E’ di Rapallo la nuova Presidentessa del Gal Genovese (Agenzia di Sviluppo Locale). Si dovrà occupare del futuro di Expo Fontanabuona, dei conti e della questione legata ai finanziamenti europei.
Nella foto la presidentessa del Gal Genovese Alessandra Ferrara durante l'intervista di Giansandro Rosasco
Alessandra Ferrara è molto conosciuta a Rapallo in quanto Assessore al Bilancio, con deleghe alla Programmazione economica, Politiche finanziarie e Patrimonio, a cui sono state aggiunte quelle ai Trasporti, Aziende e partecipazioni comunali. Ma è del tutto sconosciuta nell’entroterra, eppure è la nuova presidentessa del Gal Genovese, storicamente legato alla Fontanabuona. Sebbene sia impossibile da valutare il suo operato in quanto subentrata a Marisa Bacigalupo in tempi strettissimi, nessuno, nonostante siano passati mesi, è ancora riuscito a sbottonarle pareri sui conti del Gal e sulla questione denunciata dal precedente presidente sulla non solvibilità degli enti superiori; infine alcune polemiche sono scaturite per aver spostato la sede da Gattorna, dove era concessa gratuitamente dal Comune, a Genova, sentito come un segno di distacco dal territorio. Abbiamo quindi voluto incontrarla per farla conoscere meglio alla cittadinanza.
Expo Fontanabuona-Levante: lei è entrata in corsa a poche settimane dall’ultima edizione, che progetti ha per il futuro?
Rinsaldare i legami con il territorio e sancire questa “unione di intenti” attraverso le manifestazioni fieristiche, che ne saranno la vetrina, questo non solo per la Fontanabuona ma mi piacerebbe fare lo stesso con le altre aree Gal: val Polcevera, valli Stura, Orba, Leira e alta val Bisagno che tra l’altro se la cavano già benissimo. Potranno essere anche eventi dedicati a temi specifici e di interesse sia per la valle che per il pubblico... per ora non sveliamo troppo.
Maria Teresa Demartini, ex presidente Comunità Montana Fontanabuona, nel gruppo Facebook “Mugugni della Fontanabuona e regali” scrive: “Si dovrebbe distinguere l’Expo dal mercato rionale (piccolo qual era, con il geodetico che fa pena, ma fa più pena chi non se ne prende cura). Artigiani pochissimi, il resto “Mercatino dei sapori”. Fate una fiera del gusto dove la gente possa mangiare a iosa, ma non chiamatela più Expo perché la maggioranza degli artigiani non c’era”. Cosa ne pensa? Infine, immagina di utilizzare la struttura per altre manifestazioni?
Credo che quest’anno la realizzazione di Expo sia stata quasi un miracolo: abbiamo lavorato senza sosta per soli due mesi e ce l’abbiamo fatta. Se non avesse avuto luogo sarebbe stata una sconfitta per tutto il territorio. Detto questo, ribadisco la necessità di cambiare, partendo proprio dalle aziende artigiane che non hanno partecipato anche se invitate, cercando di guadagnare la loro fiducia; naturalmente c’è bisogno di più tempo, ora abbiamo davanti un anno e inizieremo il prima possibile. In merito al geodetico, dichiarato inagibile da più di due anni, abbiamo avuto riscontri positivi sul suo ripristino sia da parte di Città Metropolitana che da Regione Liguria; per Expo sarebbe finalmente la fine di un lungo calvario e l’inizio di una ripresa, concertando con altri enti e realtà locali la programmazione di più manifestazioni da svolgersi tutto l’anno, certo nel rispetto e anzi in collaborazione con l’Ist. Marco Polo che ha sede in una delle strutture che ospitano Expo, questa sarebbe una bella sinergia!
Appare bizzarro che l’area espositiva, non utilizzata dal Marco Polo, venga smontata e rimontata ogni anno con un costo di circa 10.000€; non si potrebbe lasciarla montata e usare quei soldi per altro, come ad esempio una maggiore pubblicità dell’evento?
Sicuramente questa è una spesa da verificare ed una futura programmazione, concertata con gli enti competenti (città metropolitana quale proprietaria e Comune di San Colombano Certenoli, sul cui territorio comunale si svolge l’evento) potrà di certo garantire una migliore ottimizzazione delle risorse.
- E’ stato ribadito che “Serviva un tecnico di comprovata competenza nel gestire bilanci, perché il Gal deve tornare ad attrarre e distribuire finanziamenti europei sul territorio”. Qui entriamo in un tema caldissimo: l’impossibilità di accedere ai fondi del PSR (Piano Sviluppo Rurale) perché “il programma di inserimento dati non funziona”. Molte aziende hanno anticipato parecchi denari, senza contare la protesta degli allevatori in Val D’Aveto e tutto il comparto turistico che rischia di veder bruciati milioni di Euro. Possibile che non ci siano altri sistemi? Anche perché alcune domande se presentate nel 2019 già prenderanno i finanziamenti ma decurtati.
La situazione di certo non è rosea, la nostra “sofferenza economica” è data in parte da questi ritardi; proprio in questo periodo però stiamo assistendo ad uno sblocco della funzionalità del sistema e grazie al dialogo con Agea (L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura) e con Regione Liguria, in primis con l’assessorato all’agricoltura, auspichiamo una velocizzazione delle attività previste.
Il suo ruolo nel GAL lo vede più come tecnico che deve “risanare i bilanci” o come organizzativo? Vede un incarico a breve termine o a lunga scadenza?
Entrambi i ruoli e, se ci saranno le condizioni, a lunga scadenza.
Crede che si possa dare nuovo impulso alle manifestazioni dedicate alle aree rurali riproponendo la "rete expo" che a suo tempo vedeva la stretta collaborazione e il contributo di Città Metropolitana, Camera di Commercio e Regione in modo da mettere a sistema gli eventi delle valli "genovesi"?
E’ una bella prospettiva, quello che mi sono prefissata è prima di tutto incontrare tutte le realtà amministrative, di impresa, associative e la popolazione locale per avere da loro riscontro diretto sulle esigenze che, tramite lo strumento del marketing territoriale, possono avere una più ampia efficacia a livello di risultati. La disponibilità di collaborazione da parte degli altri enti territoriali c’è stata, si tratta come dice lei di mettere a sistema la partecipazione di tutti, dal cittadino all’ente più grande.
E' considerata da più parti come un tecnico capace, ma politicamente parlando lei è un po’ un’anomalia in quanto non è mai stata candidata da nessuna parte se non nel Comune di Rapallo, dove si è presentata sotto l’egida dei “democristiani” del Partito Popolare per Giudice, dove Giudice rappresentava il “passato” e per questo motivo non voluto da Bagnasco stesso (ed in effetti successivamente ha sostenuto la candidatura della Paita e poco dopo si è presentato in regione con il cento destra uscendone sconfitto NDR). Come si colloca oggi politicamente Alessandra Ferrara?
Preferisco non rispondere in quanto è partita la campagna elettorale per il comune di Rapallo.
Lei conosce l’entroterra?
Si, sono nata a Chiavari e ho conosciuto bene il nostro entroterra da ragazza in quanto avevo amicizie residenti lì. Poi da adulta ho avuto meno opportunità ma sono una gran camminatrice e ho sempre continuato ad apprezzarla nel tempo libero.
Tratto da CORFOLE! del 11/2018, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata