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    10 Marzo 2024 | in categoria/e attualita storia locale

    Evviva i papà! Come nasce la festa e la tradizione ligure dei frisceu dei falegnami... con imbroglio

    Evviva i papà! Come nasce la festa e la tradizione ligure dei frisceu dei falegnami... con imbroglio

    Il 19 marzo si celebra la festa a loro dedicata: ecco qualche approfondimento e curiosità, tra cui una (buffa) tutta ligure

    - di Michela De Rosa

    Lo dico subito: sono una fan dei papà. Lo sono soprattutto da quando sono diventata mamma e posso vedere l’energia della paternità in azione, uno spettacolo bellissimo. Questo anche perché la figura del papà è molto cambiata negli ultimi decenni, concedendo a quelli di oggi una nuova capacità di essere presenti, di esserlo con qualità e con una nuova consapevolezza del proprio ruolo di uomini e padri. Liberati dallo stereotipo del papà “che può baciare i bambini solo quando dormono perché non devono vederlo”, oggi possono abdicare da quei modelli rigidi ed esternare tutta la loro ricchezza interiore, viversi e vivere la famiglia in un orizzonte molto più ampio, più ricco di sfumature, colori, gesti, parole ed emozioni. Così oggi possiamo vederli giocare ovunque e a qualsiasi gioco con i figli, che sia a pallone o “al the tra signore”, dare il biberon o cambiare i più piccoli, partecipare alle festicciole e occuparsi di altre attività prima precluse perché “non è da maschi”. Così come non lo era commuoversi, usare parole dolci e abbracciare stretto, figuriamoci farsi domande su come essere padri. Oggi, per fortuna, questi papà così belli ci investono perfino sulla paternità e si prendono tempo e spazio di riflessione, crescita e confronto, come avviene negli incontri "L'ORA DEL PAPA'" del Centro famiglia Tigullio. E allora, in questo mese che onora questa meravigliosa figura, scopriamo come nasce la festa e celebriamola con affetto.     

    Come nasce la festa e il significato delle zeppole

    Il giorno è quello che celebra San Giuseppe, padre putativo di Gesù e simbolo della figura paterna. La festività fu inserita nel calendario da Papa Sisto IV e nel 1871 San Giuseppe fu nominato protettore dei padri di famiglia. Nella tradizione popolare, San Giuseppe è anche il papà di chi il padre lo ha perso o non lo ha mai avuto, le giovani mamme nubili e i più sfortunati. Proprio perché San Giuseppe si prende cura di tutti, in alcune zone della Sicilia il 19 marzo è tradizione invitare i poveri a pranzo. Secondo la tradizione, le “zeppole di San Giuseppe” sono la commemorazione di quando, dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, Giuseppe dovette vendere frittelle per mantenere la famiglia in terra straniera.

    LE TRADIZIONI IN LIGURIA
    Frisceu de leituga di San Giuseppe (con scherzo): la tradizione dei falegnami

    La Festa del papà arriva quando nel nostro territorio la primavera è già sbocciata: è quindi una delle prime occasioni per festeggiare la fine dell’inverno quando un tempo si lasciavano i campi e si prendeva il mare per pescare. Alcune città, come La Spezia, festeggiano il loro patrono, in altre per tradizione si accendono falò e si balla e canta attorno al fuoco. C’era poi un’antica tradizione genovese che, come molte altre, è andata persa; parliamo di quella dei falegnami che per un giorno diventavano generosi... ma non troppo!

    San Giuseppe è anche il patrono dei falegnami, perciò in passato gli artigiani del centro storico di Genova gli rendevano omaggio organizzando piccoli rinfreschi per condividere un momento di convivialità. Il 19 marzo, veniva riordinata la bottega e i banconi venivano sgombrati da attrezzi e legno per imbandirli con vin giancu e vassoi di fugassa e frisciêu de leituga (frittelle di lattuga) da offrire ai passanti. Ma c’era una... sorpresa. Tra queste ultime infatti si nascondeva uno scherzo: una era ripiena di ovatta e segatura e il malcapitato che la pescava doveva offrire da bere a tutta la compagnia.

    RICETTA Frisceu de leituga di San Giuseppe
    Ingredienti: g 500 di farina, 4 uova, g 25 di lievito di birra, un cespo di lattuga, olio extra vergine di oliva, sale.
    In una ciotola versate la farina, poi il lievito di birra precedentemente stemperato in acqua tiepida, quindi le uova: regolate di sale e mescolate con cura. Lasciate riposare la pastella almeno tre ore. Unite alla pastella la lattuga tagliata a listarelle sottili, mescolate e tuffatele in padella, un cucchiaio alla volta, nell’olio bollente. Appena dorate toglietele con la schiumarola, asciugatele in carta assorbente e servitele calde, spolverizzate di sale.





     


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