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    attualità

    08 Novembre 2023 | in categoria/e attualita

    Depuratore in colmata: nessuno lo vuole ma l'iter va avanti

    Depuratore in colmata: nessuno lo vuole ma l'iter va avanti

    Impatto visivo, cattivi odori, costi altissimi, sprechi energetici, aumento delle bollette, perdita di parcheggi: non c’è un solo elemento a favore e infatti tutte le forze politiche sono contrarie

    Perché non si cambia progetto? Forse per non intaccare gli interessi a Preli?

    Dopo la presentazione del progetto si è mobilitata la cittadinza, unitasi poi nel Comitato NO depuratore in colmata che evidenzia le lacune di un impianto non in linea con le tecnologie più virtuose disponibili e che troverebbe la naturale collocazione nell’attuale sede a Preli

    “Gli odori raggiungeranno sicuramente il porticciolo, la passeggiata a mare e il primo fronte delle case, con la forte probabilità che si estendano in altre parti della città”. E’ questo l’esito delle ultime simulazioni realizzate dai tecnici del Comitato NO al depuratore in colmata che hanno esaminato l’analisi odorigena presentata dalla stessa Iren per il depuratore di Cornigliano di prossima costruzione nell’area industriale. E’ bastato comparare questi risultati con il progetto di Chiavari per dimostrare che c’è un motivo se gli impianti di depurazione si fanno nelle aree industriali e non nelle aree turistiche. La colmata a mare è quindi il luogo sbagliato. Ma questa è solo l’ultima evidenza in ordine di tempo, che si aggiunge alle molte altre raccontate nel docu-film sul tema presentato la scorsa primavera al Teatro Charitas di Chiavari (in foto). Davanti a quelle evidenze, tutte o quasi le forze politiche locali hanno preso posizione contro la realizzazione dell’opera, con una convergenza rara da vedere, specie su temi così importanti. Ma cosa c’è che non va e soprattutto, si può fare marcia indietro? Ci sono alternative? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Sanguineti, presidente del Comitato. Resta il diritto di replica a chi non è d’accordo.



    Perchè è nato il Comitato?

    In un articolo della primavera del 2022, il presidente del consiglio comunale di Chiavari, l'avvocato Segalerba, salutava con enfasi la futura costruzione di un depuratore alla colmata per 11 comuni e 140mila abitanti. Mi sono chiesto ‘Ma  davvero si sta per fare un depuratore fronte mare e a poche centinaia di metri dal centro città?’ Eppure, c’è un motivo se quelli più recenti a Sestri Levante e Rapallo sono posizionati all’interno. Allora contattai ingegneri impiantisti per un parere tecnico e confermarono i miei dubbi sulla qualità del progetto. A quel punto era doveroso informare la città e con Maugeri di Legambiente decidemmo di denunciare pubblicamente il progetto: a luglio 2022 organizzammo una conferenza stampa e un incontro pubblico. La risposta dei cittadini fu tale che da lì nacque un comitato a cui hanno aderito ad oggi centinaia di persone con l'unico scopo di fermare questo sciagurato progetto.

    Quali sono i punti critici che evidenziate?

    Il progetto di Iren fa acqua da tutte le parti, non è consono rispetto alle esigenze anti spreco e nemmeno rispetto alle tecnologie offerte dal mercato. L’impianto avrà altissimi costi energetici e di manutenzione e nessuna energia da fonti rinnovabili. Non solo, Chiavari pagherà un prezzo altissimo anche dal punto di vista visivo: per consentire la realizzazione dell’impianto sotto il livello del mare verrà costruita una scogliera lunga 470 metri e larga 50metri con un muro di protezione che sovrasterà la scogliera di due metri (V. foto).



    Quest’opera di difesa prevede l’approvvigionamento di 80 mila metri cubi di massi per 8000 viaggi di camion. Opera che costerà ai cittadini trenta milioni di euro. Altri trenta milioni verranno spesi per scavi, conferimento materiali, bonifica e opere civili.

    Ci chiediamo quale sia la logica almeno dal punto di vista economico di spendere 60 milioni per le sole opere che non riguardano la realizzazione dell’impianto tecnologico. Il camino di emissione del gas odorigeno ha un’altezza di soli sette metri e verrà posto nel pieno centro del porto turistico a 20 metri dalle prime file di barche ormeggiate. Caso credo unico in Italia. Il porto turistico e la passeggiata a mare verranno investiti da 39 milioni unità odorigene ogni ora, l’aria aspirata all’interno del depuratore, ricca di miasmi odorigeni, verrà espulsa attraverso un camino di soli 7 metri d’altezza posto all’interno del porto turistico di Chiavari a 20 metri dalla prima fila di barche ormeggiate e a lato del costruendo nuovo mercato del pesce, ciò comporterà, a fronte di studi svolti dal Comitato, che il porto turistico, la passeggiata e il fronte di case lato mare saranno investiti da pesanti miasmi odorigeni che comprometteranno la vocazione turistica della città. Caso unico in Italia di camino di emissioni odorigene posto in un’area a vocazione turistica.



    Il volume di fanghi prodotti dall’impianto sarà di centinaia di metri cubi al giorno, il che significa una presenza quasi giornaliera di camion nella zona del porto turistico, lungomare e nel centro città. Nonché altissimi costi di smaltimento (si parla di centinaia di euro a viaggio in altre regioni per camion).



    L’impianto comporterà un ingentissimo spreco di acqua trattata. Nel 2023 anziché prevedere, come logica vorrebbe, il suo riutilizzo per industria e agricoltura, Iren ne prevede solo un parziale riutilizzo per lavaggio barche e strade.

    Ci pare uno spreco vergognoso. Questi i punti critici più evidenti analizzando i documenti di Iren, tralasciando ciò che il progetto non dice rispetto ai reali costi stimati con le conseguenti ripercussioni sulla bolletta dei chiavaresi, al problema dei collettamenti con le fogne dei comuni dell’entroterra per quanto riguarda i costi e la logistica: dove passeranno a Chiavari? Questi sono alcuni dei punti critici analizzati e denunciati dai tecnici aderenti il comitato e colgo l’occasione per ringraziare tutti i tecnici che ci stanno supportando.

    Come rispondono la popolazione e la società civile?

    Abbiamo raccolto oltre duemila firme. Abbiamo coinvolto tutti i partiti e le associazioni di categoria. Stiamo presentando le nostre istanze alla commissione europea e abbiamo consegnato il materiale al difensore civico regionale. Anche la trasmissione televisiva Report si  è dimostrata interessata al tema. Prevediamo anche di promuovere una grande manifestazione a Chiavari.


    Si può fare un passo indietro? E c’è un’alternativa?

    Sì, si può fare un passo indietro perché a oggi non e stato predisposto nemmeno il progetto esecutivo e anche eventuali costi per il progetto di massima sono poca cosa a fronte del disastro che aspetta la città. Sì, c’è un’alternativa e cioè il potenziamento del depuratore di Preli e la realizzazione di qualche piccolo depuratore di valle. È solo questione di volontà politica. Ci si chiede se il problema non sia che su Preli, da anni al centro di diversi progetti di cementificazione da parte di privati e per i quali un depuratore in quella zona sarebbe proprio un fastidio. E allora meglio dare fastidio a tutto il resto della citta?

     


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