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attualità
Pfizer nelle scuole a insegnare cos'è “la verità scientifica”: raccolta firme per tenere le multinaizonali fuori dalle aule
Levata di no da psicologi, medici e docenti che lanciano una petizione per fermare l’iniziativa: ecco perché e come firmare
Pfizer Italia, in collaborazione con la Fondazione Golinelli e la Fondazione Media Literacy, porterà un progetto nelle scuole “contro la disinformazione e per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori”. In pratica, una multinazionale che produce e commercia farmaci e vaccini, insegnerà a bambini e ragazzi quale è “la verità scientifica”. Per impedirlo, si è mobilitato Il no che unisce - Associazione di psicologi per la dignità professionale a cui in breve tempo si sono aggregati psichiatri, medici di ogni specializzazione, docenti, professionisti di ogni settore, genitori e persone comuni. Riportiamo alcuni estratti della lunga documentazione inviata insieme alla petizione da firmare per fermare il progetto.
La preoccupazione di psicologi, medici e insegnanti
Siamo la rappresentanza di un nutrito gruppo di psicologi e di associazioni professionali, diffuso su tutto il territorio nazionale, aggregatosi in vista dell’approvazione del nuovo Codice Deontologico degli Psicologi. Dal progetto presentato al Festival Digitale Popolare di inizio ottobre, nel quale è stato negato il contraddittorio richiesto più volte da persone tra il pubblico, abbiamo appreso che Pfizer intende “istruire” gli studenti su come discernere le informazioni corrette dalle fake news, affidandosi anche ai fact checker.
Pfizer ha parlato di come, durante la pandemia, i social siano diventati un veicolo di fake news e dell’importanza di controllarli al fine di far circolare la corretta informazione. Ci chiediamo sulla base di quale criterio pedagogico ed etico una multinazionale americana, peraltro in evidente conflitto di interessi, dovrebbe occuparsi dell’alfabetizzazione scientifica di docenti e studenti italiani, per lo più minorenni, arrogandosi l’autorità di stabilire e insegnare che cosa sarebbe una fake news e che cosa invece “buona” scienza. La notizia ci appare a dir poco paradossale, soprattutto considerando il pessimo curriculum giudiziario del gigante farmaceutico. In qualità di professionisti della salute mentale, intendiamo sensibilizzare e sollecitare la scuola a tutelare i propri alunni, ponendo un argine alla situazione che riteniamo essere assai preoccupante.
Pfizer e “la più grande sanzione per frode sanitaria della storia”
Ricordiamo che il colosso farmaceutico si è macchiato negli anni di numerosi e gravi reati contro la persona, anche ai danni di minori. Pfizer ha già totalizzato 47 condanne e nel 2009 ha dovuto pagare una multa di 2,3 miliardi di dollari per marketing fraudolento. Il Governo degli Stati Uniti l’ha definita “la più grande sanzione per frode sanitaria nella storia”.
Sui banchi arrivano il marketing e la censura di un’azienda privata
Da molti anni vediamo una penetrazione sempre più profonda di enti e aziende che promuovono i loro prodotti o le loro idee con il pretesto di “progetti educativi” per una sana alimentazione, salutari abitudini, alfabetizzazione economica ecc., allo scopo in realtà di “educare” i giovani a comportamenti funzionali non al loro benessere o alla loro crescita, ma alle esigenze del mercato. In questo caso, più che divulgazione scientifica, ci appare una operazione di marketing e una forma di pressione inaccettabile da parte di un’azienda, che arriva addirittura a giustificare la censura.
A scuola si registra sempre più la patologizzazione della normalità e abuso di farmaci
Riteniamo preoccupante l’idea di affidare l'educazione scientifica dei nostri ragazzi ad aziende farmaceutiche che hanno imperniato tutta la loro politica commerciale sull’ampliamento del mercato. In questa strategia commerciale rientra il disease mongering, ovvero la pratica di indicare normali aspetti della vita come anormali (spesso inventando nuove parole per descriverli) e quindi bisognosi di cure, con l’incoraggiamento all’uso di farmaci non necessari. Ne è un esempio l’aumento di diagnosi psicopatologiche e psichiatriche tra i giovani e il consumo indiscriminato di prodotti farmaceutici, pur in assenza di chiare patologie. L’intromissione di aziende dentro scuole e università configura un altissimo rischio di patologizzazione della normalità, funzionale ad alimentare il mercato del farmaco perché produce, in risposta a presunte patologie, “cure” farmacologiche che spesso hanno come bersaglio principale i minori. Già ora l’abuso di farmaci e psicofarmaci è un problema per molti studenti e spesso sono intervenute le ASL nelle scuole per arginare il fenomeno.
Eliminato il “consenso informato” dei genitori anche nel nuovo Codice deontologico degli psicologi
L’iniziativa di Pfizer arriva in concomitanza all’eliminazione dal nuovo Codice Deontologico degli Psicologi dell’obbligo di consenso informato dei genitori per le prestazioni psicologiche non sanitarie nelle scuole. E poiché non è stato chiarito quali soggetti saranno incaricati di recarsi nelle scuole e nelle università per le attività di “alfabetizzazione medico-scientifica” previste dal progetto, non ci stupirebbe che in un futuro non troppo lontano anche noi psicologi potremmo essere coinvolti in analoghi compiti di indottrinamento, senza la necessità di alcun consenso informato da parte dei genitori, in nome di quella scienza dei protocolli e delle linee guida internazionali esplicitamente citati nella nuova versione del Codice Deontologico degli Psicologi.
E' la scuola che deve formare i ragazzi, non le aziende
Ci domandiamo per quali ragioni non dovrebbe essere la scuola ad occuparsi dell’informazione scientifica da trasmettere ai propri allievi, avendone tutti i requisiti e il mandato istituzionale.
Aggiungiamo che l’approccio scientifico richiede indipendenza da condizionamenti economici e possibilità di contraddittorio. Questi elementi implicano la ricerca di fonti diverse di informazione al fine di maturare un pensiero critico e lo sviluppo di tali capacità rientra tra i compiti della scuola, non può certo essere affidata a chi non può garantire l’imparzialità o addirittura teorizza la necessità di qualsivoglia forma di censura. Per tutte le ragioni sopra esposte, al fine della salvaguardia dei ragazzi e del valore dell’istruzione, esortiamo la scuola a riappropriarsi del suo fondamentale ruolo educativo, sottraendosi all’ingerenza di multinazionali, anche e soprattutto quando tali proposte potrebbero essere accompagnate da finanziamenti. La salute fisica e psicologica degli alunni va protetta da pressioni indebite da parte delle aziende, a maggior ragione se si autoproclamano espressione imparziale e autorevole del sapere scientifico.
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