edizione cartacea, vergogna

Ha suscitato grande scalpore l’articolo che abbiamo pubblicato il mese scorso “A Borzonasca gli elettori vengono bruciati”, riguardante il ritrovamento in una spiaggia di Chiavari di un registro delle liste elettorali bruciato e abbandonato alla mercé di chiunque. Molte le telefonate piovute in redazione da lettori che giustamente volevano delucidazioni su come sia possibile che dati sensibili vengano così trattatti dalle istituzioni. Le stesse istituzioni che pretendono che ogni cittadino conservi adeguatamente in casa scartoffie di ogni tipo per ogni bestialità burocratica, pronti come vampiri a far scattare multe e sanzioni se per vostro malaugurio l’avete perso in uno trasloco o gettato perché sembrava insignificante - come il più delle volte è davvero. Ma si sa, ciò che la burocrazia pretende non vale per i burocrati che possono invece “tralasciare qualche piccolo particolare” perché tanto non multano se stessi. Oggi però l’occhio del cittadino è vigile e può contare su organi di informazione indipendenti - pochi per la verità - come Corfole a cui segnalare ingiustizie e anomalie. Così è stato proprio un lettore che nei giorni scorsi ci ha inviato le immagini di altri registri elettorali bruciati e abbandonati in un luogo pubblico, alal faccia della privacy e dei dati sensibili. Di nuovo. A questo punto ci chiediamo se anche in questi casi è accaduto lo stesso disguido con cui l’Ufficio Elettorale del Comune di Borzonasca ci ha spiegato la probabile origine del ritrovamento dei loro registri: “Voglio precisare che tale lista elettorale non appartiene all’archivio del Comune, si tratta bensì di una copia  consegnata e archiviata a suo tempo da altro ente a cui il Comune consegna per legge il citato materiale amministrativo. Si può supporre pertanto che vi sia stata un’effrazione da parte di sconosciuti ai locali dove il registro era stato archiviato, ma, mi preme opportuno sottolineare,  la conservazione di tale lista elettorale non riguarda questo Ente. A disposizione per qualsiasi ulteriore eventuale informazione in merito si inviano distinti saluti.” Ci verrebbe da dire che la prossima volta che un Comune o altro ente ci chiede la scartoffia di turno di 8 anni prima possiamo sempre rispondere che l’avevamo affidata a uno zio che aveva promesso di conservarla e invece l’ha usata per fare un falò sulla spiaggia.