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cultura
19 Luglio 2023 | in categoria/e cucina cultura storia locale
Questi sono gnocchi o troffie?
Se avete risposto gnocchi avete ragione, se avete risposto troffie avete ragione, se siete confusi... avete ragione!
- di Michela De Rosa
Recentemente mi sono ritrovata in una discussione piuttosto accesa, perché l’oggetto del contendere è uno dei piatti più tradizionali della Liguria, quindi si va a toccare un tasto... che accende gli animi. A innescare la miccia è stata la foto qui sotto che l’autore, il nostro editore Giansandro Rosasco che si diletta anche in cucina, presentava come “troffie genovesi al pesto”.
Apriti cielo! Si è scatenato un vero putiferio tra chi lo correggeva chiamandoli “gnocchi” e che “per i liguri le trofie sono ben altro!”, e chi al contrario gli dava ragione difendendo a spada tratta “la vera tradizione ligure”. Quindi?
Grazie a un po’ di ricerche in rete e all’intervento di persone che hanno vissuto in prima persona quel periodo, ho scoperto che quelli che oggi la stragrande maggioranza delle persone chiama gnocchi, fino agli anni ‘60 e ’70 venivano chiamati troffie. E quelle che oggi chiamiamo trofie erano le trofiette. Ricapitolando: per troffie si intendevano gli gnocchi e per trofiette la pasta dalla tipica forma “a turacciolo”. Ma quando e dove si è persa questa distinzione sovrapponendo e scambiando i nomi?
Dove e quando è nato l’inghippo
Per capire, dobbiamo guardare alle nostre spalle e a quello che è successo in Italia dal dopoguerra in poi: non solo il Bel Paese è cambiato vertiginosamente, ma le distanze lungo lo stivale si sono accorciate. Pensiamo a come poteva essere spostarsi lungo la costa ligure quando non c’erano l’Aurelia e le autostrade, e soprattutto le gallerie che hanno letteralmente unito lunghissimi tratti di costa fino a quel momento separati dai monti. Per non parlare dei collegamenti tra valli e tra costa ed entroterra. Fino ad allora, città e borghi della stessa regione erano molto “distanti” e perciò potevano avere usanze molto diverse, che restavano tipiche di quello specifico fazzoletto di terra. Come il nostro piatto. Le trofiette, infatti, venivano preparate, rigorosamente a mano dalle donne, solo nel Golfo Paradiso, fra Sori, Recco e Camogli, per cui erano praticamente sconosciute nel resto della Liguria. Con il boom economico, alcuni commercianti della zona decisero di venderle anche verso Genova, dove il termine “trofie” aveva sempre e solo indicato gli gnocchi. Andavano quindi di casa in casa a reperire il prodotto preparato dalle mani delle tante donne del paese che quotidianamente impastavano con amore e cura.
Ma il successo fu talmente veloce e travolgente che servì mettere a punto una macchina capace di riprodurre in breve tempo quelle che erano le “trofiette di Recco”, che nel tempo vennero più brevememente chiamate trofie. Al contempo, quelle che venivano chiamate troffie vennero assimilate agli gnocchi e oggi solo pochi anziani genovesi si ricordano il loro nome originale.
Dopo questa calorosa dissertazione, ora non ci resta che aspettare il refrirgerio dell’autunno e preparare così le “originali troffie al pesto”, seguendo la ricetta.
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