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il tappiro
05 Dicembre 2017 | in categoria/e attualita diritto edizione cartacea il tappiro
TORNA IL TAPPIRO D'ARDESIA - Distributore chiuso “per truffa”: in realtà erogava più del dovuto
di Michela De Rosa
L’ispettore non ha fatto il controllo di routine, quindi alle pompe mancava il “bollino” di verifica, ma a pagare la sua inottemperanza è stato il benzinaio
.
Una di quelle notizie che rimbalzano sui social e sulla bocca indignata di tutti, diffondendosi accompagnata dalla stessa domanda: “di chi si tratta?”. Domanda lecita, dato che si tratta delle tasche di ognuno di noi, anche se forse a rattristare ancor di più era l’idea di essere truffati da “qualcuno del territorio”, dove tutti si conoscono e dove pensi che “certe cose non accadono”. Così è bastato passare da Bargagli e vedere il distributore Q8 chiuso per fare due più due. Ed ecco che allora la notizia prende forma: il “fubetto” in questione - o almeno uno dei due - era Massimo Cuneo, proprietario anche del distributore di Donega (Neirone). Delusione dei clienti, incredulità per chi lo conosce, maldicenze che si propagano con la velocità della luce. Ci può essere qualcosa di più terribile per chi lavora onestamente? Sì, perché dopo gli “scoop” e i “passaparola” sul furbetto del giorno, la vicenda si è rivelata ben diversa.
ECCO COME E' ANDATA REALMENTE
Per confermare il funzionamento delle pompe di benzina e la corretta fornitura di carburante, ogni anno la compagnia petrolifera deve chiedere alla Camera di Commercio la verifica dell’impianto. Questo avviene tramite l’invio di un ufficiale metrico che verifica la congruenza tra quello che viene erogato e quello che viene venduto. Se è tutto in regola rilascia un bollino valido per un anno. Nel caso del distributore di Bargagli la Q8 ha inviato correttamente la solita richiesta, ma la Camera di Commercio non ha mandato nessuno e di conseguenza il bollino non è stato rinnovato. In occasione di un controllo di routine la Guardia di Finanza ha così applicato la legge e, in seguito alla mancanza certificazione dell’impianto, ha dovuto mettere i sigilli.
E già qui è chiaro che i titoli dei giornali erano ingannevoli: i sigilli sono stati posti per mancanza di verifica - peraltro non certo per colpa del gestore - e non perché “il furbetto erogava meno benzina”. Due cose ben diverse e sulle quali sarebbe auspicabile esprimersi sempre in modo corretto. Ma andiamo avanti perché ora viene il bello.
In seguito ai sigilli finalmente l’ufficiale metrico ha dovuto fare il suo dovere, constatatando che in realtà Cuneo erogava più carburante di quanto effettivamente gli veniva pagato. Quasi un litro ogni venti veniva regalato al cliente. Quindi oltre ad essere stato definito un furbetto e sanzionato, senza saperlo regalava pure la benzina, con i relativi danni economici.
OLTRE IL DANNO, LA BEFFA E ORA RISCHIA LA CHIUSURA
Seppur Massimo Cuneo ne esce confermando la sua onestà, l’ispezione ha comunque avuto esiti negativi. Il primo è il danno all’immagine e tutto quello che possiamo fare è contribuire con questo articolo a ridargli la dignità di chi lavora onestamente da oltre trent’anni e per questo invitiamo a condividerlo con la stessa veemenza di quello sulla scoperta del “furbetto”. Il secondo è monetario: almeno due mesi - o forse più - di mancato incasso. Infine, arriva la possibilità di chiusura definitiva dell’impianto: il controllo ha infatti evidenziato che l’impianto regalava benzina per via di una valvola ormai consumata, ma di cui probabilmente non esistono più i ricambi. Se non si troverà una soluzione non resterà che chiuderlo. Davvero il colmo per chi ha sempre lavorato giustamente e si ritrova nei guai perché altri non hanno fatto la loro parte.
GIUSTO SEGNALARE I FURBETTI MA STIAMO DALLA PARTE DEI GIUSTI
Anche la FAIB (Federazione Autonoma Italiana Benzinai), tramite il suo direttore regionale Matteo Rezzoagli, offre tutto l’appoggio a Massimo, ricordando che: “la generalizzazione può creare informazione distorta, oltre che condannare tutta la categoria. I furbetti è giusto che vengano sanzionati nell'interesse del consumatore, dell'operatore e della categoria nel suo complesso".
IL RITORNO DEL TAPPIRO D'ARDESIA
Una vicenda paradossale che meritava più di un articolo: infatti per l’occasione abbiamo “richiamato alle armi” il nostro Tappiro d’ardesia, che se ne stava buono buono in attesa di qualcuno che lo meritasse. Perché, ricordiamolo, il nostro “premio” non va a chi causa un danno, una truffa o altro del genere, bensì a chi li ha subiti. Ora se ne starà appollaiato presso il distributore di Donega (dove si trova Massimo, visto che quello di Bargagli è solo Self Service) a ricordare a tutti i clienti i reali accadimenti. E allora non ci resta che invitarvi a fare il pieno o anche il lavaggio auto da Massimo, per sostenerlo in questo momento difficile e dimostrare che il suo nome, la sua onestà e la sua professionalità sono definitivamente in salvo.
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