EDIZIONE
CARTACEA
  • SFOGLIA
  • SCARICA
  • ARTICOLI
  • TEMPO LIBERO

    IL MERCATINO DEL LEVANTE
    • VENDO vendo pavimento in lamina...
    • VENDO cassettiera settimanale i...
    • VENDO baule verde nero vintage ...
    • VENDO specchio ovale da sala ot...
    • VENDO scarpiera 4 piani/cassett...
    • VENDO vendo inserto per camino ...

     

    Bedini Elettrodomestici

     

    Leani Ardesie

    AZIENDE DEL TERRITORIO

     

    By IDT-Midero

    UTILITÀ

    Sapevi che... si dice “Piantare in Nasso”?

    ...e deriva da una mitologica tragedia d'amore (sigh!) Eh s&igrav...

    Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

    Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

    libri

    08 Settembre 2011 | in categoria/e attualita

    Di quando si viaggiava il mondo in autostop e Chiavari era Las vegas: Franco Pogioli ci racconta di un'altra gioventù e col suo libro ‘Un mondo scomparso' ci mostra un Levante più vivo di oggi

    Di quando si viaggiava il mondo in autostop e Chiavari era Las vegas: Franco Pogioli ci racconta di un'altra gioventù e col suo libro ‘Un mondo scomparso' ci mostra un Levante più vivo di oggi

    Franco Pogioli, classe 1928, con “Un mondo scomparso” edito da Bastogi nello scorso marzo all’interno della collana I Ciottoli ideata dall’Acli della parrocchia di Santa Sabina di Trigoso, compie un viaggio nel passato, ripercorrendo tutte le usanze, i mestieri e le tradizioni che caratterizzavano la quotidianità di tutte le famiglie. Rievoca la visita del Duce a Sestri nel maggio del 1938, un evento emozionante soprattutto per i fanciulli di allora che “vivevano quotidianamente nell’esaltazione di quel periodo”. Ricorda il vecchio cinema Bardilio oggi inesistente, i cercatori d’oro dopo le mareggiate, le spose che dopo la cerimonia si affacciavano al balcone di casa per gettare i confetti, i ragazzi “portapane” che sfrecciavano sulla loro bicicletta con il carrettino. Ha iniziato a scrivere fin da ragazzo; il suo diario è oggi custodito all’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano.
    Come ha conciliato il lavoro di operaio con la grande passione per la scrittura?
    Ho iniziato a scrivere quando vivevo a Rapallo, c’era un concorso letterario così ho mandato un racconto sul mare, incoraggiato anche da Maria Bellonci, l’ideatrice del premio Strega, ed arrivai al secondo posto. Lì ho poi conosciuto anche l’editore Palombo, il quale mi ha invogliato a scrivere numerosi racconti di fabbrica pubblicati sul quotidiano “Il Lavoro” dal 1956 al 1976 dove ho pubblicato anche i miei racconti di viaggio. Nel 1967 ho vinto un altro premio letterario, sempre incoraggiato da Palombo, nella cui giuria spiccavano personaggi illustri come Carlo Cassola e Carlo Bo. Vinsi ben cinquecentomila lire! Erano come tre mensilità in cantiere. Nel 2003 ho riunito le memorie e le esperienze vissute in fabbrica in “Una vita in tuta blu”, pubblicato nel 2004 a cura dello Spi-Cgil di Genova e ripubblicato nel 2008 con alcune aggiunte.
    Da ragazzo ha vissuto una particolare esperienza da “autostoppista”, un modo di viaggiare oggi dimenticato; ci racconti.
    Nel 1956 ho fatto l’autostop da solo per l’Europa, girando Svizzera, Francia, Belgio, Germania e Olanda. A Parigi, all’interno della cittadella universitaria mi sono spacciato per uno studente! L’anno dopo io e un amico siamo stati in Russia, a Mosca dove c’era il Sesto Festival della Gioventù; l’Italia contava una delegazione di trentamila persone. Mentre nell’estate del 1958 ho visitato Londra, ospitato da un amico. I giornali di allora, i rotocalchi, definivano l’autostop come ‘un moderno concentrato di imprevisti, di avventure e di romanticismo’, per me era più che altro il sistema più economico per viaggiare. Vi erano delle vere e proprie regole per lo stop, come non limitarsi alle sole auto ma servirsi di qualsiasi mezzo: uno svedese riuscì ad arrivare ad Amburgo con un passaggio aereo! Era inoltre sconsigliato fare l’autostop di domenica poichè di solito le auto ospitavano tutta la famiglia, fermarsi a chiedere un passaggio alla fine di una città oppure su una strada in salita; difficilmente qualcuno si sarebbe fermato! Molti automobilisti ospitavano volentieri; ricordo che un ragazzo proveniente da Portofino in cambio mi chiese di parlargli per tenerlo sveglio.
    Com’erano a metà degli anni cinquanta Londra, Amsterdam, Bruxelles?
    A Londra Piccadilly Circus era già scintillante come un arcobaleno di luci e reclames, un crogiuolo di razze disparate che s’intersecano sui marciapiedi. Ricordo le interminabili code dinnanzi ai cinema e ai teatri, i negozi della catena Lyon’s dove si potevano comprare i caldi “hamburger”, la pesante aria medievale che si respirava alla Tower of London e poi i tanto attesi weekend! Nei tradizionali  pubs alla sera scorrevano fiumi di birra e si infrangeva per una sera, come ancora oggi, la rigida riservatezza inglese. Amsterdam all’epoca contava novecentomila abitanti, quattrocentomila biciclette e un numero imprecisato di topi. Una considerevole presenza di indonesiani mischiata agli abitanti locali ed ai marittimi delle cento nazionalità, contribuiva a darle una tinta esotica. Non era già più la città antica dei mulini a vento raffigurata sui vecchi libri. La sera tra i tabarins dalle luci sfavillanti, le luminose insegne, stavano appoggiate agli stipiti delle porte o sedute nelle poltrone dietro alle vetrine numerose prostitute. A Bruxelles invece mi sentivo a casa: parlavano francese ed io lo conoscevo benissimo. Ricordo quel candore di cittadina di provincia, il profumo all’ora di pranzo dei “moules et fries”, i muscoli cotti in umido insieme alle patatine fritte proposti in tutte le trattorie insieme a bicchieroni di birra. Ricordo nell’elegante Place de Broukère una grossa réclame dell’Olivetti. Mentre a Parigi il museo Grevin era una tappa obbligatoria per il turista in cerca di stranezze, qui infatti numerose statue di cera rappresentavano personaggi del passato e del presente; ricordo alcuni assi dello sport dell’epoca come il piccolo Cohen in tenuta da ring, la snella tennista Jacqueline du Bief. Oggi il campione di basket Tony Parvero il calciatore Zinedine Zidane hanno preso il loro posto.
    Ma torniamo a Riva, ; cosa le manca di più di quel “Mondo scomparso”?
    Mi manca tutto, certo pur non rinnegando la modernità. Riva era un paesone, mi manca l’intimità di un tempo. Sono nato in Vico Chiuso dietro alla Chiesa e lì c’era il centro con le numerose osterie: il Tirreno, la Colorinda, la Gitin, i Pissarello tutte intorno al Cantiere; la mensa non esisteva ancora. La spiaggia era tutta nostra, c’erano solo dieci cabine dell’albergo. Ci divertivamo con poco, c’era un solo telefono pubblico e per chiamare bisognava contattare prima il centralino. Per noi Chiavari era Las Vegas! C’erano cinque cinema tra cui l’Astor, il Cantero, il Centrale e molte sale da ballo come il Giardino, la Cirenaica in estate. La domenica alle 14:30  partivamo con la corriera piena!
    Maura Bregante
    Commenta e inoltra


    Tratto da CORFOLE! del 9/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


    Altre immagini collegate alla notizia:


     


    I commenti dei lettori
    Non sono ancora presenti commenti

    Lascia il tuo commento

    *verrai automaticamente iscritto alla newsletter per ricevere mensilmente gli aggiornamenti.

    Acconsento al trattamento dei dati - dlg. 196/03
    1) CONFERIMENTO DATI / CONSENSO
    I dati conferiti attraverso l'invio della scheda, sono destinati ad essere utilizzati e trattati per i fini del servizio in oggetto.
    Il conferimento dei dati personali è facoltativo. Il conferimento e il relativo consenso sono condizioni essenziali per l'accettazione del servizio. In caso di rifiuto del consenso il servizio non sarà erogato.
    2) CONSERVAZIONE PROTEZIONE DATI
    I dati sono conservati (attraverso mezzi digitali) in una banca dati di proprietà di IDT-Midero e dei relativi Responsabili del trattamento. Tali banche dati sono organizzate e gestite secondo quanto previsto dalle vigenti normative.
    3) TRATTAMENTO DATI
    I dati sono trattati da dipendenti e/o professionisti e/o incaricati e/o collegati a e da IDT-Midero , ad eseguire le attività di gestione o a svolgere operazioni tecniche occorrenti per la miglior organizzazione informatica degli archivi.
    4) COMUNICAZIONI
    I dati potranno essere comunicati da IDT-Midero esclusivamente a soggetti suoi clienti che le abbiano conferito un incarico di ricerca e selezione ed a società proprie collegate o controllate.
    5) DIRITTI DELL'INTERESSATO
    L'art. 7 del Dlgs. n.196/2003 conferisce all'interessato l'esercizio di specifici diritti, quali ad esempio:

    - il diritto di ottenere dal titolare del trattamento dei dati la conferma dell'esistenza o meno di dati personali che lo riguardano e la messa a disposizione dei medesimi in forma intelligibile;
    - il diritto di conoscere l'origine dei dati, la logica e le finalità su cui si basa il loro trattamento;
    - il diritto di ottenere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione della legge, come pure l'aggiornamento, la rettificazione o, qualora l'interessato vi abbia interesse, l'integrazione dei dati medesimi;
    - il diritto di opporsi in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento dei propri dati personali ancorchè pertinenti allo scopo della raccolta;
    - il diritto di opporsi in tutto o in parte al trattamento previsto ai fini di informazione commerciale o di invio di materiale pubblicitario.

    Per ciascuna richiesta di cui all'art. 7 del Dlgs n. 196/2003, può essere chiesto all'interessato, ove non risulti confermata l'esistenza di dati che lo riguardano, un contributo spese, non superiore ai costi effettivamente sopportati, secondo le modalità ed entro i limiti stabiliti dal Dlgs n.196/2003, art.10, comma 7, 8 e 9.
    I diritti riferiti ai dati personali concernenti persone decedute, possono essere esercitati da chiunque vi abbia interesse. Nell'esercizio dei diritti di cui all'art. 7, l'interessato può conferire, per iscritto, delega o procura a persone fisiche oppure ad associazioni.

    Le richieste ex art. 7 Dlgs n.196/2003 potranno essere inoltrate all'indirizzo info at corfole.com , oppure Tel/Fax 0185.938009
    USCIRE

    L'AIUOLA
    di Giansandro Rosasco

      Vai alla rubrica

      IL TAPPIRO D'ARDESIA

      Vai alla rubrica

      LA PAROLA AGLI ESPERTI

      Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

      Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

      Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

      Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

      TUTTO SUL BONUS GIOVANI COPPIE

      La legge di stabilità 2016 ha introdotto, a favore delle giovani coppie, un incentivo fiscale per l’acquisto di mobili destinati all’arredo della lo...

      DICIAMOCELO