cultura e tradizioni

08 Settembre 2011 | in categoria/e attualita

"Ecco cosa abbiamo scoperto alla Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid": i ragazzi del Levante si raccontano

Consigli per una ricerca approfondita sull’evento mondiale in grado di muovere milioni di ragazzi dai cinque continenti per riunirli in una sola città: Madrid. Aprite il vostro browser Internet e digitate Giornata Mondiale della Gioventù: il motore di ricerca vi restituirà migliaia di risultati. Che volere di più? In fondo è un efficace aggregatore di fredde notizie sullo stesso tema.
Bene, ora chiudete la pagina e spalancate il cuore. Nessuna telecronaca televisiva, nessuna breaking news, nessun articolo scritto in terza persona potrà mai rendere l’idea di quale sia stata la reale portata dell’ultima GMG (o JMJ per dirlo in spagnolo), a meno che a parlare non siano proprio i veri protagonisti di questo appuntamento: i giovani che hanno vissuto con grande gioia ed entusiasmo quest’esperienza.
”E’ impossibile restare indifferenti - racconta Marianna Nicolini, 19 anni, della parrocchia di San Bartolomeo della Ginestra, una dei 130 ragazzi appartenenti al gruppo della Diocesi di Chiavari- un evento al quale partecipano milioni di giovani che inevitabilmente ti costringe a farti mille domande: perché così tanta gente, proprio qui e ora, cosa cercano, chi e che cosa li ha trascinati qui. Domande che trovano risposta solo incontrando l’impressionante accoglienza e la gioia  dipinte sul viso di tutti, percependo il calore con cui si possono abbracciare perfetti sconosciuti solo perché uno di loro ha appeso al collo un cartello con scritto “free hugs”. Per qualche giorno puoi avere la stupenda sensazione che nel mondo non esistano grandi barriere, che tutti possano incontrarsi e che tutti, in fondo, possano condividere qualcosa. E cominci a pensare che la Chiesa vera, quella che può cambiare il mondo anche in un mare di contraddizioni e di critiche, è composta dai giovani che credono, si uniscono e non si stancano mai di cercare la verità”.
Sono  gli occhi di questi giovani che si stringono nel grande abbraccio della Chiesa e di Benedetto XVI a parlare: sia nelle foto che nei giorni scorsi sono comparse sui loro profili di Facebook, sia nelle loro testimonianze “live”. “E’ un’esperienza molto forte che lascia il segno- ricorda Claudia Di Gennaro, 16 anni, alla sua prima GMG- Sono molte le cose che porterò con me: essersi aperti ai giovani di tutto il mondo, aver avuto la possibilità di rafforzare l’amicizia con le persone con le quali si condivide il cammino anche durante il resto dell’anno, aver conosciuto un paese diverso dal nostro con la sua realtà di giovani e Chiesa, una cultura e un modo di vivere differenti da quelli ai quali siamo abituati. Ciò che mi ha colpito di più è stato percepire il silenzio assoluto che ha caratterizzato il momento della Veglia con il Papa a Cuatro Vientos”.
Sono molte le immagini che si rincorrono nei ricordi dei ragazzi, un vortice di emozioni che rinnova nei loro cuori la gioia di quei momenti: dalla pre-GMG a San Sebastiàn , alla visita a Loyola, città natìa di Sant’Ignazio, con la Messa celebrata dal Vescovo, Josè Ignacio Munilla e il “ Festival  delle Nazioni”, un assaggio del clima multietnico e frizzante che avrebbero poi respirato a Madrid.
“Questa GMG – sorride Chiara Peri, 19 anni, della parrocchia di Santo Stefano del Ponte- la definirei un uragano all’improvviso! Basti pensare che ho deciso di partecipare soltanto la domenica prima della partenza e grazie ai salti mortali di Don Alberto (Gastaldi ndr), sono riuscita a partire. Prendere parte a quest’esperienza è stato un po’ come essere su un’attrazione di Gardaland: entri in un vortice di emozioni e adrenalina difficile da contenere. Un’avventura che va oltre tutte le piccole difficoltà  che si possono presentare: non importa a nessuno se si dorme per terra o se si fa la coda per fare la doccia, tutti sono animati dalla voglia di stare insieme al di là di ogni ostacolo. Il momento che rimarrà per sempre nei miei ricordi è la Veglia del sabato, sia per la sottospecie di uragano che ci ha sorpresi mentre ci stavamo preparando ad ascoltare le parole del Papa, che ci ha fatto sperimentare qualcosa che non avrei mai immaginato di vivere, sia per il momento di adorazione eucaristica, l’unico momento in cui la pioggia ha smesso di cadere permettendoci di vivere un momento di fede profonda: pensare a due milioni di giovani riuniti in un solo luogo in silenzio e uniti da un motivo comune fa venire i brividi”. E’ poi al ritorno a casa, quando tutto torna alla normalità che si finisce per percepire la portata sconvolgente della GMG, anche se qualcosa non è andato per il versdo giusto tutto ‘si compie’ e trova pace all’interno del cuore: ”Per quanto mi riguarda- spiega Marta Ghio,21 anni, di San Bartolomeo della Ginestra- è stata un’esperienza arricchente e positiva, anche se, ad essere sincera, me ne sono resa conto soltanto ritornando a casa: lì per lì, infatti, più che l’entusiasmo era la delusione a prevalere. Delusione soprattutto per l’acquazzone di sabato sera: dopo tutta quella pioggia, pochi sono stati quelli che si sono ricomposti e la “magia” di quel momento è ben presto svanita. Avevo grandi aspettative per questo momento, perché potevo fare il paragone con l’esperienza di Colonia, nel 2005: ricordo che, allora, la Veglia era stata molto raccolta e molto bella, tutti in silenzio con un lumino in mano. A Madrid il tempo non ha aiutato e…la mia veglia è stata un flop destinato a sciogliersi in commozione al momento dello scambio della Pace , durante la Messa della domenica mattina. Oltre al discorso iniziale di Benedetto XVI incentrato sul brano di Vangelo della casa costruita sulla roccia, porto con me le parole dell’omelia domenicale: questo Papa dice cose bellissime ed interessanti e, anche se purtroppo non ha il carisma e l’entusiasmo di Giovanni Paolo II, ha dimostrato di tenere davvero a questa gioventù riunita a Madrid, rimanendo con noi durante la Veglia nonostante tuoni, vento e pioggia. Credo di essere riuscita a riscoprire il valore della preghiera: tanti Salmi, tanti Vespri, tante messe, che però non mi sono pesati come credevo, anzi…”. La GMG ufficialmente per la Diocesi chiavarese si è chiusa il 23 agosto con il rientro a casa, ma, ufficiosamente, continua nei cuori di questi giovani, sale della terra e luce del mondo, che ritornano alla loro vita quotidiana – scuola, lavoro, università- ricaricati, pieni di speranza e di energia, in attesa di incontrarsi di nuovo con giovani da tutti e cinque i continenti a Rio de Janeiro, tra due anni.
Chiara Staderoli
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Tratto da CORFOLE! del 9/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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