aiuola, attualita, edizione cartacea

di Giansandro Rosasco | 09 Luglio 2013 | in categoria/e aiuola attualita edizione cartacea

L'AIUOLA (di Giansandro Rosasco) - "Troppo"

Mi sto facendo un’idea personalissima della crisi e cioè che questa sia data dal “troppo”. Abbiamo armadi pieni di vestiti, scarpiere zeppe di scarpe, telefonini almeno due, tv sempre più grandi (un amico ce l’ha pure in bagno) e poi almeno un PC che fa da doppione al tablet che fa da doppione allo smartphone. Che cosa ancora dobbiamo comprare che non abbiamo già in quantità? La musica prima era Beatles o Rolling Stones, poi ci furono i Duran o gli Spandau, ora invece nascono e muoiono band nel giro di una giornata che neanche fai in tempo a capire come si chiamano, figurati a ricordarti una canzone. Prima si comprava un disco o la cassetta ogni cento giorni e si scambiavano tra amici, mentre le canzoni “si gustavano” imparandole a memoria; ora in una chiavetta si racchiudono cento melodie che non avremo mai il tempo di ascoltare. Che dire poi dei partiti, prima esisteva il rosso e il nero e si capiva bene da che parte stavi, ora ci perdiamo in troppi grigi, che sotto le cinquanta sfumature sono tutti uguali. Anche internet è troppo. Siamo bombardati da troppe notizie troppo veloci. Pure le novità sono troppe. I neologismi legati alla new economy e alla tecnologia mi fanno rincorrere il vocabolario: ogni giorno esce una parola nuova legata ad un concetto altrettanto nuovo e questo mi fa dannare perchè mi fa sentire troppo in ritardo. Eppure nei miei ricordi le rivoluzioni erano centellinate e si riuscivano ad apprezzare tutte: la prima tv a colori, il duplicatore di cassette, il videoregistratore, il frontalino estraibile dell’autoradio. L’alternativa al negozietto sottocasa era al massimo il Postalmarket, altro che i dedali dei troppi centri commerciali con troppe casse automatiche e gli scaffali traboccanti di troppi ‘utilissimi’ oggetti come il portabanane o la cartaigienica alla camomilla per tranquillizzare il nostro deretano. Avevamo più tempo per ragionare sul da farsi, ora tutto corre troppo alla velocità della luce e se un tempo maledivamo la pubblicità in mezzo ai film ora è una liberazione, non aspettiamo altro che quella per fare qualcos’altro perchè non possiamo stare fermi, dobbiamo troppo correre. Eppure, giorno dopo giorno, inseguiamo questo stile di vita che non ci appartiene facendo finta di non accorgercene “troppo”.
Io ne ho abbastanza. Ho deciso di farne troppo a meno.

Tratto da CORFOLE! del 7/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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