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attualità
di Michela De Rosa | 08 Maggio 2019 | in categoria/e attualita edizione cartacea storia locale
60 anni di SECOLO XIX Levante, intervista al Direttore Pettinaroli "Mi ispiro a una donna", ecco chi è
Dal 1959 racconta la vita, i personaggi, la storia e l’attualità del territorio. Da allora ne sono cambiate di cose, soprattutto nell’informazione, che oggi corre alla velocità della luce e si è frammentata tra tv e internet, arrivando direttamente sui nostri schermi. Proprio per questo c’è ancora più bisogno del giornalismo, quello vero, che selezioni ciò che è notizia e sappia raccontarlo. Per omaggiare i colleghi del Secolo XIX edizione Levante per i 60 anni di onorata carriera abbiamo fatto due chiacchiere con Roberto Pettinaroli, Direttore dal 2008.
Il modello da seguire? E’ una donna
Il suo ufficio e la scrivania sono come ci si aspetta che siano quelli di chi dirige un quotidiano: pieni di fogli, appunti, ritagli e foto con dediche. Ma su tutto e su tutti, su potenti e famosi, spicca una donna a cui è riservata un’intera parete, Audrey Hepburn. Una presenza quasi palpabile, tanto che non posso non chiedergli cosa rappresenti per lui: “Per me è una vera icona di bellezza esteriore ma ancor più interiore perché ha utilizzato la sua fama per aiutare il prossimo. Un raro esempio di garbo ed eleganza, un vero modello da seguire”.
Le parole di Roberto sono cariche di verità, si percepisce che non sono frasi di circostanza, perciò gli chiedo se questo modello influisca anche sulle scelte editoriali: “Beh, ora che ci penso sì. Lei è un riferimento stilistico, rappresenta il tipo di messaggio che vogliamo dare col giornale, ossia stare vicino alla gente senza urlare. Dall’arrivo dei social assistiamo a un imbarbarimento generale, credo che mantenere un linguaggio per quanto possibile garbato e portare il lettore a non limitarsi alla superficie, sia il compito dei quotidiani. Altrimenti perché spendere 1,50 Euro per leggere notizie che sai dal giorno prima? La gente ha bisogno di riflettere e il nostro compito è aiutarli, dare un punto di riferimento, specie nell’oceano inarrestabile delle fake news”.
Tra Internet e il Papa
Non sono mancati i momenti difficili in rete anche per il Secolo, come la volta in cui per errore sulla pagina facebook del quotidiano, a corredo di un grave eposidio di cronaca fu messa una foto che conteneva persone di Chiavari assolutamente estranee alla cosa. Ma una volta pubblicata è difficile fermare il tam tam di condivisioni: “Abbiamo patito per mesi per riuscire a far rimuovere la foto. E’ stata una cosa difficilissima e complicatissima che ci ha messo di fronte ai pericoli della rete”. Ovviamente ci sono anche un’infinità di episodi curiosi e indimenticabili, come quello del soggiorno di Giovanni Paolo II a Chiavari nel 1998: “Un avvenimento eccezionale per una cittadina di provincia, frutto di una serie incredibile di coincidenze e di cui conservo uno dei ricordi più preziosi“.
Un gioco di pensiero di squadra
"Ringrazio i miei maestri da Emilio Cerulli al Lavoro a Federico Canale qui al Secolo. Dall’esterno non si percepiscono le difficoltà in cui si dibatte una piccola redazione di provincia e quindi voglio ringraziare i colleghi che da oltre 10 anni mi sopportano, sostengono e contribuiscono ogni giorno alla riuscita di questo grande quotidiano con un grande lavoro di squadra. Un contributo non solo di articoli ma anche di idee e di pensiero".
Cosa leggeremo tra 60 anni?
L’immagine del giornalista da film noir con bloc notes e impermeabile è stata superata da quella più tecnologica, ma conserva lo stesso fascino e attira i giovani: “Alcuni confondono il giornalista con il blogger, ma ci sono ragazzi molto determinati e preparati, a differenza nostra che siamo partiti un po’ artigiani. E d’altronde quale altro lavoro cambia ogni giorno, ti da l’opportunità di conoscere persone, storie, capire e raccontare gli avvenimenti? E’ uno stare dentro la storia mentre accade”.
Spingendoci più in là, chiedo a Roberto come sarà il Secolo tra sessant’anni: “Immagino l’informazione al 99% sul web, con un ritorno alla qualità dei contenuti. Ma il cartaceo non scomparirà, diventerà uno strumento di nicchia, come i dischi in vinile, perché sulla carta c’è un rapporto diverso, come la differenza tra fast food e ristorante, al primo vai quando hai poco tempo, devi sfamarti e non guardi tanto cosa stai mangiando, al ristorante vai quando hai tempo, vuoi mangiare bene e badi alla qualità. Quindi l’informazione cartacea ci sarà anche tra 60 anni”.
Auguri Secolo... un Secolo di questi giorni!
La mostra sui 60 anni dell’edizione Levante del Secolo XIX
60 pannelli che raccontano la storia, i fatti, i personaggi del territorio, uno per ogni anno dal 1959 a oggi. L’esposizione è visibile all’interno della sede del Banco di Chiavari - Bpm in via Senatore Dallorso a Chiavari
I commenti dei lettori
Roberto Pettinaroli:
Non perché venga pubblicato, assolutamente no. Ma volevo ringraziarti di cuore, cara Michela, per la bellissima intervista che hai pubblicato e per l’amicizia che c’é tra noi da tanti anni. Svolgete un ruolo importante, siete la voce di una valle che ha bisogno di sentirsi viva e ascoltata.
Avanti così!
Un abbraccio,
Roberto
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