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sport
20 Dicembre 2023 | in categoria/e sport storia locale tempo libero
Quando si andava a sciare a Rapallo, con tanto di skilift e dancing “in vetta”
La Pista Azzurra fu la prima pista da sci sull’erba d’Italia, ma durò pochi anni: troppo all’avanguardia per gli anni’60?
E pensare che ora ne vengono aperte di nuove per praticarlo in tutte le stagioni
- di Michela De Rosa
No, non è uno scherzo: a Rapallo si sciava. E non serviva nemmeno la neve. Per capire come e perché, dobbiamo fare un passo indietro. All’inizio lo sci era uno sport estremo, da montanari veri, da alpinisti, da condizioni estreme e fatica. E la discesa andava conquistata risalendo ogni volta a piedi. Poi inventarono gli impianti di risalita, la fatica diminuì e diventò uno sport per benestanti che potevano permettersi la scuola o il maestro di sci, l’attrezzatura e la vacanza. Col tempo divenne più alla portata di tutti e anche un po’ una moda. Ma c’era un problema: si poteva fare solo in inverno, per poco tempo e solo in determinate condizioni, ossia se c’era neve.
Molte località sciistiche oggi utilizzano un sistema simile per sciare tutto l'anno e anche come forma di divertimento per grandi e piccoli
Come e a chi è nata l’idea?
Così nei primissimi anni Sessanta un gruppo di imprenditori di Santo Stefano, Santa Margherita e Roma (che era anche il proprietario del terreno in questione) ebbe l’ardita idea di rendere possibile lo “sci tutto l’anno”. E mica in una località montana con vista sulle vette da conquistare, bensì sulle colline di Rapallo, con vista mare. E la neve? Non ce n’era bisogno ed era lì l’avanguardia. Si sciava su una particolare pista di plasticacomposta da cerchi rivestiti di setole (tipo quelle degli spazzolini, ma più grandi) e nei buchi cresceva l’erba. Grazie alla combinazione con l’erba bagnata si sci...volava, esattamente come sulla neve. L’idea puntava sulla diffusione dello sci, offrendo non solo un’alternativa allo sport in sé, ma soprattutto l’opportunità di allenarsi tutto l’anno, arrivando così pronti all’arrivo della neve.
Tra le squadre che venivano ad allenarsi c’erano gli Sci club di Genova e quello di Santo Stefano, il dopo lavoro Sip e quello della Cassa di Risparmio di Genova. E in tanti hanno imparato qui a sciare. Inoltre, non serviva la tuta da sci, bastava vestirsi normali, tenendo conto che si aveva appunto a che fare l’erba bagnata. C’erano gli spogliatoi per cambiarsi. E gli sci? Meglio quelli vecchi; se non si avevano, si prendevano in dotazione.
Molti atleti usavano le piste su erba per allenarsi durante il resto dell'anno, come faceva Gustav Thöni (in foto). Le immagini presenti nell'articolo si riferiscono tutte alla Pista del Sole di San Pellegrino Terme perché, incredibile a dirsi, non si trovano foto della Pista Azzurra di Rapallo
La pista partiva dalla zona San Massimo e scendeva verso Valle Christi, era lunga 280 metri con pendenza del 33% e per risalire c’era la manovia, una specie di skilift.
L'area un tempo occupata dalla pista da sci
Discese in notturna e juke-box
In cima c’era il ristorante, che si può definire co-protagonista di questo film in bianco e nero. Infatti, il seppur breve successo non arrivò dagli sportivi: bambini, adulti e soprattutto andavano a buttarsi giù da quella pista per puro divertimento, un po’ come andare sulle giostre. E poi si andava nel ristorante a cenare e ballare sulle note del juke-box. Era un punto di ritrovo serale molto in voga a quel tempo, come ricorda Chiolerio Angelina: “Alla pista azzurra ho festeggiato i miei 18 anni. Discoteca anche all’aperto e tanto divertimento!”.
Sì, perché l’impianto era aperto solo “in notturna”: come detto, l’erba doveva essere bagnata, quindi il sole era un nemico, mentre l’umidità serale di quella zona era un’alleata. La pista illuminata si vedeva dall’autostrada: impossibile non restare affascinati da quel tappeto blu disseminato di luci, che faceva così anche da attrazione turistica.
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