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01 Luglio 2025 | in categoria/e edizione cartacea

TEMIAMO QUELLO AFRICANO E DESIDERIAMO QUELLO DELLE AZZORRE: MA A COSA SERVONO GLI ANTICICLONI?

In questo grafico possiamo vedere le fasce (celle) di masse d'aria calda e fredda che suddividono il nostro pianeta. Attraverso la loro circolarità e interscambio, Madre natura mantiene la temperatura media adatta a quell'ambiente e alla vita che lo abita

Madre Natura regola la temperatura sul pianeta mediante la distribuzione del calore che è in perenne movimento. Ma può l’Equatore riscaldarsi all’infinito e i Poli raffreddarsi all’infinito?

L’Equatore viene colpito costantemente e perpendicolarmente dai raggi di quello stesso sole che invece fatica a raggiungere in maniera efficace entrambi i Poli. Ma può l’Equatore riscaldarsi all’infinito e i Poli raffreddarsi all’infinito?
Certo che no. E l’intervento di Madre Natura, atto a compensare questa apparente maldestra distribuzione del calore diventa fondamentale, oserei definire vitale. L’aria più calda e dunque più leggera dell’Equatore sale di quota tendendo poi a muoversi sia nell’emisfero Boreale che in quello Australe in direzione dei rispettivi Poli, dove l’aria più fredda e dunque più pesante di Poli si accumula nei bassi strati e scivola verso l’Equatore. Questo scambio termico non avviene attraverso un nastro trasportatore nascosto chissà dove, ma tramite celle di circolazione atmosferica. Un meccanismo termodinamico complesso ma fondamentale e inesauribile grazie al quale il Pianeta riesce a mantenere condizioni termiche adeguate alla vivibilità del Pianeta.

Là dove nascono gli anticicloni

Questa premessa per raccontarvi della prima cella di questo incredibile meccanismo termodinamico, ampiamente conosciuta fra gli addetti ai lavori con il nome di cella di Hadley, generatrice da sempre degli anticicloni subtropicali. Come l’anticiclone delle Azzorre, che staziona intorno alle isole omonime in oceano Atlantico e che una volta “spanciava” con maggiore frequenza e in maniera più accentuata verso il continente europeo. E come l’anticiclone africano, che staziona nei pressi dell’area desertica del Sahara, diventato protagonista sempre più indiscusso negli ultimi decenni.

Secondo la climatologia recente, il riscaldamento globale avrebbe aumentato il volume e l’ampiezza di quella cella di Hadley e condizionato tutta la circolazione atmosferica che coinvolge anche e soprattutto il bacino del Mediterraneo. Insomma, l’anticiclone africano, che dall’Equatore si spinge verso nord creando le condizioni favorevoli alla desertificazione di tutta l’area sahariana, a causa dell’espansione della cella di Hadley è diventato il protagonista sempre più frequente anche alle nostre latitudini ponendo in secondo piano un Azzorre sempre più confinato in oceano Atlantico. Il risultato è abbastanza facile da intuire. Il bacino del Mediterraneo sta quindi sperimentando un aumento delle temperature nettamente più rapido rispetto a tutto il resto del Pianeta.

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