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Passato agosto ci proiettiamo inevitabilmente verso la stagione fredda, quindi meglio cominciare a pensare o ri-pensare il riscaldamento di casa. Primo concetto su cui ragionare è la temperatura: l’ideale è tra i 18 e i 20°, per le camere da letto vanno già bene 15-16°, per il bagno meglio tra 22 e 24°. Attenzione però, se pareti e pavimenti sono molto freddi, la temperatura percepita risulta minore per cui occorre alzare quella dell’aria. Da questo punto di vista è spesso più importante investire sull’isolamento che sull’impianto come affermavo già nell’articolo scorso. Ci sono numerosi modi per produrre calore, riassumibili in 3 categorie. L’ultima generazione di caldaie a gas sono quelle a condensazione che sfruttano il calore dei fumi in uscita per riscaldare l’acqua di ritorno dai radiatori prima del bruciatore a gas. Questo sistema funziona molto bene con temperature di esercizio relativamente basse e quindi sono l’ideale abbinati a sistemi a pavimento: consumano pochissimo! Anche le caldaie a legna, ora chiamate col termine biomasse perché non bruciano più solo legna, hanno avuto una notevole evoluzione che ne ha aumentato il rendimento, rendendole in alcuni casi più economiche di quelle a gas in relazione alla disponibilità di combustibile. La novità degli ultimi anni sono i sistemi di riscaldamento a pompa di calore; funzionano con lo stesso principio del frigorifero, ma in senso inverso. Senza scendere nei dettagli tecnici, ve ne sono di diverse tipologie che scambiano calore con l’aria, l’acqua o la terra. Si può sfruttare l’aria esterna o quella uscente dal sistema di ventilazione, ha però lo svantaggio di subire grandi variazioni di temperatura. L’acqua può essere quella di un pozzo (sistema geotermico), quella di falda ma anche quella di un ruscello o di un laghetto; questo sistema risolve il problema della variabilità di temperatura, ma ha costi di realizzazione un po’ più elevati. Anche il calore della terra, che a una profondità di 1-1,5 m non subisce rilevanti variazioni termiche, può essere sfruttato interrando un sistema di tubi in cui circola acqua, ma tale sistema richiede un’area da 2 a 3 volte superiore rispetto alla superficie dei locali da scaldare. Ai vari sistemi è poi applicabile l’uso di pannelli solari termici per il solo riscaldamento dell’acqua sanitaria o per il pre-riscaldamento dell’acqua di riscaldamento. Consiglio a tutti di installarli perché in pochissimo tempo si ripaga l’investimento.

A cura dell'arch. Daniele di Martino
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