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01 Aprile 2009 | in categoria/e diritto

DIRITTO IN PILLOLE - I POTERI DI DISPOSIZIONE DEI BENI IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE

A cura dell'avv. Alessandro Leverone

Premesso che la comunione legale costituisce il regime normale che opera in mancanza di diversa convenzione tra i coniugi e che non si estende a tutti i beni dei coniugi, in quanto si riferisce:agli acquisti e ai risparmi fatti durante il matrimonio e alle aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio. Restano esclusi: i beni personali, cioè tutto ciò che apparteneva al coniuge prima del matrimonio, i beni c.d. di uso strettamente personale e i beni acquisiti anche successivamente al matrimonio per successione o donazione. Tanto premesso vorrei trattare in particolare quali siano i poteri di disposizione dei beni in comunione; a tal fine occorre distinguere tra gli atti di ordinaria amministrazione e gli atti di straordinaria amministrazione. Per gli atti di ordinaria amministrazione ciascun coniuge può agire senza il consenso dell’altro coniuge, mentre per gli atti di straordinaria amministrazione, intesi come gli atti di disposizione dei beni rientranti nella comunione occorre il consenso del coniuge. Ma cosa accade se un coniuge compie un atto di straordinaria amministrazione senza il consenso dell’altro coniuge? Il legislatore ha differenziato i possibili esiti a seconda del bene ceduto: se si tratta di beni immobili (es. abitazioni, terreni) e di mobili registrati (es. autoveicoli) il coniuge leso può proporre un’azione di annullamento dell’atto di disposizione entro limiti temporali specifici; se il bene ceduto è mobile non registrato, il coniuge che ha ceduto il bene ha l’obbligo di ricostituire la comunione nello stato in cui si trovava precedentemente o di risarcire il danno. Un consiglio: chiedete sempre il consenso!!