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    attualita, edizione cartacea, il tappiro

    di Michela De Rosa | 01 Dicembre 2009 | in categoria/e attualita edizione cartacea il tappiro

    Sestri Levante "colpisce" ancora: le incredibili vicende per un pass disabili

    Sestri Levante "colpisce" ancora: le incredibili vicende per un pass disabili

    “Gentile Redazione, nel numero di novembre ho letto l’articolo in prima pagina intitolato “il Corriere multa il vigile”, ebbene stavolta ci sono anch’io che ho qualcosa da ridire e non solo ai dipendenti pubblici.” Questa del signor Giancarlo Boaretto è una delle tante segnalazioni giunteci da tutto il Levante in seguito al suddetto articolo. Ma rispetto alle altre aveva qualcosa di diverso: ci narrava una situazione non solo inammissibile ma anche assurda. Così ci siamo messi in contatto con il nostro lettore per ascoltare la sua storia. Sentite qui.
    “Purtroppo, da qualche anno faccio parte di quelli che utilizzano la concessione per i parcheggi invalidi, che tengo sempre ben visibile - ci spiega Boaretto-. Vivo a Moconesi da un paio d’anni e ogni tanto vado a Sestri Levante, cosa che ho fatto anche il 5 agosto scorso parcheggiando in Piazza G. Matteotti (varco) come sempre nell’area riservata a chi come me è portatore di disabilità.”
    Va sottolineato che tale parcheggio è nei pressi della Basilica di Santa Maria di Nazareth ed è attrezzato con tanto di scivolo proprio per permettere ai disabili di accedere al luogo di culto.
    Ma le preghiere qui vanno prenotate, perché nel suddetto parcheggio c’è un cartello che dice più o meno che ‘chi parcheggia in quella zona deve avvisare il comando dei vigili entro 48 ore’. Pensate se si dovesse andare ad un improvviso funerale: speriamo che il defunto, prima della dipartita, invii preventivamente al parente disabile una raccomandata per fare tutte le cose in regola! Ma le assurdità sono solo all’inizio. Infatti,  beffa nella beffa, a Boaretto è arrivata una multa - della modica somma di Euro 85 - in quanto ACCEDEVA ABUSIVAMENTE NELLA ZONA A TRAFFICO LIMITATO. Ohibò! Ma queste zone non sono per buon senso generalmente accessibili ai portatori di disabilità? Il fatto è che nella burocrazia c’è tanta roba, troppa. Ma non il buon senso. Infatti, come racconta lui stesso “Vado al Comando suddetto per chiarire la mia posizione. Alla ricezione c’è una vigilessa che ha il suo daffare tra chiamate radio e telefonate e a rate le mostro il permesso di parcheggio della ASL chiavarese con tanto di accertamento di handicap grave, tra l’altro palesemente evidente per le mie condizioni di deambulazione”. A questo punto tutto dovrebbe chiudersi con il ritiro della multa e tante scuse al cittadino per avergli fatto perdere tempo. Ma le cose non vanno così.
    “La vigilessa non da’ alcun peso al mio certificato e quando sto per dirle che non ho mai letto sul codice della strada che bisogna avvisare le autorità competenti di dove si parcheggia, tagliando corto mi dice di rivolgermi al giudice di pace di dove voglio io e che comunque quando ci sono dei cartelli per strada li devo leggere”. E ci chiediamo: perché un cittadino deve perdere tempo, denaro e vita per fare ricorso a una multa palesemente errata? Proprio nella patria del Comune in cui ricordiamo il noto avvenimento in cui persone sanissime (e a quanto ne sappiamo per nulla bisognose) utilizzavano meschinamente dei pass invalidi in ogni occasione possibile cercando poi di insabbiare tutto. Ma il bello deve ancora venire, cari lettori. Sì, perché al signor Boaretto era già stata annullata una precedente multa in medesimo posto e per medesima violazione!
    “Cerco di farlo capire all’impegnatissima vigilessa ma poi demordo sia perché so di essere nel giusto sia perché... ho la macchina nel parcheggio  invalidi, dove un vigile spinge perché io la tolga e si calma solo quando mi vede uscire dal comando con il bastone.”
    Potevamo non dargli il Tappiro d’Ardesia? Il consiglio è quello di tenerlo in auto, così oltre al certificato e al bastone avrà anche quello come garanzia. Basterà?


     


    I commenti dei lettori
    anonimo:

    poveri noi. sembra una storia da film di Totò


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