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aiuola, attualita, edizione cartacea, games e techno, tempo libero

di Giansandro Rosasco | 11 Maggio 2015 | in categoria/e aiuola attualita edizione cartacea games e techno tempo libero

L'AIUOLA di Giansandro Rosasco: Cosa resteeeerà di quegli anni 80...

Se Raf si chiedeva cosa sarebbe rimasto degli anni 80 ora possiamo voltarci indietro e rispondere: “un sacco di cose e tutte tragicamente ingombranti!”. Quello che oggi sta in una chiavetta usb ieri occupava un’intera libreria! Non dite che non avete ancora in casa l’immancabile Enciclopedia dei Quindici o una qualsiasi altra fonte di sapere in non meno di dieci colossali volumi acquistati dai vostri genitori con sudatissime rate mensili e oggi destinata al contenitore della carta (già vi avviso che la biblioteca non la prenderà nemmeno gratuitamente. Provato.). E scommetto che anche nella vostra famiglia avete atteso un Natale per possedere finalmente il fantasmagorico televisore GRANDE a colori da mettere in salotto (perchè in cucina ci va quello piccolo in bianco e nero) ed ora, pur se perfettamente funzionante, lo avete portato nell’immondizia perchè LCD è molto più di design e sta in poco spazio (anche se la casa è sempre la stessa).

E vi ricordate il giorno della rivoluzione? Ma sì, quando arrivò in casa il registratore VHS con le sue “cassettine” talmente ingombranti che invadevano gli armadi e le cristallerie della mamma la quale si lamentava perché oscuravano le tazzine belle, i bicchieri della domenica e le terribili bomboniere della prima comunione dei vostri amichetti?
Però a ben pensarci c’è un’altra parola che accomuna tutto questo: la qualità. L’obsolescenza programmata non era ancora nelle corde del marketing e quando compravi un oggetto era davvero per sempre! Ve li ricordate gli elettrodomestici che “Zoppas li fa e nessuno li distrugge”? E “Rex Fatti per essere il numero 1”? Aziende veramente Made in Italy, oggi inghiottite da fameliche multinazionale che hanno mantenuto solo il marchio come specchietto per le allodole. Io a casa ho un frigorifero dell’epoca, che non so nemmeno come hanno fatto a farlo passare dalla porta, ed è ancora perfettamente funzionante.

E i mangiadischi che sembravano l’enterprise con i mangiacassette che si mangiavano davvero le musicassette ma che poi si riparavano avvolgendole con una semplice matita?

Ecco, voglio tornare indietro nel tempo dove tutto durava per decenni e se un pezzo non funzionava si sostituiva quella singola parte, non tutto l’ambaradan! Dove esistevano figure come il “riparatore”, solitamente quello che ti vendeva il prodotto e che con qualche “mila Lire” ti rimetteva il tutto a nuovo con un sorriso, altro che: “va spedito al centro assistenza”. Che tradotto è “non lo rivedrai per mesi”.

In assistenza porteranno me prima o poi che sono genovese fino al midollo, non sopporto gli sprechi e ogni tanto mi ritrovo persino a recuperare per il nostro museo qualche console o computer per videogiochi funzionante abbandonati accanto ai bidoni della rumenta.

Se oggi Raf cantasse “Cosa resterà degli anni 2000?” quale sarebbe la risposta? Le discariche piene.

Tratto da CORFOLE! del 5/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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