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    libri

    12 Luglio 2018 | in categoria/e cultura edizione cartacea tempo libero

    LETTURE SOTTO L'OMBRELLONE - I segreti di Nervi, i misteri di un poliziesco a Genova, l'ironia e il dialetto di Chiavari e il fantasy d'esordio di una sedicenne di Santa

    LETTURE SOTTO L'OMBRELLONE - I segreti di Nervi, i misteri di un poliziesco a Genova, l'ironia e il dialetto di Chiavari e il fantasy d'esordio di una sedicenne di Santa

    Sofia Brizzi: esordisce con un romanzo a soli sedici anni
    La sammargheritese debutta con “L’angelo dalle ali di pietra”, il primo volume di una trilogia esplosa nella sua mente quando di anni ne aveva solo dodici

    Da piccoli fantastichiamo tutti, poi si cresce e quel mondo finisce nei ricordi, svanendo come sabbia tra le dita. Ma ci sono eccezioni in cui col tempo quelle storie si solidificano, i personaggi prendono carattere, i luoghi una forma precisa e come per magia diventa una realtà parallela. Da cogliere e raccontare. E’ quello che è successo a Sofia Brizzi, che si è ritrovata con un romanzo “già bell’e pronto nella testa, come un film da proiettare. Poi mi è bastato scriverlo”. Anzi, con una trilogia, dal titolo “La regina della torre”. In pochi mesi ha finito il primo volume, “L’angelo dalle ali di pietra”, il seguito è già a buon punto e quindi passerà al terzo e conclusivo. Studentessa del secondo Liceo D’Oria, cintura nera di karate, allieva di pianoforte, Sofia è anche educatrice presso la diocesi di Santa Margherita e a Villanoce, frazione di Santo Stefano d’Aveto: “Quando sono a contatto coi bambini tutto scompare, è come se fossi dentro a una bolla: mi dimentico della mia vita di tutti i giorni, e mi dedico completamente a queste creature duttili e sensibili a qualsiasi insegnamento”. Una ragazza con i piedi per terra, anche in amore: “Non mi voglio bruciare con un ragazzo superficiale, preferisco aspettare, anche perché la maggior parte dei miei coetanei sono immaturi”. Sofia ha tanti sogni: “Mi piacerebbe diventare scrittrice, ma anche sperimentare diverse arti. Credo che la vita vada vissuta fino in fondo, lasciando sempre uno spazio all’imprevisto”. E di sorprese Sofia ne sta vivendo parecchie.

    IL LIBRO

    L’angelo dalle ali di pietra, uscito lo scorso 18 giugno e presentato alla libreria Feltrinelli di Genova, racconta la vita di Emily, un’adolescente che si trasferisce in un college, fa amicizia, si innamora, e vive tutte le esperienze di una ragazza della sua età. Gli inserti fantasy, sotto forma di sogni e di visioni, porteranno a domande sul passato della protagonista e stravolgeranno completamente la trama, con finale a sorpresa. Grazie a questo romanzo l’autrice è riuscita a conoscersi, a trovare i valori morali, i piccoli gesti d’amore verso se stessi e gli altri.


    “Nervi in cartolina, mare cielo e fiori” di Pier Luigi Gardella e Filippo Patanè

    Il volume raccoglie un centinaio di cartoline ognuna delle quali è pretesto per scrivere un po' di storia della Passeggiata, a partire da quando non era che un sentiero sul mare, trasformato a fine Ottocento nello splendido lungomare. Si parla del porticciolo, dei parchi, delle due torri di segnalazione (il Castello e la Torre Gropallo), dei vecchi prestigiosi alberghi ormai quasi tutti trasformati in condomini. La nuova edizione è stata ampliata con una escursione a S. Ilario, Comune autonomo sino al 1926, e oggi parte della Grande Genova. Sono piccole note di storia che fanno rivivere gli antichi splendori della cittadina formulando l’augurio che Nervi possa ritornare quel gioiello, conosciuto in tutto il mondo.


    “Palaseomnost”  di Sergia Monleone

    Cresciuto in Piemonte di famiglia siciliana, il commissario Primo Miraggio studia a Genova, e lì intraprende la carriera in polizia. In questo nuovo libro, che si muove all'interno dei 15 anni raccontati per sommi capi in “Primo Miraggio” uscito nel 2016, la sua vita non trascorre placida – posto che tale si possa considerare l’esistenza di un uomo come lui – in attesa della tanto agognata pensione, anzi! Questa volta Primo faticherà non poco, per tirare Mirna fuori dai guai. E che guai! Primo e Mirna sono reciproca fonte di sorpresa, gioia, preoccupazione, paura, complicità, confidenza, rispetto, considerazione e amore, ma stavolta, anche troppo, perché «ciò che nasce tondo non muore quadrato. Può diventare ovale, se proprio lo vuole… ». Due indagini complesse che traggono spunto da fenomeni sociali, come nella migliore tradizione noir: commercio di organi, e traffico di mogli, perché a conti fatti, sono affari di tutto rispetto.


    “Ciavai: Biteghe, fainâ, careghe”



    Vincitore del Premio O LEUDO per la sezione “Slogan pubblicitario della Liguria”, questo libricino è un concentrato di ironia, magistralmente bilanciata tra zeneize e italiano. Silvano Marini, chiavarese classe ‘37, ex bancario ora in pensione, dedica la sua attenzione alle vicende cittadine: dalla spazzatura ai ravioli, dal barbè di un tempo alla vita col computer. Non mancherà di strapparvi dei sorrisi, ma anche delle riflessioni. Ecco un assaggio.

    Spûssa de cementu!

    Stamattinn-a u Gian Ernestu
    u l’è andou, za bellu prestu,
    là, in-ta, Ciassa di coi,
    a catà, fa in giu, e poi,
    anda in po in-scia “Colmata”.
     “Cos’a l’è sta’ belinata,
    perché  tûttu stu rumure
    pe nu fa u depurature?”
    u se diva, camminandu,
    cian cianin, tra le pensandu .
    Tuttassemme,  
    gh’è in seu amigu
    (un de quelli là du figu!),
    che u ghe dixe
    “Vegni, andemmu
    in po a vedde, cusci semmu
    in pittin cose i veuan fà
    e perché tantu crià.”

    Sente dì, u Gian Ernestu
    (che de testa u l’è ben lestu),
    che purtà  in-scia ”Colmata“
    veuan a merda da vallata,
    tutta a spussa de Cicagna
    e anche quella de Lavagna,
    tutta a merda de Casarsa
    e de Sestri l’aegua marsa!
    (anche quella, poi, de chì
    e de Zuagi che u l’è lì).

    “Tutta a spûssa che a l’è in giu
    a vegnià da u nostru niu!“
    Cuntra, i dixan (se l’è vea),
    che “lì gh’emmu in-na minea,
    scì che a Ciavai tutti ricchi,
    scì  saiemu, e tantu ricchi! “
    Gian Ernestu, pe in mumentu,
    u stà lì c’u nasu au ventu,
    poi, da sulu “Mah! M’o-u sentu:
    saià spûssa de cementu!

    Tratto da CORFOLE! del 7/2018, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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