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    attualità

    di Cristina Parente | 03 Settembre 2018 | in categoria/e attualita edizione cartacea

    La Colombia mi ha cambiato la vita: era un ragazzo come tanti, poi ha incontrato persone poverissime ma ricche di fede. E non se ne è più andato.

    La Colombia mi ha cambiato la vita: era un ragazzo come tanti, poi ha incontrato persone poverissime ma ricche di fede. E non se ne è più andato.Yuri Leveratto (a destra) con Amparo Uribe al Centro Social

    Yuri Leveratto di Recco per anni ha lavorato sulle navi da crociera viaggiando in diversi posti del mondo. Uno di questi lo ha portato in Colombia, un posto che lo ha subito affascinato tanto da decidere di passarci un periodo della vita. Dalla Colombia Yuri non è più tornato. Attualmente vive a Bogotá e si mantiene da vivere dando lezioni private di italiano. Scopriamo cosa realmente lo trattiene così lontano dall’Italia.

    Colombia, tra violenza e amore
    Grande quasi quattro volte l'Italia, ha una popolazione di circa cinquanta milioni di abitanti. Le varie etnie si suddividono in colombiani di origine europea che vivono principalmente nella zona andina, afrocolombiani che vivono soprattutto nella costa caraibica e colombiani di origine indigena, stanziati nel sud del Paese. Politicamente la Colombia è una repubblica presidenziale. Il Paese sta lentamente uscendo da un periodo di instabilità interna. E’ stato firmato da poco un accordo con milizie illegali che si sostenevano con il narcotraffico: hanno consegnato le armi ed ora la situazione è migliorata, ma purtroppo vi sono altri gruppi violenti che si finanziano con il traffico di droga e lo sfruttamento illegale di oro e di altri minerali. E' proprio questa situazione di estrema precarietà che riduce molti colombiani in povertà estrema e li vede costretti a cercare altre luoghi dove vivere. In un momento attuale così interessato da fenomeni migratori, è da sottolineare che la Colombia è uno dei territori al mondo con più sfollati. Estreme difficoltà e sofferenza portano i colombiani ad aggrapparsi a Dio, attraverso la fede e l’amore. Ed è stato proprio questo punto ad aver cambiato la vita di Yuri: non sono stati l’interesse turistico, culinario o artistico di luoghi al di là del nostro continente a trattenerlo così lontano dall’italia e dalla sua amata Liguria, bensì l’incontro con la fede.

    “Qui ho rivalutato la fede”
    Se prima era un “credente debole”, come lui si definisce, ora è più vicino al Vangelo, ma soltanto un po’, perché riuscire ad abbracciare la fede come fanno i colombiani e in generale i sud americani, implica un lungo percorso di vita in questi luoghi, dove la spiritualità è insita in loro, proprio perché è l’estrema povertà che li avvicina alla fede. Il cambiamento spirituale è avvenuto gradualmente, in seguito alla frequentazione di persone praticanti, che hanno risvegliato in lui il desiderio di andare a fondo, per scoprire chi fossero i primi cristiani e come vivevano. Dopo essere entrato in contatto con gruppi di credenti cattolici ed evangelici, Yuri si é reso conto che, pur essendovi alcune diversità nella loro tradizione, entrambi si rifanno al Cristianesimo antico, ovvero il periodo storico che va dal 30 d.C. al 325 d.C. Nella loro concezione la morte di Gesù Cristo risulta essere un dignitoso atto salvifico, ecco perché accettano la Grazia che ci è stata donata da Dio come una liberazione.

    Il Centro Social: un raggio di sole nel buio della periferia
    Anche grazie all’incontro con Amparo Uribe, Yuri si è avvicinato ai poveri e ai contadini. Amparo è la responsabile del Centro Social Unidad, un centro di aiuto di Bogotá, che fa parte dell’associazione dei Focolari, gruppo di cattolici fondato da Chiara Lubich. Da trent’anni sono impegnati nel rione La Merced, uno dei più poveri della periferia di Bogotà, e si prestano per sostenere a distanza bambini e ragazzi, aiutare le madri, e offrire servizi utili come il centro sanitario, la biblioteca, i laboratori di danza, teatro e pittura, e una originale "boutique" che offre vestiti a basso costo, utensili domestici, materiale scolastico.

    Attualmente, il Centro mette a disposizione servizi di aiuto scolastico a 35 bambini e adolescenti tra i 6 ei 17 anni. Grazie all'impegno dei giovani della comunità e di volontari come Yuri, è diventato un punto di riferimento per le persone povere del quartiere. I bambini vengono abituati durante il doposcuola all’insegnamento e alla pratica dell’amore, nel senso più universale e nobile del termine. Si insegna ai bimbi ad amare per primi, ascoltando i problemi delle persone vicine per cercare di comprenderle.



    Nostalgia della vita normale?
    Abituato a un tale clima spirituale e sociale, immaginiamo quanto sia difficile per Yuri ritornare nella “normalità” di Recco, dove Yuri ha ritrovato una sorta di pudore e di ritrosia nel parlare di Gesù, addirittura talvolta vissuto quasi come un tabù. Soprattutto manca la forza di condividere con convinzione le proprie idee. Per fare un esempio, un anno fa ha tenuto una conferenza sul Cristianesimo antico alla commenda di Pré a Genova, dove ha invitato amici e conoscenti, ma pochi sono intervenuti. Anche il suo libro sul Prologo del Vangelo di Giovanni, regalato agli amici non ha riscosso molti consensi. Un peccato, secondo il recchelino, in quanto Gesù ha influenzato e continua a influenzare in modo positivo tutta la civiltà occidentale. In Sud America invece il messaggio di amore e di salvezza di Gesù é vivo, attuale. In Bolivia è venuto in contatto con gruppi di evangelici americani che vivono di agricoltura nelle zona amazzonica. Vivono in comunità, sono molto prolifici (ha conosciuto un americano sposato con una donna tedesca che ha ben 14 figli!) e il loro concetto del Vangelo è riuscito a ravvivare quello più sopito di Yuri. Una bella testimonianza di come davvero la vita può cambiare quando e dove meno te lo aspetti.

    INFO: www.afnonlus.org
    Per donazioni: IBAN IT 55 K 03359 01600 100000001060, causale “Donazione per minori progetto Los Chircales, Bogotà”




     


    I commenti dei lettori
    GIOVANNI BATTISTA CASARETO:

    Beh, che dire? Credo che in questa società malata, alla ricerca di cose materiali, di ricchezza ad ogni costo anche calpestando la dignità degli altri. di disumanizzazione e di indifferenza, la storia di Yuri e della comunità di Bogotà, apra davvero il cuore alla speranza. Spesso è proprio dove c'è miseria e povertà, che si trova l'amore di Dio e la solidarietà vera tra le persone. Dovremmo imparare tutti da questa storia e cominciare a rinunciare a qualcosa,a privarci del nostro egoismo, cominciando di nuovo ad essere una comunità solidale e veramente umana.


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