della Medaglia d’oro al Valore Militare:
«Ventiquattrenne, di eccezionali doti di mente, d’animo e di carattere, all’atto dell’armistizio, incurante di ogni pericolo, attraversava le linee tedesche e si presentava ad un comando alleato per essere impiegata contro il nemico. Seguito un breve corso d’istruzione presso un ufficio informazioni alleato, volontariamente si faceva sbarcare da un Mas italiano, in territorio occupato dai tedeschi. Con altro compagno R. T. portava con sé una radio e carte topografiche, organizzava e faceva funzionare un servizio dì collegamento fra tutti i gruppi di patrioti dislocati nell’appennino toscano, trasmettendo più di 300 messaggi, dando con precisione importanti informazioni di carattere militare. La sua intelligenza e coraggiosa attività rendeva possibile sessantacinque lanci da aerei a patrioti. Sorpresa dalle SS. tedesche mentre trasmetteva messaggi radio riusciva a fuggire portando con sé codici e documenti segreti e riprendeva la coraggiosa azione clandestina. Pochi giorni prima dell’arrivo degli alleati passava nuovamente le linee tedesche portando preziose notizie sul nemico e sui campi minati. Animata da elevati sentimenti, dimostrava in ogni circostanza spiccato sprezzo del pericolo. Degna rappresentante delle nobili virtù delle donne italiane.» Tutto questo nonostante in tenera età fu colpita dalla poliomelite e restò claudicante.
La missione “Radio rosa”
Nel 1943 Vera decise di prendere parte alla Resistenza nel gruppo di cui faceva parte il cognato Manfredo Bertini, stanziato in Versiliai. Si rendeva necessario stabilire un contatto con gli Alleati e il piano fu di inviare un emissario: Vera fu prescelta per questa operazione e inviata presso un Comando alleato a Montella Irpinia da dove, di lì a breve, sarebbe salita al comando della missione "Radio Rosa". Parte servendosi di qualche raro treno, di una bicicletta e anche se claudicante percorre lunghi tratti a piedi. Impiega due settimane, attraversando pericolosamente le linee nemiche. Digiuna di tutto, venne addestrata presso l'Office of Strategic Service (OSS) dell'Esercito Americano di Napoli, poi trasferita a Capri, Pozzuoli, Taranto, Palermo ed infine, a bordo di un aereo degli alleati a Bastia in Corsica da dove riuscirà a tornare in Toscana a bordo di una motosilurante dell'Esercito Inglese in qualità di Agente del 2677° Reggimento dell'OSS. A Gennaio raggiunge a piedi Viareggio portando con sé una radiovaligia così piccola che poteva essere facilmente collocata all'interno di una valigia di cartone per bambini, in modo da eludere le perquisizioni. Con quella doveva creare contatti radio clandestini per coordinare le azioni degli alleati con quelle dei partigiani; ma il radiotelegrafista aveva perduto i piani di trasmissione, così si vide costretta a ripartire alla volta di Milano dove riuscì ad ottenere nuovi piani e l'invio di un radiotelegrafista fidato. Ed ecco apparire sulla scena Mario.
L’incontro con Mario, un amore “piovuto dal cielo”
Fu cosi che nel Marzo ‘44, Mario Robello detto "Santa", ex Radiotelegrafista della Marina Militare, venne paracadutato sull'Appennino per dare inizio alla missione "Radio Rosa". Vera riuscì così a trasmettere trecento messaggi e ottenere sessantacinque lanci di armi e munizioni. Ma l’iniziativa non passò inosservata ai Fascisti e il 2 Luglio ci fu l'irruzione dei soldati Tedeschi. Vera riuscì a fuggire portando con sé tutti i documenti. Ricercata dai nazisti, dopo mille peripezie volle tornare operativa in Liguria, nella zona di Cavi . A fine guerra, finalmente, Mario e Vera si unirono in matrimonio, lei si mise ad insegnare alle scuole elementari di Cavi, mentre Mario cominciò l’avventura dei Bagni Aurelia. Il Comune di Lavagna le ha dedicato la scuola, ma non ha mai fatto tanto per ricordarla. D’altra parte, ha ben altro a cui pensare...
Per approfondire: “Il Clandestino” di Mario Tobino, “Missioni Rosa-Balilla” di Liborio Guccione Gabriele Pardini, “Vera e la radio” Radio Rivista edizioni ARI
Testimonianza di Manfredi Vinassa de Regny
Tratto da CORFOLE! del 6/2018, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
I commenti dei lettori
Guido:
Frequentati da bambino, pur essendo di Roma,Cavi ed i Bagni Aurelia dai primi anni 50 e fino al 58. Ricordo con affetto Vera e Mario, ma non ho mai saputo di avere vicino delle persone che hanno contribuito a tutti noi di vivere in una Italia libera. Esprimo ora tutto il mio ringraziamento a Vera e Mario per il loro eroismo.
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